1950-1959BiografieFormula 1On this day

Jody Scheckter e quel mondiale vinto con la Ferrari

Il 29 gennaio 1950 nasce a East London in Sudafrica Jody Scheckter, campione del mondo con la Ferrari nel 1979.
Figlio del proprietario di un concessionario Renault, Jody andò a lavorare come apprendista fin dalla giovane età; fu qui che iniziò a guidare e a gareggiare senza però tralasciare gli studi.
Nel 1970 il successo nel campionato nazionale di Formula Ford gli fece vincere una borsa di studio e la possibilità di trasferirsi in Gran Bretagna.
Nel 1971 corse nella Formula 3 britannica e l’anno successivo nel campionato europeo di Formula 2. Alla fine di quella stagione si guadagnò la possibilità di debuttare in Formula 1 con la McLaren, correndo nel gran premio degli Stati Uniti.
Nel 1973, Scheckter disputò cinque gare con il team inglese, ma vinse anche il titolo nella Formula 5000.
L’irruenza nella guida del sudafricano, fu il motivo di molti incidenti, tra cui la collisione con Emerson Fittipaldi al gran premio di Francia. Il due si accusarono creando non poche polemiche, anche se poi venne classificato come un normale incidente di gara.
Passano 15 giorni e al gran premio di Gran Bretagna, un testacoda di Scheckter, dovuto a un errore causò un grave incidente che mise fine alla carriera di Andrea De Adamich.

Il consiglio del Grand Prix Drivers’ Association e la McLaren decisero di tenere fuori dalle competizioni Jody, fino al gran premio del Canada, che finì a scazzottate con il pilota della Tyrrell, François Cévert.

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Visti i frequenti incidenti, la scuderia di Woking licenziò il sudafricano, che passò alla Tyrrell come secondo pilota, proprio accanto a Cévert. Ma nel gran premio degli Stati Uniti a Watkins Glen, il francese perse la vita in un tragico incidente e Scheckter si ritrovò a dover gareggiare come primo pilota per la stagione successiva.

1976 Giappone - Tyrrell P34 - Jody Scheckter
© f1.com – 1976 Giappone – Tyrrell P34 – Jody Scheckter

Dal 1974 al 1976, il sudafricano, prima guida della Tyrrell, si aggiudicò quattro gare, sfiorando il titolo iridato nella prima stagione. In questi anni Ken Tyrrell riuscì a domare il giovane pilota, che però nel 1977 decise di passare con la debuttante Wolf, che si dimostrò molto competitiva. Il pilota sudafricano fu in grado di lottare per il titolo mondiale con Niki Lauda, ottenendo tre vittorie e numerosi podi e terminando secondo, proprio dietro al pilota austriaco della Ferrari.

Purtroppo nella stagione successiva il team canadese del fondatore Walter Wolf, perse di competitività e non conquistò nessuna vittoria. Scheckter terminò la stagione al settimo posto, con quattro podi complessivi.

Nel 1979 il passaggio in Ferrari, al volante della 312 T4 al fianco di Gilles Villeneuve come compagno di squadra .

Capii la differenza del correre per Ferrari o per qualsiasi altra scuderia: con gli altri team sei il pilota di una squadra, quando corri per Ferrari sei il pilota di un intero Paese. È una sensazione fantastica.

Con i successi in Belgio, Monaco e Italia, nel quale la Ferrari conquistò la prima doppietta a Monza dai tempi del Gran Premio d’Italia 1966, Scheckter coronò il sogno di diventare campione del mondo.

1979 Monaco Grand Prix Ferrari 312T Jody Scheckter Gilles Villeneuve
© Ercole Colombo – 1979 Monaco – Ferrari 312T – Jody Scheckter e Gilles Villeneuve

Si parlava molto della rivalità interna tra i due piloti della scuderia di Maranello, ma Gilles Villeneuve, si rivelò sempre molto corretto nei riguardi del sudafricano e questo fece nascere un sodalizio sportivo e umano senza precedenti. Purtroppo nel 1980 la Ferrari, portò in pista una delle vetture, meno riuscite della sua storia. Scheckter conquistò solo due punti in tutta la stagione e annunciò suo ritiro dalla Formula 1.

Il pilota sudafricano fu tra il primo a pensare agli affari, infatti decise aggiudicarsi i diritti, sponsorizzando la Perfetti con un marchio ben visibile sul proprio casco. “Volevo uno sponsor importante, non mi interessavano tanti piccoli marchi” disse Scheckter durante un’intervista.
Una scelta che rapidamente fece scuola tra i colleghi piloti.

La parole di Enzo Ferrari su “Piloti, che gente…”

Con Scheckter ho sperato che risultasse smentita la mia teoria sulla parabola dei campioni del mondo e invece anche lui non ha fatto eccezione alla regola. Chiese un giorno di parlarmi. Mi raccontò della famiglia, del secondo figlio, dei suoi interessi finanziari in Europa, del suo desiderio di sistemarsi per il futuro a Montecarlo rinunciando alle corse, da bravo, previdente uomo d’affari. Lo confortai nella sua decisione, ricordando il tumulto dei miei sentimenti di pilota quando, nel 1931, stava per nascere il mio Dino. Scheckter, presentatosi alla Ferrari come personaggio curiosamente difficile, mi ha lasciato il ricordo di un uomo dimostratosi leale e di ottimi sentimenti.

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Silvano Lonardo

Mi occupo di Digital Strategist. Appassionato di Formula 1, Ciclismo, Pallamano e Lego. Insegnante di nuoto e due volte papà.

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