Dalla prima di Michael all’ultima di Lewis in quel luogo comune: SPA Francorchamps
Blocchiamo le lancette dell’orologio e torniamo al 2017 a quello di SPA Francorchamps, probabilmente il circuito più suggestivo dell’intero calendario: Eau-Rouge-Raidillon è una “curva” che in passato ha segnato la differenza tra piloti buoni e fuoriclasse. Ora la Formula 1 ultra-tecnologica ha fatto perdere parte del fascino del tracciato belga visto che la prima nominata Eau Rouge-Raidillon non può nemmeno più considerarsi una vera e propria curva in quanto viene percorsa facilmente in pieno da tutti i piloti.
Nel weekend del 2017, sul circuito SPA Francorchamps ci ha regalato un pezzo di storia: Lewis Hamilton, qualificandosi in prima posizione, ha conquistato la sua 68esima pole position in carriera, eguagliando il numero di Michael Schumacher e diventando, assieme al tedesco, il pilota con il maggior numero di pole nella storia della Formula 1. Un record non da poco che con tutta probabilità verrà migliorato nel corso di questa stagione.
Il circuito belga mette stranamente (o forse no) in comune i due piloti al momento detentori del record di pole position. Proprio a SPA Francorchamps, in una giornata difficile tra scrosci di pioggia e raggi di sole, Michael Schumacher conquistò la sua prima vittoria in Formula 1, nel 1992, a bordo della Benetton B192. Strane analogie ma forse non casuali visto che non c’è posto migliore nel quale potevano accadere due avvenimenti così importanti, in uno dei circuiti più storici della Formula 1.
Il percorso vincente di Lewis Hamilton comincia dalla sua meta preferita, il Canada, dove Hamilton ha colto finora sei pole position e cinque vittorie su sei arrivi al traguardo. E’ il 2007, Lewis Hamilton conquista sei pole position e si classifica in seconda posizione in un Mondiale, che al suo primo anno, sembrava nelle sue mani per poi sfuggirgli a causa di quel clamoroso ed ingenuo errore nel GP di Cina quando il pilota britannico finisce accidentalmente la sua gara nella ghiaia all’entrata della corsia box, proprio e non poteva essere diversamente, dopo essere partito dalla pole position, la sua ultima di quell’anno.
Le pole non mancheranno nemmeno l’anno successivo, il 2008, l’anno del suo primo titolo mondiale, campionato che molti tifosi ferraristi ricorderanno amaramente dopo che, nel thrilling ultimo GP del Brasile, Hamilton ottiene il titolo grazie ad un sorpasso ad una manciata di metri dal traguardo.
Negli anni successivi la McLaren perde competitività nei confronti degli avversari e di conseguenza anche le sue pole position diminuiscono: dal 2009 al 2011 Hamilton scatta dalla prima posizione solo in cinque occasioni, un numero che riuscirà a migliorare l’anno successivo con ben sette pole position quando solo una macchina poco affidabile non gli permette di lottare per il titolo mondiale.
Dal 2013 comincia la cavalcata vincente con la Mercedes, dopo un difficile primo anno il 2014, anno dell’avvio dell’era turbo, porta successi e molte pole position: sette nel 2014, ben undici l’anno successivo, nei due anni da campione del mondo. Il 2016, nonostante il titolo conquistato da Nico Rosberg, è il suo anno più prolifico riguardo a pole: sono ben dodici a fronte di dieci successi di gara.
Il 2017 è cominciato con sette pole, tra le quali l’ultima, la più importante, quella del record. Che Lewis Hamilton sia anche stato aiutato dal mezzo è fuori dubbio, così come calendari più ricchi di gare hanno favorito tale impresa ma eguagliare il record di pole position con ancora anni di carriera davanti a se lo rende un pilota speciale che di diritto entra e rimarrà nella leggenda. Nel Gran Premio d’ Italia, Hamilton potrà scavalcare Michael e diventare l’unico detentore di questo prestigioso record, il pilota che per più volte è stato il più veloce in Formula 1.