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Beppe Gabbiani: il cavallo pazzo piacentino

Giuseppe Gabbiani in arte “Beppe” nasce a Piacenza il 2 Gennaio 1957, fin dalla giovane età mostrò subito le sue qualità vincendo titoli sia in Italia che a livello Europeo nella categoria Kart. 

Ha partecipato cinque volte alla 24 Ore di Le Mans, mentre il suo più grande successo in carriera è stato il terzo posto nel campionato europeo di Formula 2 del 1983, quando ha vinto quattro gare.

La velocità ha sempre fatto parte del suo DNA, ed è grazie ai suoi successi nelle gare in F3 e in F2, che viene notato da alcuni Team di F1.

Ma perché il soprannome di “Cavallo pazzo” ?

Tutto nasce dopo una gara di Formula 3 nell’agosto del 1977 sul circuito di Varano; alla partenza sotto la pioggia Gabbiani si scontra contro De Cesaris. Ad assistere alla gara c’era anche Enzo Ferrari: “Questi ragazzi spingono, soprattutto il cavallo pazzo piacentino“, queste le prime sensazioni del commendatore, ed è con questa frase che nasce il soprannome di Beppe Gabbiani che poi lo rese celebre in tutto il mondo per il suo stile di guida aggressivo. 

Dalla Formula 3 alla F2

La carriera agonistica di Beppe Gabbiani iniziò dai kart prima di passare alla Formula 3 nel 1977 alla guida di una Chevron-Toyota per il Trivellato Racing Team e dove si aggiudicò una gara nel campionato europeo, una in quello italiano e una in quello britannico, ed arrivando al quarto posto nella classifica europea. L’anno successivo il passaggio in F2 alla guida di una Chevron B42 motorizzata Ferrari sempre per il Trivellato Racing e piazzandosi al quinto posto a Vallelunga.

Il debutto in Formula 1

Il 1978 fu anche l’anno del debutto nella massima serie, in sostituzione dell’infortunato Vittorio Brambilla coinvolto nel tragico incidente che costò la vita a Ronnie Peterson nel GP d’Italia. Per Gabbiani si aprì la porta della Surtees alla guida della T20 nel Gran Premio degli Stati Uniti a Watkins Glen. Purtroppo il pilota piacentino non riuscì a qualificarsi per la gara e quindi non prese parte alla corsa. Stessa sorte la settimana successiva a Montreal a causa della non competitività della sua monoposto.

Beppe Gabbiani Watkins Glen 1978
© Robert Murphy

L’anno successivo trovò un volante nella March ufficiale in Formula 2 al fianco di Marc Surer, scelto come prima guida. Tuttavia anche se riuscì arrivare secondo al Mugello e due volte terzo a Hockenheimring e Misano, Gabbiani in due occasioni si rifiutò di cedere la posizione al compagno di squadra. Questo costò a “Cavallo pazzo” il sedile alla March per la stagione 1980.

Nel 1980 Gabbiani gareggiò prima Minardi e poi con il team Maurer Motorsport dove sfiorò la vittoria a Pergusa e un sesto posto in Olanda riaprendo così le sue porte alla Formula 1 con il team italiano Osella Squadra Corse.

Beppe Gabbiani gp canada 1981
© Robert Murphy

La stagione 1981 iniziò con un ritiro a causa di una collisione nel corso della 24° tornata nel Gran Premio degli Stati Uniti d’America-Ovest a Long Beach. Poi due gare senza qualificarsi per poi riuscire a tenere testa alla Tyrrell di Alboreto; ma i due entrano in contatto alla Tosa nel GP di San Marino e sprecando l’occasione di concludere entrambi la gara in zona punti. Mentre in Belgio, Beppe Gabbiani deve abbandonare la gara con il motore in fumo dopo 22 giri. Successivamente, il pilota italiani registrò dieci DNQ consecutivi fino alla fine della stagione e terminando la sua carriera nella massima serie senza terminare nessuna delle gare iniziate.

