Clay Regazzoni: il pilota ticinese più rappresentativo di tutti i tempi
Gianclaudio Giuseppe “Clay” Regazzoni nacque il 5 settembre 1939 a Lugano, nel Canton Ticino.
Ricevette un’educazione rigida, soprattutto da parte del padre, ricordato spesso dallo stesso Clay per la freddezza, ma di cui non rimpianse mai la severità.
I suoi genitori possedevano una carrozzeria a Mendrisio e lì Clay, fin da bambino, coltivò la sua passione per la meccanica e per le auto da corsa.
La carriera agonistica di Clay ha inizio nel 1963, all’età di ventiquattro anni, quando, spinto dall’amico Silvio Moser, esordì nelle corse disputando alcune cronoscalate con una Austin-Healey Sprite 950.
Nel 1965 prende parte al corso di pilotaggio di Jim Russell e risulta essere il migliore, guadagnandosi l’ingaggio in Formula 3 su una Brabham-Ford.
Ben presto, il pilota ticinese di poche parole, cominciò ad imporsi nelle formule propedeutiche e nel 1970, anno definitivo per la sua consacrazione, si laureò campione europeo di Formula 2.
CLAY REGAZZONI E LA FORMULA UNO
Il pilota ticinese attirò l’attenzione di Enzo Ferrari che lo prese “sotto la sua ala” e gli permise di debuttare nella massima categoria con il cavallino nel 1970, in sostituzione a Ignazio Giunti.
All’esordio Clay non tradì le aspettative: giunse subito a punti ottenendo il quarto posto al Gran Premio d’Olanda.
Il Gran Premio d’Italia 1970 fu un weekend difficile da dimenticare per il mondo dei motori. Il pilota austriaco Jochen Rindt perse tragicamente la vita sabato cinque settembre (ironia della sorte il giorno del trentunesimo compleanno di Regazzoni) a causa di un terribile schianto nel corso delle qualifiche.
Regazzoni rimase molto colpito dalla dipartita improvvisa di Rindt, di cui stimava le caratteristiche di guida e le qualità umane. In interviste successive rivelò che il pensiero di smettere di correre lo tormentò per un certo periodo di tempo, in reazione alla scomparsa improvvisa di Rindt, ma il suo amore per i motori e la sua carriera in rapida ascesa lo fecero ricredere.
Il giorno successivo, il 6 settembre 1970 Clay Regazzoni vinse il suo primo Gran Premio a Monza. L’atmosfera, inizialmente molto pacata, mutò drasticamente quando la Ferrari di Regazzoni tagliò per prima la linea del traguardo. Tutti i 230.000 tifosi presenti sugli spalti esultarono, urlando e sventolando in cielo bandiere italiane e svizzere.
Questa vittoria consacrò Clay come star internazionale a tutti gli effetti.
Avevo quattro secondi di vantaggio ero solo al comando sentivo solo il rumore del motore e temevo potesse succedere qualcosa alla macchina. Continuavo a guardare il manometro, era a posto passando vedevo esultare il pubblico sulle tribune. Vedevo sventolare le bandiere svizzere e quelle italiane, erano tutti in piedi. Che emozione
Dalla stagione 1973, la Ferrari ebbe a disposizione la pista di Fiorano per testare la propria monoposto. L’apporto di Regazzoni, in qualità di pilota e tecnico fu molto importante per migliorare la competitività della vettura.
Prima di tutto sono qualità umane perché è un uomo che parla poco, sorride amabilmente e soprattutto non è un piantagrane. Non sono la moglie per conoscere i difetti di Regazzoni – Enzo Ferrari
Nel 1974 la scuderia di Maranello ingaggiò il giovane Niki Lauda, sotto consiglio dello stesso Regazzoni che spinse Enzo Ferrari a credere nel talento naturale dell’austriaco.
I piloti Ferrari non potevano essere caratterialmente più diversi, allo stesso tempo, vi era un’invidiabile sintonia. Ci fu qualche attrito, ma si rispettarono sempre, tessendo le lodi uno dell’altro.
Avevamo stabilito un legame molto stretto senza bisogno di parlare. Quando però eravamo alla guida delle nostre auto da corsa ci combattevamo senza tregua – Niki Lauda
Un episodio curioso a sottolineare questo rapporto particolare avvenne in Sud Africa, a Kyalami, quando Regazzoni invitò un nutrito gruppo di persone a mangiare al Kyalami Ranch. Firmò la fattura contraffacendo la firma di Lauda e la fece addebitare a quest’ultimo. Lauda lo ripagò con la stessa moneta: gli addebitò una fattura con un importo quintuplicato alla prima occasione successiva disponibile.
I motivi del contendere furono sempre piccoli episodi di gara fino al Gran Premio di Monaco del 1974, dove la relazione tra i due si incrinò irrimediabilmente.
Regazzoni era in testa alla gara, Lauda era secondo e cercò di superarlo per tutto il tracciato, fino a che l’austriaco fece una manovra al limite e lo svizzero finì in testa coda. Lauda fu al comando della corsa con un bel vantaggio per diversi giri, ma poco prima della fine della corsa il generatore si ruppe e fu costretto a ritirarsi.
Regazzoni, al termine della stagione, laureatosi vice campione del mondo con un distacco di soli tre punti dalla prima posizione occupata da Lauda, continuò a ripetere che la causa della sua sconfitta fu la manovra di Lauda sul circuito di Monaco. Nel 1976 il rapporto tra il pilota elvetico e la Ferrari cominciò ad incrinarsi.
