Colin Chapman nel 75 viveva un periodo pieno di contraddizioni e di dubbi. Finiti i fasti del modello 72, non riusciva più a creare una Lotus innovativa e vincente quindi decise di creare un gruppo di lavoro composto da Tony Rudd, Peter Wright Ralph Bellamy e Charles Prior per progettare una monoposto degna del nome Lotus.
L’equipe formata dagl’ingegneri sembrava inseguire dei voli pindarici quando a Chapman, dopo un test in galleria del vento, diede al gruppo delle suggestioni nuove atte a creare quanto sognato. Dal brain storming continuo, il gruppo capitanato dal patron Lotus inizia a studiare una vettura con profilo alare sotto le fiancate al fine di ottenere un elevata depressione utile a creare un incremento di aderenza in curva.
Dopo giorni interminabili di lavoro viene realizzato un modello in scala di una monoposto totalmente diversa da quelle in uso fino a quel momento.
Sedotto dalle forme innovative, Chapman decide di dare via al progetto creando una monoposto dotata di pance laterali conformate come un’ala presentando due condotti destinati all’effetto suolo. A completare l’opera, Peter Wright dota le pance laterali della monoposto di minigonne a spazzola per sigillare la vettura all’asfalto seguendone l’andamento.
Illusi dai dati della galleria del vanto, i tecnici Lotus decidono di far scendere in pista la macchina col risultato di riscontrare dei problemi che suggeriscono a Chapman di rinviare il debutto alla stagione 77.
Il geniale patron inglese capisce subito che servirà tempo per risolvere i problemi ma una volta risolti avrebbe avuto in mano una monoposto quasi imbattibile.
Durante l’anno di collaudi la scuderia britannica oltre a sviluppare il progetto”78″ deve cercare di rendere competitiva la monoposto deputata al campionato del mondo 76.
Da subito si capisce che è necessario abbassare il baricentro e che si dovevano trovare delle minigonne più resistenti all’usura. Chapman ebbe l’illuminazione di usare delle bandelle in materiale ceramico associate a delle molle di precarico che riuscirono a risolvere il problema della sigillatura al suolo. Da quel momento la 78 si trasforma da idea a monoposto potenzialmente imbattibile.
Debuttando nel 77, la Lotus 78, si dimostra subito un progetto vincente anche se penalizzato da diversi problemi d’affidabilità che non permettono ad Andretti di andare oltre il terzo posto in classifica generale.
Il modello 78 viene utilizzato nelle prime 5 gare della stagione 78, diventando il prototipo necessario a realizzare la monoposto che cambierà il modo d intendere le corse….. ma questa e un’altra storia.