5 curiosità che (forse) non sai sul Giappone
Questo fine settimana la Formula 1 torna nel paese del sol levante per un appuntamento che potrebbe incoronare Max Verstappen campione del mondo per la seconda volta

Nonostante le polemiche degli ultimi giorni, il circus della Formula 1 non si ferma. Scopriamo insieme 5 curiosità che (forse) non sai sulla pista di Suzuka dove si correrà il GP del Giappone, diciottesima gara della stagione.
Un po’ di storia
I primi due GP del Giappone di Formula 1, nel 1976 e nel 1977, si corsero sul circuito di Fuji, prima che venisse eliminato dal calendario. Nel 1987 si tornò a gareggiare nel Paese del sol levante, sulla pista di Suzuka, circuito che col tempo si guadagnò la reputazione di uno dei circuiti di Formula 1 più belli e impegnativi del mondo.
Suzuka
Il circuito automobilistico è situato a Ino, nella città di Suzuka, nella Prefettura di Mie, in Giappone, e gestito dalla Mobilityland Corporation, una filiale della Honda Motor Co, Ltd. Ha una capacità totale di 155.000 spettatori.
Una pista particolare…
Soichiro Honda decise di sviluppare un nuovo circuito permanente nella prefettura di Mie alla fine degli anni ’50. Progettato come pista di prova nel 1962 dall’olandese John “Hans” Hugenholtz, la caratteristica più iconica del tracciato è la sua disposizione a “otto”, con il rettilineo posteriore che passa sopra la sezione anteriore per mezzo di un cavalcavia. È uno dei due soli tracciati con licenza FIA Grado 1 ad avere un tracciato “a otto”, l’altro è il Circuito di Fiorano.

Il tracciato
La pista è lunga 5,807 km, con un totale di 18 curve. Il record sul giro in gara è di 1:30.983 segnato da Lewis Hamilton sulla Mercedes W10 nel 2019. Il circuito, nel corso del tempo, venne modificato almeno otto volte.
I “ferraristi giapponesi”
I tifosi giapponesi di Formula 1 sono senza dubbio tra i più entusiasti al mondo. Le tribune di Suzuka sono molto gremite e, dato che la Ferrari è sempre la favorita, gli spalti sono sempre colorati di rosso. Inoltre, i fan giapponesi amano indossare cappelli e portare in pista cartelli e poster stravaganti (ovviamente fatti in casa).