1997: una dolce stagione amara
Per la stagione 1997 è necessario che Barnard progetti una monoposto più convenzionale rispetto alla precedente: Schumacher chiede sostanzialmente una macchina convenzionale e affidabile per poter puntare al titolo. La Ferrari che viene presentata alla stampa, battezzata F310B, si ispira alle migliori monoposto del momento. Nella nuova vettura il cambio rimane in posizione trasversale, accoppiato a un nuovo motore a 10 cilindri con una potenza cresciuta fino a 750 CV. Sul fronte aerodinamico, la monoposto ricorda per larghi tratti la Williams, mentre le protezioni ai lati del pilota sono molto simili a quelle della Jordan. Le fiancate si ispirano alla Benetton, anche se sono più corte, e per migliorare lo scorrimento dell’aria, la parte superiore delle fiancate si raccorda all’ala posteriore grazie a due lunghe derive verticali.
Nonostante la monoposto abbia un aspetto più convenzionale, i rapporti tra la scuderia di Maranello e Barnard raggiungono il punto più basso, facendo da preludio all’ennesimo terremoto: Barnard, stufo di essere sempre messo in discussione, sbatte la porta e se ne va. A divorzio avvenuto, Todt tira un sospiro di sollievo e assume due tecnici di grande esperienza come Ross Brawn e Rory Byrne, che alla Benetton avevano guidato Schumacher a conquistare i due titoli piloti. Byrne, progettista sudafricano, quando vede la monoposto, la considera una buona base di partenza ma con dettagli da rivedere. Il tempo per modificare la macchina obiettivamente è poco e la Ferrari decide di usare la F310B di Barnard per la prima gara in Australia, dove le Williams monopolizzano la prima fila.
In gara, le invincibili Williams devono ritirarsi lasciando il successo alla McLaren di Coulthard, con Schumacher secondo nonostante un rifornimento di troppo per un problema di erogazione del carburante. In Argentina, con Schumacher fuori per un incidente con Barrichello, è Irvine a mettersi in luce conquistando la piazza d’onore. Anche a Imola la Ferrari ben figura, conquistando un secondo e terzo posto; la squadra è certa che la vittoria sia nell’aria e Schumacher non la delude, conquistando un bagnatissimo GP di Montecarlo.
Da quel momento, la stagione del cavallino rampante diventa avvincente: in Canada e in Francia il tedesco non ha avversari e vince portandosi a ridosso di Villeneuve in testa alla classifica. Per i media la Ferrari è diventata imbattibile? Il progettista Byrne cerca di spegnere gli entusiasmi confermando che la F310B non è una macchina perfetta e solo Schumacher riesce a renderla stellare. Dopo un ritiro promettente in Inghilterra, dove la Ferrari è riuscita a tenere testa alle Williams, la Ferrari si conferma in Germania conquistando un ottimo secondo posto e a Spa, dove Schumacher ottiene la quarta vittoria in campionato.
Nonostante le vittorie, in Ferrari si ha la consapevolezza che ormai la macchina è quasi plafonata; infatti, in Italia, Austria e Lussemburgo la squadra raccoglie pochissimi punti. Per la gara in Giappone, la Ferrari delibera un nuovo alettone che permette alle rosse di conquistare il gran premio ai danni di Villeneuve, squalificato per aver superato un concorrente con le bandiere gialle.
Alla vigilia del GP decisivo a Jerez, Schumacher è in testa per un punto su Villeneuve. Nelle qualifiche, il tedesco della Ferrari e i piloti della Williams ottengono lo stesso crono, ma la pole viene assegnata a Schumacher in quanto è stato il primo a segnarlo. Prima del via, la Ferrari e il tedesco vengono dati come favoriti e vincitori; in realtà Schumacher palesa un nervosismo inaspettato e neanche l’ottima partenza pare scioglierlo dalle responsabilità di dover vincere per forza.
Durante le fasi della gara, la Ferrari comincia ad avere qualche problema, ne approfitta Villeneuve che riesce ad avvicinarsi fino a prendere la scia. Un giro dopo, il canadese tenta un sorpasso che sembra una scommessa; Schumacher, distratto dai problemi della sua macchina, tenta di chiudere Villeneuve con una manovra estrema ma scorretta. In cuor suo, il tedesco probabilmente sperava che il tentativo si potesse risolvere con un duplice ritiro; invece Villeneuve riesce a proseguire, riuscendo a conquistare il titolo.
Per la Ferrari sembra una beffa: dopo tanti anni, il ritorno al vertice ha un sapore amaro perché di dolce c’è solo la vittoria.