2020: Ferrari colpevole d’innocenza?
Le polemiche sollevate nella seconda parte del campionato 2019, sulla conformità del motore Ferrari continuano creando una fitta nebbia di dubbi che obbliga la Federazione ad effettuare un’approfondita analisi sulla conformità della power unit di Maranello.
A Maranello la squadra ostenta sicurezza e presenta la nuova monoposto l’undici febbraio al teatro Valle di Reggio Emilia.
La SF1000, questo il nome della monoposto, riprende i concetti della monoposto precedente, rendendo l’aerodinamica più estrema aggiornando i concetti già visti sulla SF90.
Gli osservatori esterni vedono la nuova Ferrari come una monoposto nata “vecchia” con l’unico punto forza nel motore che, con la sua potenza, dovrebbe ovviare qualche problema del progetto.
La macchina viene portata in Spagna per i test collettivi, e proprio a Barcellona arriva la comunicazione che, a seguito della lunga analisi fatta dalla Federazione sul motore Ferrari, le parti hanno deciso di sottoscrivere un patto di riservatezza che obbliga la Ferrari a prestare la propria attività per monitorare tutte le power unit per le prossime stagioni.
Da quel momento il Cavallino rampante si trasforma in una Tartaruga camminante infatti la Sf1000 diventa lenta e non riesce a primeggiare in nessun intermedio .
La notizia lascia sconcertati tifosi e addetti ai lavori !!
Sebbene non sia mai stata dichiarata fuori regola, la Ferrari viene punita obbligandola o a depotenziare la power unit della SF1000 di almeno 50 cv oppure a imbarcare una quantità di benzina inferiore rispetto agli avversari.
I tifosi si indignano nel vedere la scuderia italiana non reagire nonostante non sia mai stata trovata irregolare e sperano che il presidente Elkan faccia chiarezza. Il presidente non lascia trapelare niente all’esterno ma sta già lavorando alla Ferrari del futuro obbligando il management a vincere nel 2022 quando sarà varato il nuovo cambio regolamentare.
Col morale a terra, la squadra si rende protagonista di un altro evento che non la fa ben figurare, il team manager Mattia Binotto decide di non rinnovare il contratto a Vettel per il 2021 licenziandolo con un messaggio sul telefonino. Al posto del tedesco, ormai separato in casa, arriverà Sainz, pilota concreto e di sicuro avvenire.
Oltre a un progetto nato fermo gravato da misteriosi problemi di affidabilità, la Ferrari viene fermata nella sua opera di sviluppo dalla terribile Pandemia che si abbatte sul mondo e che, almeno in Italia, obbliga tutte le aziende a osservare un lungo periodo di chiusura per evitare che il virus possa dilagare.
A seguito della pandemia, la federazione ha deciso di rimandare l’inizio del campionato e a congelare le parti principali delle vetture anche per la stagione 2021.
Al debutto in Austria la SF1000 è decisamente lenta in rettilineo con un comportamento impreciso in curva che non fa presagire nessun buon piazzamento in gara.
Nonostante questi problemi, Leclerc, ottiene un ottimo secondo posto e si ripete in Inghilterra dove, con una condotta di gara tutta grinta, conquista un insperato terzo posto.
La squadra è conscia che i limiti della monoposto sono così ampi che i risultati sono frutto della classe del pilota monegasco mentre Vettel rimane sopraffatto dalla pochezza della macchina.
In Toscana, in occasione del Gran Premio numero 1000 della scuderia italiana, la Ferrari cambia la livrea e dota la monoposto del colore originale che avevano le Ferrari all’inizio della loro avventura nel mondo delle corse.
In gara le monoposto sono evanescenti dimostrando ormai che il progetto sf1000 e ormai irrecuperabile.
Nella seconda parte della stagione la Ferrari è protagonista di qualche exploit come in Turchia quando, grazie a condizioni meteo instabili, Vettel conquista il suo unico podio stagionale.
Il campionato per la scuderia di Maranello si conclude con un poco onorevole sesto posto nella classifica costruttori, per trovare una monoposto così disastrosa bisogna andare molto indietro nel tempo, infatti la Ferrari non è nuova a questi problemi, nel 73 e nel 1980 le monoposto furono obiettivamente poco degne del nome Ferrari e in tempi moderni anche la F92A non è stata meglio.
L’unica differenza è che i tifosi attribuiscono i mancati risultati a un provvedimento fantasma di cui nessuno sa nulla ma che ha tagliato le gambe al cavallino.