2014: amarsi e dirsi addio
Dopo la fine del campionato 2013 in seno alla Ferrari c’è un atmosfera da resa dei conti, Alonso, nonostante un contratto firmato fino al 2016, da segni d’insofferenza lo staff tecnico da al presidente Montezemolo le dovute rassicurazioni che il 2014, col cambio dei regolamenti che prevede il ritorno al turbo unito a un motore elettrico dotato di motogeneratore, vedrà una Ferrari al vertice.
Il 25 gennaio la Ferrari presenta la nuova monoposto siglata SF14t come richiesto dai tifosi attraverso un sondaggio effettuato on line sul sito della casa.
Le novità sono diverse, dal nuovo motore in linea col cambio regolamentare, al nuovo pilota, Raikkonen, un cavallino di ritorno e ultimo pilota a fregiarsi del titolo su una rossa.
La stagione, al contrario delle aspettative, inizia male, purtroppo la Ferrari è nettamente inferiore a Mercedes Red bull e della rediviva Williams.
Nelle prime gare, la scuderia italiana come miglior risultato ottiene due quarti posti!!. A Maranello l’atmosfera è pesante il presidente chiede la testa dei responsabile di questo floop.
Domenicali, dopo un attenta riflessione, decide di assumersi tutte le responsabilità e rassegna le dimissioni.
Preso atto della volontà del proprio team principal, Montezemolo accetta le dimissioni e decide di nominare al capo della scuderia il responsabile della Ferrari North America; Mattiacci. Il nuovo team principal risponde solo al presidente e da subito, nonostante sia totalmente a digiuno di corse, ha un atteggiamento irritante che si inimica tutto il reparto corse.
A Shanghai, Alonso riesce a conquistare un illusorio terzo posto mentre Raikkonen dimostra uno scarso feeling con la monoposto finendo spesso fuori dalla zona punti.
Dopo 10 gare, Alonso e Raikkonen sono lontani dalla testa della classifica ed entrambi sono consci che la monoposto non permetterà a nessuno dei due di poter vincere.
Ciò nonostante in Ungheria, Alonso con una grande gara sfiora la vittoria cedendo solo a Ricciardo nel finale.
Nel successivo Gran Premio a Spa del 2014, è Raikkonen ad offrire una buona prestazione classificandosi quarto.
A Monza una pessima figura delle due Ferrari la scatenare l’ira di Marchionne, che polemizza con Montezemolo, arrivando a sostituirlo in poche settimane.
Nelle ultime gare stagionali il rendimento delle Ferrari è forse peggiore a quello avuto nelle gare iniziali e la scuderia chiude la stagione con risultati simili a quella del 93.
Sul fronte dei piloti Alonso è palesemente stufo della Ferrari e vuole andarsene. Come nelle migliori liti tra ex fidanzati, lo spagnolo vorrebbe che la scuderia facesse di tutto per farlo restare, al contrario la Ferrari lo ringrazia e gli apre la porta per uscire perché, come dice Marchionne, la Ferrari è più importante di qualsiasi partner.
Alonso sarebbe rimasto a Maranello solo un congruo ritocco dell’ingaggio di circa 35 milioni e la possibilità di scegliere i tecnici.
Quello che la Ferrari avrebbe fatto per Prost nel 90, la nuova gestione di Marchionne non l’ammette e indirettamente aiuta l’asturiano a sciogliere il legame che lo lega alla squadra italiana.
Gli anni di Alonso alla Ferrari hanno visto un crescendo del rapporto fino al 2012 con due titoli persi per poco, poi, forse stanco di non riuscire a vincere, le troppe polemiche hanno sminuito il reale valore del pilota e hanno contribuito a non far cresce la squadra.