Clemente Biondetti: l’uomo della Mille Miglia
Clemente Biondetti, rimane ancora il pilota che vinse per ben quattro volte la Mille Miglia: un record ancora imbattuto e che ci riporta a quel periodo a cavallo della Seconda Guerra Mondiale

Il suo palmarès comprende duecento gare, tra cui nove Mille Miglia, 138 volte classificato, quindici marche tra auto e moto pilotate, e oltre trent’anni di attività nel modo delle corse. Non era un personaggio semplice, anzi era difficile, impulsivo e poco accomodante, ma era sincero e leale ed un vero guerriero della pista.
Nato a Buddusò, provincia di Sassari, il 18 novembre 1898, ma considerato toscano d’adozione, si appassionò da subito al mondo dei motori, senza però partecipare a nessuna gara.
A venticinque anni partecipò alle sue prime corse in moto, ma come tutti i giovani di quell’età pensava di essere immortale finendo per sfiorare l’incoscienza; poi nel 1926, un terribile incidente sul circuito motociclistico di Ostia.
Biondetti e altri due piloti provarono a passare insieme su un ponte troppo stretto, e la conseguenza fu un morto, un ferito e Biondetti fermo un anno a causa di ben ventiquattro fratture. Così, nel 1927 decise di passare alle quattro ruote. Dopo una ventina di gare con la Salmson e una parentesi con la Talbot, arrivarono i primi successi con la Bugatti, poi nel 1929 si laureò Campione Italiano 1100.

Nel 1931 arrivò la chiamata dal team ufficiale Maserati dove ottenne due significativi terzi posti nei Gran Premi di Roma e di Francia. Purtroppo la vettura non era molto competitiva, così a Monza portò in pista una vettura ibrida da lui assemblata utilizzando un motore Maserati e un telaio Bugatti.
Si racconta che quella vettura sia stata la stessa auto che Luigi Premoli usò per laurearsi Campione Italiano nel 1930 e 1931 nella categoria fino a 1100cc. Nacque così la P.M.B. (Premoli Maserati Bugatti) e questo suscitò la curiosità della stampa e finendo sui giornali dell’epoca, non come pilota ma come costruttore.
Negli anni successivi sia Premoli sia Biondetti gareggiarono in diverse gare utilizzando almeno due versioni di questo ibrido.
La svolta di Clemente Biondetti
Nel 1937, si fece notare nel Gran Premio di Tripoli, tenendo testa allo strapotere delle Mercedes. Questo fece crescere notevolmente la fama del pilota italiano stuzzicando la dirigenza di una grande casa italiana, l’Alfa Romeo, che lo assunse per la stagione successiva.
Subito arrivò la prima vittoria assoluta alla Mille Miglia del 1938, al volante di una della nuova Alfa Romeo 8C 2900B spider, in coppia con Aldo Stefani. Fu una successo indimenticabile, ottenuto stabilendo il primato della media più alta. Record poi battuto nel 1953.

L’anno successivo arrivò la vittoria sul Circuito di Pescara, ma il conflitto mondiale fermò tutte le competizioni automobilistiche. Terminata la guerra Biondetti aveva quasi 50 anni, ma questo non gli fece perdere la voglia di vincere. Nel 1947, 1948 e 1949 arrivarono tre vittorie consecutive alla Mille Miglia.
Da ricordare il leggendario successo del ’47, ottenuto a dispetto di tutto e contro i più bei nomi dell’automobilismo mondiale, tra cui il grande Tazio Nuvolari. Fu un’edizione interminabile, svoltasi sotto la pioggia battente. Resa ancora più bella battendo la Ferrari del “Mantovano Volante”

Dopo due successi nel Giro di Sicilia nei due anni successivi, entrò a far parte della famiglia di Enzo Ferrari. Con l’ennesima vettura ibrida, composta da un telaio Ferrari 166S e motore Jaguar sport partecipò all’unico Gran Premio di Formula 1 della sua carriera, a Monza nel 1950.
Un evento che non portò risultati positivi e che fece ritornare Biondetti alla corte di Maranello.
Nel 1952 si piazzò terzo al Gran Premio di Monaco in coppia con Antonio Stagnoli.
L’anno successivo arrivò una delle sue ultime vittorie alla Coppa della Toscana del 1953, alla guida di una Lancia Aurelia, prima di ritirarsi definitivamente a causa di un cancro. Morì a Firenze il 24 febbraio del 1955.
Se volete approfondire la storia di Clemente Biondetti, un vero stradista italiano che poté vantare anche 3 partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans (1938, 1951 1953) e ben 8 alla Targa Florio, vi consigliamo una visita al sito: biondetti.it
Qui trovate la sua biografia scaricata dal sito: museoauto.com – Biografia Clemente Biondetti