Per i ferraristi è stato l’uomo della transizione del dopo Gilles, ma è stato di più. Oggi ci lascia a 73 anni Patrick Tambay, uno dei piloti simbolo dei ruggenti anni ‘80.
11 podi e 2 vittorie in 114 GP disputati, questi sono i suoi numeri in carriera, spaziando in otto team diversi. I suoi trascorsi sportivi restano però legati a due scuderie in particolare: Renault e Ferrari. Nato nel 1949 a Parigi, fin dall’età di dieci anni si dedicò allo sport sciistico: partecipando all’inaugurazione del circuito di Paul Ricard, rimase affascinato dal mondo dell’automobilismo.
Comincia quindi nel campionato Formula Renault e i risultati arrivano, passando in F2 in tempi brevi, dove corse per tre stagioni assieme ad altri piloti di spicco francesi come Laffite, Jabouille e Arnoux. L’anno successivo ricevette una telefonata oltreoceano da Carl Haas, che stava cercando un sostituto per il campionato CanAm. Patrick accettò l’offerta e all’esordio vinse la sua prima corsa nella categoria, laureandosi campione nel 1977 con sei gare conquistate.
Finalmente in F1… o forse no?
Con questi successi Tambay ebbe occasione di debuttare in F1 nello stesso anno. Esordì alla guida di una Surtees e già dalla gara successiva venne assunto dalla Theodore, previo pagamento di 80.000 dollari. Colse subito i suoi primi punti in carriera con un sesto posto e veniva ormai considerato come una delle future promesse dell’automobilismo: a inizio settembre venne ufficializzato il suo passaggio alla McLaren.
Tambay, però, raggiunse il team inglese in un momento di declino e i risultati in gara ne risentirono. Inoltre non riuscì mai a sviluppare un buon rapporto con Teddy Mayer, e dopo pochi risultati di contorno a fine 1979 lasciò baracca e burattini per tornare in CanAm.
Per il 1981 il francese fece ritorno nella massima serie automobilistica accordandosi di nuovo con la Theodore per qualche gara, trasferendosi in Ligier per il resto della stagione. Anche qui sono solo ritiri incolpevoli (da notare che era in lizza per un podio a Monza). Guy Ligier, insoddisfatto delle sue prestazioni, lo sostituì con Cheever, lasciandolo senza un volante per la stagione seguente.
Capitolo Ferrari
Sempre più amareggiato ripassa in CanAm, ma a giugno 1982 arrivò una chiamata importante: quando gli addetti ai lavori lo consideravano ormai un pilota a fine carriera, arrivò una proposta da parte della Scuderia Ferrari, che cercava un pilota per sostituire Gilles Villeneuve. Fu un crescendo perché già dalla seconda gara conquistò il primo podio a Silverstone, e vinse il successivo a Hockenheim, vittoria simbolica perchè avvenuto dopo il terribile incidente occorso al suo compagno di squadra Pironi che gli costò la carriera.
Sul più bello si infortunò a un nervo della spalla in Austria, costringendo a saltare più gare, chiudendo la stagione comunque al settimo posto. Patrick Tambay venne confermato dalla Ferrari anche per il 1983 e gli fu affiancato, come compagno di squadra, René Arnoux. Il team è sano: a Long Beach conquistò la sua prima pole position in carriera, però in gara venne speronato da Rosberg mentre era al comando.
Ma arriva il suo secondo trionfo, sempre in modo speciale, a Imola, esattamente ad un anno di distanza dallo ‘sgarbo’ compiuto proprio da Pironi ai danni di Villeneuve, in una sorta di passaggio di consegne. Proprio quell’impresa ha reso indimenticabile Tambay nel cuore di tutti i ferraristi.
Si dimostrò quindi di essere in lizza per il titolo fino a metà stagione, quando Arnoux recuperò lo stato di svantaggio iniziale e lo superò in termini di punti, facendo sì che Tambay si ritrovasse a svolgere un ruolo di gregario, accettando la situazione e mettendosi a disposizione del team.
L’eclissi sportiva
Oltre il danno la beffa; la casa di Maranello a fine comunicò di aver assunto Michele Alboreto, che avrebbe affiancato Arnoux per la stagione successiva, lasciando di fatto il pilota francese privo di un volante. Nelle ultime corse fu costretto al ritiro e concluse la stagione al quarto posto, suo miglior risultato di sempre.
Nel 1984 Patrick Tambay passò alla Renault per due stagioni, dove ci furono tante buone prestazioni, due vittorie sfumate a Digione e a Monza, ma solo 11 punti. Nel 1985 ottiene gli stessi punti ma la Renault era ormai in disarmo. Patrick si ritirò a fine 1986, dopo una stagione con la Lola del caro Haas, qualche sprazzo ma in generale fu una delusione.
Noi di F1race ci stringiamo attorno ai suoi familiari per la sua prematura scomparsa.
Rest In Speed Patrick.