Cinque grandi (e piccoli) piloti Made in Canada

“Ha colpito il Canadese!” Così Andrea De Adamich esclamava nel videogioco F1 97 durante le fasi concitate di una gara. Il Canada, territorio tutto sommato giovane e (molto) freddo, ha dato i natali a diversi piloti che si sono distinti nei modi più disparati in Formula 1. Ne abbiamo selezionati cinque che secondo il mio avviso hanno lasciato (e stanno lasciando) un segno.
Al Pease

Sono passati tanti anni, ma si può certo affermare che Victor “Al” Pease sia stato il primo canadese di successo nelle corse. Vinse una serie di campionati nazionali, regionali e di classe, guidando in particolare MG e Mini. Per tutti gli anni Sessanta, Pease corse anche in monoposto, soprattutto Lotus.
Ma per il resto del mondo è ricordato per un episodio inglorioso: essere stato talmente lento in una gara di Formula 1 da essere squalificato. Successe alla sua terza partecipazione, al GP del Canada 1969.
A 48 anni suonati, gareggia con una vecchia Eagle, talmente vecchia che diventa subito una chicane mobile, rovinando la gara a parecchi piloti. Dopo 22 giri viene esposta la bandiera nera: la velocità media è assurda, si è stimato che andasse attorno ai 70 km/h. Ha lasciato il segno, sia nel bene che nel male.
Allen Berg

Molti non lo sanno, ma Allen Berg è stato il pilota che pose ufficialmente fine alla striscia di vittorie di Ayrton Senna nel campionato britannico di Formula 3 nel 1983 (ma solo perché era assente per le gare in Europa). Allen fa il suo ingresso in F1 nel 1986 con una non competitiva Osella.
In coppia con Piercarlo Ghinzani, Berg partecipò a nove gare e spesso era più lento di un paio di secondi dall’italiano in qualifica. Nelle gare la storia era simile (non conosceva molte piste), almeno quando la vettura non si rompeva, il che, a dire il vero, non accadeva spesso.
Nonostante ciò pareva possibile una sua partecipazione al successivo mondiale. Alcuni sponsor erano infatti pronti a finanziarlo, ma, alla cancellazione del GP del Canada, questi si tirarono indietro e il pilota rimase senza un volante.
Lance Stroll

Sebbene sia indubbio che la presenza di Lance Stroll sulla griglia di partenza sia dovuta al fatto che il padre è il proprietario del team per cui guida, resta comunque superiore ai connazionali che lo hanno preceduto in questa lista.
In ogni caso, dopo essere diventato il terzo canadese a conquistare un punto in F1 e il terzo a salire sul podio, Stroll ha il suo bel da fare se vuole essere il terzo a vincere un Gran Premio.
Avendo compagni di squadra del calibro di Felipe Massa, Sergio Perez e Sebastian Vettel, tende a fare molto meglio in gara che in qualifica, ma è in grado di dare il suo se vuole nel giro secco. Non è il prossimo Villeneuve, ma è molto più bravo di quanto alcuni commentatori vogliano far credere.
Jacques Villeneuve

Da un debutto straordinario a un licenziamento a metà stagione, la carriera di Jacques Villeneuve in F1 è stata una montagna russa che si è dipanata come una classica commedia in tre atti.
Dopo una splendida 500 miglia di Indianapolis e una doppietta di titoli CART Indycar nel 1995, Villeneuve viene ingaggiato dalla Williams, in ricostruzione dopo la morte di Ayrton Senna.
Figlio di uno dei piloti più venerati della F1, quello di Jacques fu uno dei debutti più attesi di tutti i tempi e non deluse, sfiorando la vittoria al primo tentativo. Il suo stile aggessivo era in armonia con la squadra e la vettura.
Se non altro, guidò meglio nell’orrenda livrea Winfield che seguì il suo successo nel campionato del 1997, ma con la Renault in secondo piano nessuno se ne accorse, mentre McLaren e Ferrari si contendevano il titolo.
Il riscatto che provò ad ottenere dalla BAR poteva essere una storia a lieto fine, tanto quanto i risultati in pista, del capitolo successivo della carriera. Il cambio di regole del 1998 non sembrò mai adattarsi a lui allo stesso modo e, anche se si potevano intravedere sprazzi della scintilla di un tempo, questi diventavano sempre più rari.
Gilles Villeneuve

Un eroe per una generazione di appassionati di corse, che hanno adorato il suo stile “o tutto o niente”, il suo controllo sublime dell’auto e la sua sportività (vedi più avanti). Gilles Villeneuve era quasi certamente ad un passo dalla gloria prima di quel fatidico giorno a Zolder nel 1982.
Dal suo debutto in testacoda a Silverstone nel 1977 con la terza McLaren, alla scelta a sorpresa di sostituire Niki Lauda alla Ferrari, l’ascesa di Gilles è avvenuta nel momento in cui il pubblico televisivo era in piena espansione, rendendolo una superstar globale per una nuova generazione di fan.
I suoi eroismi sul bagnato a Montreal nel 1978 sono entrati nella leggenda, così come il suo rispetto degli ordini di scuderia nel 1979, quando era il più veloce dei due piloti Ferrari, ma il titolo andò al compagno di squadra Jody Scheckter.
Come sia riuscito a strappare due vittorie alla Ferrari nel 1981, praticamente un cancello, resta la misura del suo genio. Chissà cosa avrebbe combinato dopo senza qual tragico incidente: molto probabilmente si sarebbe unito alla McLaren nel 1983.