40 anni e non sentirli
La gran turismo più iconica che ha riempito i desideri, spesso disattesi, degli appassionati in questi giorni spegne 40 candeline. Non sfioriamo la retorica quando diciamo che la Ferrari Testarossa, questa è la festeggiata, è stata la degna rappresentante di un’epoca che ha visto tramontare la prima supercar di Maranello, l’altrettanto iconica 512 BB, troppo sportiva e spartana per essere accettata dai fortunati clienti della Ferrari.

I progettisti del ramo industriale della casa di Maranello vengono stimolati a creare una gran turismo a motore centrale, elegante ma dove il comfort non deve influire sulle prestazioni. Nasce così una GT che in breve tempo diventa un successo commerciale, nonostante il prezzo per allora decisamente proibitivo.
Si racconta che la Testarossa, appena viene presentata alla stampa, affascina così tanto che personaggi dello sport o dello spettacolo si adoperano per poterla avere, pagando anche il doppio del prezzo di vendita.
Nel vano motore si cela un 12 cilindri di quasi 400 CV, caratterizzato da una “voce” degna di un compositore, ma anche dai famosi copritestata rossi, per non far dimenticare a nessuno che il modello dell’’84 è strettamente legato alla 250 TR, dove TR sta per Testarossa. Quest’ultima, tra il 1958 e il 1960, ha conquistato tre edizioni della 24 Ore di Le Mans, contribuendo non poco a creare la leggenda del Cavallino Rampante.

Questa figlia degli anni ’80 si riconosce subito grazie a una linea elegante, caratterizzata da griglie lamellari che, sulle porte, proteggono le enormi prese d’aria alle spalle delle portiere e, nel posteriore, fanno appena intravedere i fanali. Il frontale è seduttivo, grazie ai fanali a scomparsa, mentre la prima serie adottava uno specchio in posizione elevata che i collezionisti hanno battezzato “Flying Mirror”.
Nella sua carriera, la Testarossa vanta il privilegio di essere la protagonista della serie “Miami Vice”, donata direttamente da Ferrari, irritata dal vedere nella serie una copia mal fatta della Daytona. È stata anche l’oggetto di desiderio di decine di collezionisti, tutti ossessionati dalla voglia di accaparrarsi il modello monodado ai cerchi, prodotto fino ai primi mesi del 1988.

Nel corso della sua carriera, durata dall’’84 al ’96, la Testarossa ha subito due aggiornamenti, perdendo gran parte del suo fascino iniziale.
Oggi, le quotazioni di questo gioiello hanno raggiunto livelli impensabili, ma soprattutto, a vederla passare nei vari raduni Ferrari, viene un po’ di nostalgia per i magnifici anni ’80.
Il sogno di tanti! Una macchina eccezionale comoda ed elegante, grintosa in strada, fantastica in pista!!!!