Formula 1Grandi eroi senza corona

Chris Amon: uno sfortunato di talento

Pensando alla storia della F1 è doveroso ricordare un pilota tanto talentuoso quanto davvero sfortunato: Chris Amon.
Il destino, ad un certo punto, è sembrato accanirsi contro di lui…
Chris lascia la Nuova Zelanda a diciannove anni e debutta in Formula 1 con una Lola gestita da Peg Parnell, mecenate e proprietario di team, che considerava il neozelandese il naturale erede di Fangio.
La scarsa affidabilità della macchina non permette al pilota di ottenere risultati degni di nota e, quando pensa di dover tornare a casa a gestire l’allevamento di famiglia, nel suo orizzonte appare Bruce McLaren che decide di aiutarlo.
Bruce ben conosce le doti di collaudatore di Amon e così riesce a farlo assumere dalla Ford per sviluppare la Ford GT40, il nuovo prototipo della casa americana che doveva riportare il marchio dall’ellisse blu a vincere la 24 Ore di Le Mans.
L’intuizione di McLaren si rivelò azzeccata…
È proprio grazie all’attività di Amon, unita a quella di Ken Miles, che il progetto GT40 prende vita e la vettura riuscirà a battere la Ferrari nell’edizione 1966 della classicissima francese!
L’impresa fu epica ed anche il cinema l’ha celebrata con il blockbuster “Le Mans ‘66 – La grande sfida”.
Nell’ambiente del motorsport, a quel punto, non si parla d’altro che delle doti di collaudatore di Amon.
L’eco dei pregi del neozelandese arriva anche alle orecchie del Drake che, dopo un’importante riflessione con Forghieri, decide di ingaggiarlo per la stagione 1967.
Era opinione del Vecchio che il mancato successo delle sue macchine fosse ascrivibile alla scarsa capacità a saper collaudare in modo preciso le monoposto da parte dei suoi piloti…,: le speranze riposte in Chris sono davvero alte!
Il debutto con le monoposto italiane ha luogo a Monaco, nel giorno nero di Bandini, ma di successo per Amon che, con una guida precisa, ottiene il suo primo podio.
La guida del neozelandese è talmente perfetta da permettere alla Ferrari di ottenere altre tre posizioni sul podio, sebbene sul gradino più basso.
Il 1968 potrebbe essere l’anno di Amon: Ferrari è assolutamente convinto che valga quanto Clark e lo vuole vedere lottare per il titolo.
Durante la stagione ottiene tre pole position e per otto volte occupa la prima fila.
Sfiora la vittoria in Spagna e, improvvisamente, quando sembra impossibile impedirgli di vincere…si rompe un fusibile ed è costretto al ritiro.
La nefasta situazione si ripete più volte: in Belgio, a privarlo del successo è una pietra che gli rompe il radiatore, in Canada è tradito dal cambio.
Sembra che la sfortuna sia la vera avversaria del neozelandese che nel 1968, a discapito dei pronostici dell’Ingegnere, invece di lottare per il titolo si deve accontentare del decimo posto finale…con l’aggravante della nomea di…”sfortunato”.

Chris Amon gp gran bretagna 1969
© Ferrari

La scuderia di Maranello si rende conto che anche per la stagione 1969 i veri avversari di Amon sono la sfortuna ed una certa inconsapevolezza di sé…
In Spagna è nuovamente primo con oltre trenta secondi di vantaggio, tutto sembra procedere finalmente per il meglio, Chris è imbattibile… quando un guasto al motore lo obbliga al ritiro…
Amon è stanco: tutti questi ritiri forzati lo hanno provato.
Decide di lasciare la Ferrari a metà stagione per ripresentarsi in pista un anno dopo con una March, ma senza ottenere risultati di rilievo.

Chris Amon Ferrari
© Ferrari

Nel 1971 si trasferisce alla Matra e riesce a conquistare una prestigiosa pole a Monza.
Finalmente la sfortuna sembra essere un ricordo…
In realtà, mentre è testa al GP d’Italia, con un buon margine rispetto agli avversari, perde la visiera del casco e, ancora una volta, deve accontentarsi del sesto posto finale…
L’anno seguente Amon spera ancora di sconfiggere la sua Dama grigia.
Conquista la pole in Francia, ed è convinto di poter vincere il suo primo gran premio.
Parte in testa, ma dopo venti giri dechappa una gomma…
Risultato?
Deve rientrare ai box, ma non si arrende.
Esce dalla pit e si misura in una grande rimonta che lo porta al terzo posto finale ottenuto tra gli applausi del pubblico!
Nel 1974 tenterà, senza successo, la strada del pilota costruttore, esperienza che si era già rivelata difficile qualche anno prima con McLaren..
È così che, dopo l’incidente di Lauda, scoraggiato decide di ritirarsi dalla Formula Uno.
Chi ha avuto l’opportunità di conoscerlo ne ha apprezzato le doti umane non inferiori a quelle professionali.
Il Drake lo apprezzò sempre molto, tanto da non esitare a contattarlo per ricevere un conforto nella scelta del sostituto di Lauda.
Il neozelandese non ebbe dubbi e segnalò un giovane corridore in Can Am: Gilles Villeneuve!
A chi chiedeva ad Amon cosa pensasse della sua sfortuna, il neozelandese rispondeva che il fatto di essere riuscito a sopravvivere negli anni più pericolosi del circus parlava da solo…: era stato fortunato solo per il fatto di aver potuto seguire la sua passione e non aver essere incorso in incidenti mortali…
Una lunga malattia ce lo ha strappato nel 2016 lasciandoci col rimpianto di non averlo mai visto vincere…

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Federico Sandoli

Esperto di logistica e trasporti, sempre pronto a recepire le novità ed a proporre soluzioni operative innovative. Lettore accanito, con una passione particolare per la scienza, la medicina ed…i supereroi. Iscritto al Club Ferrari di Maranello dalla nascita, curo da sempre la mia passione per la Ferrari e la F1 in genere. Colleziono modellini che posiziono rigorosamente in funzione del periodo dell’anno e degli eventi legati a piloti e case costruttori e custodisco gelosamente alcune lettere autografe oggetto di uno scambio di corrispondenza con l’Ing. Ferrari.

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