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Cesare Fiorio: un orgoglio tutto italiano

Compie oggi 82 anni il grande Cesare Fiorio, figura di spicco del mondo del Motorsport internazionale. Amico intimo della famiglia Agnelli è stato per anni impegnato nei campionati Rally, endurance e addirittura F1. Nei decenni passati fra pista e motori ha saputo sfruttare al meglio la propria esperienza, vincendo 18 mondiali all’interno delle varie categorie. Fece inoltre parte del consiglio amministrativo della Juve sul finire degli anni 80. Ha poi ottenuto nel 1994 l’onorificenza “Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana”, ovvero il più alto degli ordini concessi per l’appunto della Repubblica Italiana.

LA LEGGENDARIA LANCIA E TITOLI SUDATI

Nato a Torino il 26 maggio 1939, si laurea in scienze politiche e inizia la sua carriera prima come pilota, vincendo nel 1961 il titolo italiano con una Lancia Appia Zagato del campionato GT classe 1150 cc. Dopo quest’esperienza si impegna a fondare il reparto corse Lancia, e nel 1963 apre l’HF (High Fidelity). Sarà questo l’inizio della romantica leggenda della casa torinese nelle competizioni rally.
Fra le grandi auto della competizione ricordiamo ben più di una Lancia, fra cui la Fulvia Coupe, la Stratos, la 037 e la regina Delta HF Integrale. Il team negli anni conquistò ben 7 mondiali costruttori (1972, 1974, 1975, 1976, 1983, 1987, 1988) e 3 piloti (1977,1987,1988), battendo avversari come Audi e Ford, molto più ricche ed organizzate . Finita l’esperienza nel mondo Lancia, si sposta in Fiat, dove riesce comunque a conquistare tre mondiali costruttori e due piloti, di cui uno con l’immortale (e bizzarro) Walter Röhrl, suo collega fin dai tempi della Lancia con cui corse e realizzò imprese leggendarie.

L’esperienza con la Lancia continua anche nel mondiale endurance. Qui la sfida Italia-Germania si ripete con la battaglia ingaggiata con la Porsche. Con vetture come la Beta Montecarlo e la LC1, il team torinese guidato da Fiorio si scontra con la 935 e la 956. Anche qui il nostro non delude i vertici Fiat, vincendo tre titoli (1979, 1981, 1982).

L’AVVENTURA IN F1

Date le buonissime referenze, è facile il salto nella massima categoria, la Formula 1. Dal 1989 fino al 1991 ottiene il ruolo di direttore sportivo della Ferrari. Durante questo periodo mette insieme 36 GP, vincendone 9 e andando a podio ben 25 volte.

Cesare Fiorio con alain prost
© Getty Images

Nel 1990 sfiorò il titolo con Alain Prost, quando il francese fu buttato fuori da Senna all’ultima gara in Giappone. Già, Senna: all’insaputa di tutti, Fiorio cerca in ogni modo di portarlo in Ferrari, sin da quando il manager arriva a Maranello. Si incontrano a Montecarlo e in Brasile, e nel primo caso è l’amico di Ayrton, il fotografo Angelo Orsi, a portarlo in gran segreto con la macchina nel lussuoso appartamento monegasco del brasiliano. Della trattativa e dell’accordo, ormai stabilito, sono uscite anche le foto dei contratti fisici che erano stati stipulati.

Ma quando la notizia arrivò alle orecchie di Piero Fusaro, presidente della Ferrari, fu chiaro che fin quando sarebbe stato lui alla testa della scuderia, Prost non se ne sarebbe mai andato, e men che meno in favore del suo acerrimo rivale. Fiorio lascia la Ferrari proprio nel 1991, insieme a Prost, licenziato a una gara dal termine del Mondiale. Ma Fiorio non esita a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Ho preso la Ferrari in serie C e l’ho portata a lottare per il Mondiale”. 

LA MOTONAUTICA

La passione per i motori non si è mai limitata alla pista. Si mette infatti in gioco nell’universo della motonautica, dove ottiene risultati incredibili. Vince infatti due volte il titolo mondiale e in totale 31 Gran Premi. Detiene anche il record della traversata atlantica compiuta da un motoveicolo non commerciale. Il tempo è di “appena” 58 ore, 34 minuti e 50 secondi.

Cesare Fiorio con nigel mansell
© Motorsport Images

IL RITIRO E LA VITA PRIVATA

La sua avventura in Formula 1 però continua nel 1994, stesso anno in cui ottiene  l’onorificenza di “Cavaliere della Repubblica Italiana, ovvero il più alto degli ordini concessi, quando torna per guidare la Ligier. Nonostante qualche podio consolatore decide di passare al team italiano Forti. Il tutto continua fino al 1996 quando la squadra tricolore abbandona la competizione. Torna così alla Ligier concludendovi l’anno restandoci anche nel ’97 quando la squadra assume la denominazione di “Prost”, acquistata da Alain, che nonostante i trascorsi burrascosi dell’affaire Senna-Ferrari, pregò il manager di restare nella sua scuderia. Sul finire del 1998 però cambia ancora, tentando un avventura in Minardi. Dove, all’inizio del 2000, contribuisce all’arrivo in F1 di Fernando Alonso.

Una volta chiuso il capitolo delle corse, dopo alcuni anni come opinionista per alcune reti televisive ha deciso di aprire una masseria in Puglia, di cui è tutt’ora gestore. Si chiama “Masseria Camarda” ed è immersa nel verde a una ventina di chilometri da Ostuni. Lontano dal rombo dei motori, lontano dal chiasso che un tempo aveva intorno. E che comunque sia lo ha fatto rimanere un uomo semplice.

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Nicolò Laffranchi

Mi chiamo Nicolò Laffranchi e ho 19 anni, liceale con una forte passione per i motori e per le corse, che mi tengono compagnia ogni weekend da alcuni anni a questa parte.

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