Ada Pace, colei che fece impallidire l’automobilismo del dopoguerra
Da sempre nel mondo dei motori le donne ricoprono un ruolo marginale, condizione a cui si sta lavorando più che mai per porre il gentil sesso in una condizione di pari opportunità. Non tutti però sanno che storie di donne meritevoli esistono

LA VITA
Una storia interessante è quella di Ada Pace, nata il 16 febbraio 1924 a Torino; da sempre amante dello sport ha iniziato la propria carriera correndo con la vespa a fine anni ’40. Il suo talento attira addirittura l’attenzione di Piaggio, che decide di affidarle una moto ufficiale per poter dimostrare il suo potenziale.
L’AUTOMOBILISMO
Decisa a passare alle 4 ruote tenta anche questa avventura, ma i risultati non sono nemmeno paragonabili a quelli precedenti. Pronta ad abbandonare tutto, tenta la “Torino-Sanremo” con una vecchissima Fiat 1500 6C, ma, contro ogni pronostico la vince. L’organizzazione è nel panico, la vittoria di un donna non è nemmeno prevista dal regolamento. Nemmeno la famiglia è d’accordo, poichè l’ambiente delle corse non è adatto ad una signorina nubile. Alla fine la donna arriverà alla premiazione accompagnata dalla madre, non ancora convinta delle scelte della figlia. Data la sua popolarità molte figure sportive di alto calibro (Enzo ferrari, Cesare Florio, Elio Zagato ecc) si interessarono a lei, e ne diventarono estimatori sinceri.
LE COMPETIZIONI
Ada partecipò alla Mille Miglia nel 1957, schiantandosi però contro un albero, senza subire gravi conseguenze fisiche, ma con l’impossibilità di finire la corsa. Infatti, nonostante la macchina fosse ancora in grado di correre, gli fu impedito di tentare la sorte, malgrado lei si sia recata dai commissari attraversando a nuoto un fiume pur di convincerli. Vinse nel 1958 la Trieste-Opicina e nel 1960 la “Targa Florio“, conquistò anche la piazza d’onore nel Rallye del Sestriere. Nel 1961 inoltre, durante la “12 ore di Monza” la sua Giulietta si ribalta ai 200 km/h, provocandole l’incide peggiore della sua carriera. Sembra la fine per lei, ma, con un miracolo, riesce a scappare del veicolo appena prima che l’incendio prendesse davvero il sopravvento.

IL RITIRO
Il suo ritiro definitivo dalle corse avviene nel 1965, quando durante il quinto Rally dei Fiori, fa un frontale con un veicolo proveniente dal senso opposto. Fortunatamente la donna ne esce illesa, ma l’esperienza la convince ad abbandonare il mondo delle competizioni definitivamente, senza però risparmiarsi qualche esibizione amichevole negli anni.
Morirà a Rivoli nel 2016, dopo aver sopportato negli anni diverse tragedie. Vedrà infatti morire il suo fidanzato dopo un incidente sul circuito di Modena nel 1961 (questo è il motivo del suo casco rosso, ultimo regalo del ragazzo). Nel 1972 invece suo figlio adottivo di 8 anni si impiccherà per errore ad un albero in giardino.
SAYONARA
Sono tanti gli anedotti sulla vita di Ada Pace, ma fra i più interessanti ci sono di sicuro le storie riguardanti il suo soprannome “Sayonara”. La storia risale ai tempi delle prime vittorie, quando i colleghi maschi del pilota, dopo aver perso contro di lei, si lamentavano con la direzione gara. In occasione di un gara a Lumezzane per esempio il direttore tecnico, Renzo Castagneto, decise di rispondere alle accuse facendo controllare le vetture del podio. Contro ogni aspettativa le vetture irregolari erano quelle dei due provocatori. Ada per vendicarsi di tutti questi atti di “bullismo” scrisse sopra la propria targa la parola “Sayonara”, per prendersi ancora più gioco degli avversari.