Dopo aver visto trionfare la Ferrari n° 55 in Messico, ho pensato che la vita sia strana. Infatti, il pilota che sta permettendo alla Ferrari di continuare a sognare il titolo costruttori, già a inizio stagione si è visto licenziato per essere rimpiazzato da Hamilton.
Quando la notizia ha riempito gli organi di stampa, Carlos, fino a quel momento l’unico ad aver portato un successo nel Mondiale 2023, di fatto un monomarca Red Bull, ha reagito con una signorilità che lo fa somigliare al padre, due volte campione del mondo rally, trionfatore alla Dakar, ma soprattutto il suo manager e coach.
Nonostante Sainz senior sia conosciutissimo da tutte le scuderie, non è intervenuto direttamente per cercare di trovare una sistemazione nel 2025 per il proprio figlio, ingiustamente disoccupato.
Carlos, nonostante un padre decisamente ingombrante, non ha mai nascosto la propria ammirazione per un altro mito spagnolo: Alonso. L’asturiano è sempre prodigo di consigli nei confronti del giovane spagnolo, e proprio grazie a questi consigli, Sainz è riuscito ad accettare di non vincere per 150 gare corse bene ma non benissimo.
Quando ha vinto la sua prima gara in Inghilterra con la Ferrari, tutto il circus si è lasciato andare a un tripudio di gioia, compreso Leclerc, nonostante il monegasco fosse in piena polemica con la gestione sportiva Ferrari, rea di non favorirlo nella lotta al titolo.
Nel regno dei motori, in questi anni, Leclerc ha avuto una certa prevalenza nella lotta alla pole position, mentre nella gestione della gara Carlos si è spesso dimostrato superiore, rispettando il mezzo meccanico e ottenendo i migliori risultati possibili.
L’esempio più calzante è proprio la vittoria ottenuta lo scorso anno a Singapore: infatti, il successo è arrivato grazie a una strategia inventata dallo spagnolo per tenere lontane le Mercedes, ben più minacciose della McLaren di Norris in seconda posizione.
All’indomani del successo ottenuto in Messico, dopo 34 anni dalla vittoria di Prost con la Ferrari, Carlos non può che sognare di potersi calare di nuovo nell’abitacolo della rossa e continuare un lavoro lasciato a metà: la conquista del titolo mondiale.
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