Alboreto: una lacrina del cuore
Tutto cominciò nel ’76 a Monza. Nonostante i pochi soldi a disposizione, a rendere ricco Alboreto erano la passione e un talento da vendere. Su una monoposto precaria, allestita dalla scuderia Salvati, Michele si distingueva per il coraggio che lo portava a staccare un metro dopo gli altri. Fuori dall’abitacolo era timido, riservato, ma con una volante tra le mani mostrava una grinta eccezionale. Nella scuderia Salvati, lo adoravano tutti, tanto da mettere mano al portafogli per permettergli il salto in formula Italia. Il tempo di chiudere gli occhi e sognare la formula uno ecco Michele diventare Alboreto.
L’occasione di debuttare nella massima formula arrivò a Imola nel 1981 nel gran premio di San Marino rimasto famoso per i numeri di Gilles.Un anno dopo si parla di Alboreto come prossimo ferrarista. La tragedia di Gilles liberò l’abitacolo della 27 e il drake lo voleva nelle sue macchine. Non a qualunque costo, rigoroso nei conti, Ferrari non cedette alle richieste di Tyrrel e ripiegò sul compianto Tambay.
Sulla Tyrrel riesce a vincere due corse, commuovendo il vecchio boscaiolo che non vedeva una sua macchina vincere dal 1978. Le vittorie con la modesta macchina inglese gli schiudono le porte del regno dei motori : si racconta che già a Monaco avesse firmato per Ferrari, cogliendo di sorpresa Ron Dennis che lo voleva alla McLaren al posto di Watson. Alla fine della stagione ’83 la coppia più giusta er il cavallino sarebbe stata quella formata da Tambay e Alboreto, ma il francese non era gradito ai vertici del cavallino che scelsero il francese sbagliato: il simpatico Arnoux.
In quell’anno scopriamo un altro Michele, infatti è spesso agitato e nervoso, in Canada arriva addirittura quasi alle mani con Eugenio Zigliotto, giornalista di Rombo.Nell’inverno tra l’84 e l’85, la Ferrari si rivoluziona adottando una struttura orizzontale e una nuova macchina: la 156/85.
Sembra l’anno buono poi dopo l’estate la Ferrari svanisce insieme alla sua organizzazione. Michele è furioso con la squadra, vorrebbe andarsene, si racconta che la Williams lo vorrebbe a braccia aperte poi… il Vecchio lo convinse e Michele desistette dall’andarsene presagendo che non avrebbe avuto più occasioni simili.Stufo di perdere Ferrari ingaggio Barnard. Il geniale tecnico inglese pone fine alla lunga storia di Michele Ferrarista.
L’ingegnere stravede per Berger, forse Michele si dimostra un pò renitente ad accettare i metodi nuovi del genio inglese, fatto sta che l’italiano comincia a perdere considerazione nel cuore della squadra. Il Drake è troppo vecchio e stanco per indirizzare le attenzioni verso il suo pupillo italiano che disarmato comincia a guardarsi intorno per lasciare l’amata Ferrari.
Il sabato durante il GP di Germania 1988 Michele viene avvicinato dalla Williams e si accordano per correre insieme nella stagione successiva. L’accordo sulla parola non avrà seguito e Michele ritorna alla Tyrrel .Rimane in formula uno fino al ’94, l’incidente mortale di Senna, lo vede in prima linea a battersi per la sicurezza e la riduzione della velocità di percorrenza nei box. Appassionato vero di corse, abbandona le ruote scoperte per rifarsi una carriera nell’Endurance arrivando a vincere a Le Mans.
Nonostante la moglie lo implorasse di smettere, la passione di Michele è troppo forte e continua a correre e a provare.Nel 2001 parte per una sessione di test in Germania. Sul circuito tedesco perde la vita per un problema tecnico che porta la macchina a decollare oltre il guard rail, come il suo famoso concittadino Ascari, amato, milanese e ferrarista come lui. Il ricordo di Alboreto fa piangere il cuore è stato un “Re senza corona” e la Ferrari troppo poco ha fatto per proteggere questo autentico gioiello del motor sport italiano.