
Al giorno d’oggi è la macchina a camuffare le abilità del pilota, è come un telo nero iper coprente che va a mascherare le reali potenzialità del piede che governa il freno e delle mani che controllano il volante. Purtroppo la Formula 1 è cambiata e nel 2012 si è ritirato l’unico collegamento diretto che avevamo con gli anni 90, periodo in cui correva il grande Ayrton Senna, ritenuto il paradigma più puro di guida al limite. A livello di personalità attive negli abitacoli non c’è più nulla per operare confronti validi, ma proprio dall’Italia giunge un modo per fare paragoni tra piloti del presente e del passato. Negli anni è rimasto qualcosa di costante. Si tratta di Brembo, il fornitore di sistemi frenanti. Ed è appunto da ciò che ha in parte reso la F1 come lo è ora, cioè dagli avanzatissimi e facilitanti impianti che traspare la possibilità di mettere a confronti stili di guida diversi. L’azienda italiana Brembo mediante la pubblicazione di un libro intitolato “Senza freni” o “Unstoppable” nella versione inglese, cede la parola agli ingegneri per analizzare le personalità più significative del motorsport. I freni in questo caso saranno le impronte digitali per risalire all’anatomia dello stile di Ayrton Senna, Michael Schumacher, Fernando Alonso, Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, e altri eroi come Gilles Villeneuve e Alain Prost.

Ayrton Senna è un pioniere, un rivoluzionario. Non serve nemmeno dire che Brembo lo reputa il campione più sensazionale, che si servì della parte idraulica più di tutti. Fu il primo a capire l’importanza dell’evoluzione tecnologica dei freni e un assiduo tester di innovative soluzioni. Tra le sue preferenze spiccano i cilindri maestri di minori dimensioni per migliorare le prestazioni e aumentare l’efficienza del sistema frenante.

Michael Schumacher ha impressionato Brembo per via della sua mente ottimamente organizzata. Determinato e sempre costante, richiedeva molta sensibilità nell’impianto e dunque un perfetto adattamento con i propri freni. Optava per un pedale corto e molto reattivo, che non desse mai la sensazione di mollare la presa. La ricerca della perfezione era la chiave del successo e il segno particolare della guida di Schumi era che, sebbene non fosse un energumeno, esercitava una notevole forza sul freno.

Poche parole per Gilles Villeneuve. Se per il Drake era un pazzo, per i tecnici Brembo era un incubo. Abusava completamente dei freni, spremendoli al limite con l’estrema aggressività che solo lui era in grado di impiegare nell’abitacolo. Al contrario di Gilles, Alain Prost non era un incubo per Brembo. Il Professore infatti non aveva richieste particolari, essendo piuttosto gentile con i freni e con la monoposto. Ma non per questo non si curava dei freni, anzi! Si occupava sempre di ottenere estrema affidabilità da parte di ogni area dell’impianto per qualsiasi condizione, e controllava il tutto con massima accuratezza.

Sebastian Vettel è un mini-Schumi. Qui è consentito il paragone, in quanto sono evidenti il perfezionismo e la sensibilità estrema che accomunano i due tedeschi. Vettel è attualmente l’unico pilota attivo in F1 che può preferire un set di freni ad un altro per via dei tipi diversi di carbonio. Gli piace iniziare le qualifiche con set di freni nuovi, al fine di raggiungere quell’extra grip che può fare la differenza anche segnando un solo giro rapido. Lavora in perfetta armonia con gli pneumatici e preferisce anch’egli un pedale corto e molto reattivo sul quale applicare una forza intensa malgrado la fisicità.

Fernando Alonso, che miscuglio esplosivo di campioni! Il pilota spagnolo è molto meticoloso nella percezione del feeling perfetto con il set di freni ed è in grado di applicare la massima intensità sul pedale con impressionanti tempi di risposta. La sua incredibile forza fisica entra in contrasto con la sua pulita tecnica di frenata; spesso raggiunge il limite senza eccedere in qualsiasi tipo di condizioni di grip. Alonso nella sua guida ha creato una sorta di ABS naturale, sfruttando al massimo il grip degli pneumatici per aumentare la velocità in curva senza bloccare.

Gli attributi aggressivo e maestro dei bloccaggi corrispondono invece a Lewis Hamilton. Il campione del mondo in carica si concentra sull’asse anteriore della vettura ed è molto reattivo quando inizia a frenare. Spesso oltrepassa i limiti del grip degli pneumatici e solo allora, dopo aver esercitato la massima pressione sul pedale, inizia a controllare l’azione frenante. E’ noto per frenare molto tardi e l’unico limite che rispetta agli occhi di Brembo è quello della temperatura dei freni, malgrado alcuni episodi che potrebbero testimoniare il contrario. La sua guida è estrema e da vero campione affonda le radici nello sfruttare al 100% il fisico. Ciò produce uno spettacolare stile di guida pieno di risultati, sicuramente molto bello da vedere.