Dopo lo spaventoso incidente di Lauda, Carlos Reutemann prese il posto del pilota austriaco e impressionò il direttore del reparto corse del Cavallino, Luca Cordero di Montezemolo, al punto da offrigli un contratto per la stagione successiva.
Regazzoni venne così messo alla porta dalla Ferrari con cui lui tanto sognava di terminare la carriera.
Nel periodo successivo, divenne difficile per Regazzoni tornare a correre per una scuderia competitiva, visto anche i vari rifiuti susseguitisi negli anni da parte sua per rimanere alla Rossa.
POST FERRARI E TERMINE DELLA CARRIERA
In seguito al fallito accordo con la Brabham dovuto al veto posto da Carlos Pace, passò alla neonata Ensign nel 1977. Fu una stagione sfortunata: nessun piazzamento sul podio, numerosi incidenti e danni al motore.
In questo periodo ebbe anche delle problematiche con il Fisco svizzero, al punto da essere costretto a trasferirsi all’estero, per la precisione nel Principato di Monaco.
Il 1979 fu un anno di rinascita per Regazzoni. Frank Williams lo assunse nella sua squadra per fare coppia con Alan Jones. Lo svizzero regalò alla squadra inglese la sua prima vittoria a Silverstone e diversi buoni piazzamenti nel corso della stagione.
La Williams si rese anche protagonista di un episodio, a posteriori quasi premonitorio, nei confronti del pilota elvetico: a Monza, in occasione del quarantesimo compleanno del pilota, il team gli regalò una sedia a rotelle munita di ruote e alettone.
Tornato all’Ensig per la stagione 1980, la carriera di Regazzoni terminò improvvisamente il 30 marzo dello stesso anno, in seguito ad uno spaventoso incidente nel Gran Premio degli Stati Uniti d’America-Ovest, sul circuito di Long Beach.
La sua vettura uscì di pista al 51º giro a causa di un’avaria all’impianto frenante e si schiantò a 270 km/h contro la Brabham di Ricardo Zunino, che era stata abbandonata dai commissari nella via di fuga dopo il ritiro dell’argentino.
Le gravi ferite che il pilota riportò alle gambe e alla spina dorsale lo resero paraplegico per il resto della vita, nonostante le oltre sessanta ore di interventi che subì nel corso dei tre anni successivi all’incidente.
Regazzoni non rimase mai in silenzio e più volte denunciò le negligenze dei medici che invece di risolvere la sua condizione, la resero ancora più dolorosa.
Pur costretto su una sedia a rotelle, Regazzoni non abbandonò mai il mondo dei motori partecipando ad alcune gare rallystiche (su vetture con comandi modificati per l’occasione) e battendosi per i diritti dei disabili nello sport. Nei pressi di Roma fondò una scuola guida per disabili e, insieme ai tecnici, sviluppò nuovi strumenti di guida oggi standardizzati.
MORTE DI CLAY REGAZZONI
Il 15 dicembre 2006, presso il teatro Regio di Parma si attende l’arrivo del pilota svizzero per una riunione con i dirigenti del “Club Italia” di cui Regazzoni è diventato socio al termine della sua carriera in Formula uno e per il quale disputa ancora competizioni di rally in tutto il mondo.
Purtroppo Regazzoni a quella riunione non arrivò mai. Perse la vita, all’età di sessantasette anni a causa di un incidente stradale lungo l’autostrada A1, all’altezza dello svincolo di Fontevivo.
Si schiantò contro un camion che lo precedeva e morì sul colpo. L’autopsia smentì l’ipotesi di un malore improvviso e venne escluso anche un difetto meccanico della vettura. La causa dell’incidente resta sconosciuta.
Naturalmente non ero mai stata confrontata con una morte così repentina, perciò ti lascia sbalordita e per smaltire tutto questo dolore c’è voluto parecchio tempo – vedova di Regazzoni (Maria Pia Regazzoni)
I funerali si svolsero nella Chiesa del Sacro Cuore di Lugano.
Regazzoni è tumulato nel cimitero di Porza, a nord di Lugano.
CLAY REGAZZONI NEL WEB
Sito FacebookI NUMERI DI CLAY REGAZZONI
Vittorie
Gare disputate
Podi
Pole position
ATTIVITA’ AGONISTICA
1970 Scuderia Ferrari 3° 33 pt
1971 Scuderia Ferrari 7° 13 pt
1972 Scuderia Ferrari 7° 15 pt
1973 Marlboro BRM 17° 2 pt
1974 Scuderia Ferrari 2° 52 pt
1975 Scuderia Ferrari 5° 25 pt
1976 Scuderia Ferrari 5° 31 pt
1977 Team Tissot Ensign 17° 5 pt
1978 Shadow Racing Team 16° 4 pt
1979 Albilad-Saudi Racing Team 5° 29 pt
1980 Unipart Racing Team NC 0 pt
E sempre bello leggere la storia di un grande Pilota , onesto, e allo stesso tempo freddo e mai al limite, ma tutti Voi giornalisti tralasciate sempre una parte di vita molto importante e impegnativa di Clay Regazzoni: 10 anni di corse, e 26 anni di promotore in favore alla Paraplegia. Grazie Club Clay Regazzoni.