2009: tra crisi tecniche e delusioni umane
Per celebrare gli anni di presenza nel mondiale di Formula Uno, la Ferrari decide di battezzare la monoposto destinata al campionato 2009, F60.
La monoposto è conforme ai nuovi regolamenti voluti dalla federazione: l’ala anteriore è più larga mentre quella posteriore è decisamente più stretta. Il motore è il classico v8 al quale è stato aggiunto il primo componente elettrico: il Kers, ovvero un sistema di recupero dell’energia cinetica che fornisce un boost di potenza quando il pilota lo richiede.
L’essere arrivati a giocarsi il titolo con la McLaren fino all’ultima gara, ha comportato, per la scuderia di Maranello, un notevole ritardo nello sviluppo della nascitura F60.
Nonostante tutto, nei primi test la nuova nata di Maranello sembra avere un buon potenziale ma al debutto in gara, la monoposto si rivela poco competitiva e di difficile messa a punto. Nelle prime 4 gare il bottino di punti e’ decisamente insufficiente: il solo Raikkonen riesce a conquistare tre punti in Barhein altalenando nelle altre gare delle prestazioni altalenanti e decisamente insufficienti.
A Monaco Raikkonen pare svegliarsi dal torpore e conquista un ottimo terzo posto mentre Massa è autore del giro più veloce.
La buona prova monegasca non è sufficiente a rinfrancare la Ferrari che, gara dopo gara, si rende conto di non riuscire a contrastare alla Brawn la marcia verso il titolo mondiale.
In Germania, Massa ottiene il primo podio stagionale e per il successivo Gran Premo d’Ungheria, il brasiliano conta di riprendersi la vittoria sfumata l’anno prima per la rottura del motore.
In terra magiara, durante le qualifiche, il brasiliano subisce un gravissimo incidente: una molla staccatasi dalla Brawn di Barrichello impatta contro il casco del ferrarista tramortendolo e causando una rovinosa uscita di pista.
Ad un primo esame, il ilota riporta un serio taglio alla fronte e una lesione alla parte sinistra del cranio. Con una rossa sola in gara, la Ferrari ottiene con il finlandese un buon secondo posto ma, visto che la degenza di Massa sarà necessariamente lunga, la Ferrari decide di richiamare Schumacher. Il pilota tedesco sta vivendo nel suo intimo un ritorno di fiamma per le corse e accetta sottoponendosi a un intensa sessione di test al Mugello. Nell’intimo del pilota tedesco, vive la speranza di poter essere confermato dalla rossa anche per il 2010 ma Montezemolo smorza ogni entusiasmo negando a Schumacher la possibilità di essere in macchina per la stagione futura. Deluso dalla Ferrari il tedesco decide di rifiutare a sostituire il pilota brasiliano per i postumi di un incidente avuto con la moto qualche tempo prima.
Esterefatto dal rifiuto del suo ex campione, la Ferrari decide di schierare il collaudatore Badoer che, senza il necessario allenamento, non riesce ad andare oltre gli ultimi posti mentre Raikkonen, in Belgio, riesce a sorpresa a vincere il gran premio dopo un bel duello con Fisichella.
L’illusione di avere due monoposto competitive, fa scegliere alla Ferrari di sostituire Luca Badoer con Fisichella, ma anche in Italia l’unico a farsi luce è solo Raikkonen che conquista il quarto podio consecutivo mentre Fisichella è vittima della F60 e non riesce a conquistare nessun punto.
Nelle ultime gare del campionato, la scuderia di Maranello, decide di fermare lo sviluppo della monoposto riservando le attenzioni sulla vettura dell’anno venturo.
Sul fronte piloti, il Presidente decide che con maggior impegno Raikkonen poteva portare qualche risultato in più e decide di sostituirlo con Alonso.
Nonostante la vettura poco competitiva quello che rimarrà del 2009 è l’incidente cruento ma non letale di Massa e il gran rifiuto di Schumacher vissuto dalla Ferrari come un inaccettabile tradimento.