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Il ruvido figlio della terra dei canguri

Alan Jones, australiano di origine, ha ereditato dal padre, corridore in macchina, la passione per le corse.

Conscio che le possibilità di far carriera in Australia sono molto modeste, nel 1967 si trasferisce in Europa, ma complice una situazione finanziaria un po’ claudicante sarà costretto a ritornare nella natia isola.

Coriaceo e impavido non si arrende, qualche anno dopo ritorna in Europa, corre il campionato di Formula 3 inglese, categoria assolutamente formativa, e riesce ad arrivare secondo!

Gli addetti ai lavori apprezzano l’australiano per il suo stile duro e aggressivo, anche se un po’ troppo al limite del regolamento…

La fortuna sembra cominciare ad arridere ad Alan quando viene avvicinato da Stiller, un manager talent scout che gli procura una Hesket e lo iscrive ad alcune gare della massima formula!

Esaurito il budget Stiller deve rinunciare al sogno di creare un suo team ed è costretto a lasciare libero il giovane che si accasa alla Embassy Hill.

Quando anche l’esperienza alla Hill sembra esaurirsi un quinto posto in Germania sul terribile Nürburgring lo porta nell’orbita della Surtees.

Nel team dell’ex motociclista campione del mondo di F1 conquista diversi punti, ma non riesce ad adattarsi all’ambiente e rifiuta il prolungamento del contratto.

Quando gli si prospetta un anno di stop, riceve la chiamata della Shadow per sostituire Pryce, pilota morto in circostanze tragiche in Sudafrica.

Alan Jones e Frank Williams 1979
Alan Jones e Frank Williams 1979 – By: f1-history.deviantart.com

Con la nuova scuderia si trova particolarmente a proprio agio e riesce a disputare una stagione che avrà il punto più alto in Austria quando regala alla Shadow la sua prima vittoria ed anche unica affermazione storica.

Nel 1978 riceve la chiamata dalla Williams che lo mette al centro del progetto di crescita della squadra.

Dopo una discreta stagione la scuderia gli mette a disposizione la FW07, prima Williams a sviluppare i concetti dell’effetto suolo!

Dopo una prima parte di campionato passata ad affinare la macchina, Jones e la FW07 diventano una spina nel fianco della Ferrari che si vede spesso battere dal binomio anglo australiano.

Tutto il lavoro effettuato nel 1979 viene capitalizzato l’anno successivo.

Alan Jones, Frank Williams e Patrick Head 1979
Alan Jones, Frank Williams e Patrick Head 1979 – By: f1-history.deviantart.com

Dentro il team inglese si crea una perfetta simbiosi con il direttore tecnico Head ed il patron Frank, che porta la squadra a conquistare sia il primo titolo piloti che costruttori.

L’armonia nel team viene meno l’anno seguente quando Reutemann, suo compagno di squadra, si ribella alle gerarchie imposte dalla squadra e si propone quale candidato per vincere il titolo.

Le polemiche che ne seguirono portarono, di fatto, la scuderia a dover lasciare il titolo piloti al brasiliano Piquet e ad accontentarsi del solo titolo costruttori…

Alan Jones, Frank Williams e Patrick Head 1980
Alan Jones, Frank Williams e Patrick Head 1980 – By: f1-history.deviantart.com

A fine stagine Alan, deluso dalla squadra, rea di non averlo mai seriamente appoggiato, annuncia di volersi ritirare dalle competizioni, nonostante Patrick Head abbia fatto di tutto per dissuaderlo.

Nulla…il ritiro sembra essere definitivo…

Alcuni anni dopo la mai sopita voglia di correre forse alimentata anche da un certo bisogno di soldi, riporta, nella stagione 1985/86, Jones alla guida di una Haas.

L’esperienza si rivelò totalmente negativa: invece delle tanto sospirate vittorie riuscì a racimolare solo quattro punti…

Sfiduciato, a fine stagione, abbandona definitivamente la F1 per dedicarsi alle gare di turismo in Australia.

Di lui rimane il ricordo di un carattere non sempre facile e la nomina a membro dell’ordine dell’impero britannico.

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Federico Sandoli

Esperto di logistica e trasporti, sempre pronto a recepire le novità ed a proporre soluzioni operative innovative. Lettore accanito, con una passione particolare per la scienza, la medicina ed…i supereroi. Iscritto al Club Ferrari di Maranello dalla nascita, curo da sempre la mia passione per la Ferrari e la F1 in genere. Colleziono modellini che posiziono rigorosamente in funzione del periodo dell’anno e degli eventi legati a piloti e case costruttori e custodisco gelosamente alcune lettere autografe oggetto di uno scambio di corrispondenza con l’Ing. Ferrari.

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