Beppe Gabbiani gp italia 1981
© Franco Bossi

Il 1981 segnò anche il debutto alla 24 Ore di Le Mans con il team Martini Racing su una Lancia 67 e condividendo la vettura con Emanuele Pirro e Riccardo Patrese, purtroppo la gara finiì al 47° giro. Ma prima dell’esperienza a Le Mans Gabbiani gareggiò anche alla 24 Ore di Daytona con Michele Alboreto e Piercarlo Ghinzani e alla 6 Ore di Watkins Glen.

Il ritorno in Formula 2

Nel 1982, Gabbiani tornò alla Maurer Motorsport conquistando quattro podi su una MM82-BMW e terminando il campionato in quinta posizione in classifica. L’anno seguente si unì alla Onyx Racing; stagione che si rivelò la migliore della sua carriera: 4 vittorie nelle prime cinque gare, (Silverstone, Thruxton, Nürburgring e Vallelunga), per poi finire per essere scavalcato da Jonathan Palmer e Mike Thackwell e terminando il mondiale al terzo posto. Questa fu l’ultima stagione piena in F2, poi Gabbiani si concentrò prevalentemente alle auto sportive.

A Le Mans con la Lancia

Gabbiani per la stagione 1983 si trasferì Jolly Club per partecipare con la Lancia LC2 al Campionato Mondiale Endurance FIA e condividendo la vettura con Pierluigi Martini. Insieme a Martini e Xavier Lapeyre. A giugno ritornò alla 24 di Le Mans dove però si ritirò al giro numero 117.

Dopo una pausa Gabbiani ritornò nell’abitacolo di un’auto da corsa nel 1986, unendosi al team giapponese Dome per guidare un prototipo Toyota nel campionato giapponese Sport-Prototipi e nel campionato mondiale Sport-Prototipi. Il suo miglior risultato fu un quarto posto alla 1000 Km del Fuji insieme a Eje Elgh.
Quest’ultimo e Toshio Suzuki condivisero con Gabbiani la #38 Dome 86C sul Circuit de la Sarthe dove si ritirarono dopo 296 giri.

Negli anni successivi

Tra il 1987 e il 2002 Beppe Gabbiani non gareggiò a tempo pieno, registrando solo due partenze nel campionato di F3000 nel 1987 per poi gareggiare con alcune auto da turismo in Italia. Nel 1990, partecipò alle gare di selezionate nel Campionato Mondiale Sport-Prototipi i team Courage Competition e GP Motorsport. Nel 1998, Gabbiani si unì alla Centenari Racing gareggiando all’International Sports Racing Series. Poi nel 1999 entrò alla CiBiEmme Engineering dove corse per la quarta volta alla 24 Ore di Spa, finendo al sesto posto.

Il ritorno a Le Mans

Nel 2002, Gabbiani entrò a far parte del progetto Racing for Holland nel Campionato FIA Sportscar. Insieme a Felipe Ortiz arrivarono ​​secondi a Digione mentre nel 2003 gareggiò per un’intera stagione nel Campionato FIA Sportscar, finendo terzo nella classifica finale.

Lo stesso anno tornò alla 24 Ore di Le Mans alla guida di una Holland Dome S101; insieme a Felipe Ortiz e Tristan Gommendy arrivarono vicini alla fine della gara prima di dove abbandonare la corsa dopo 316 giri a causa di un incidente.

Negli anni successivi, Gabbiani gareggiò saltuariamente con diversi team in diverse competizioni fino al ritorno a Le Mans nel 2006 nella categoria prototipi. A bordo di Creation CA06/h LMP1 arrivò terzo nella classifica della Le Mans Series.
Gabbiani chiuse la sua carriera nel 2011 dopo aver trascorso alcuni anni nelle competizioni con auto da turismo italiane e ottenendo nel 2009, tre vittorie e finendo sesto nel Campionato Italiano Turismo Endurance.

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Redazione

La storia della Formula 1, raccontata quotidianamente, per non dimenticare i piloti e le gare che hanno reso celebre questo sport.

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