Dalla Tyrrell a sei ruote ai veleni del GP di Spagna 1976

Il 2 maggio, la Formula 1 tornò in Spagna dopo la tragedia dell’anno passato a Montjuïc, quando la vettura di Rolf Stommelen volò sul pubblico provocando la morte di quattro spettatori.
Consci delle problematiche di sicurezza di quel tracciato, il GP di Spagna 1976 si spostò, in via definitiva sul circuito di Jarama, nei pressi della capitale, Madrid.
Per ragioni di sicurezza, fu cambiato anche il regolamento, mettendo al bando l’airbox e imponendo un’altezza massima delle prese d’aria del motore a 80 cm dal suolo. Furono dimensionate gli alettoni posteriori, la larghezza delle ruote e della vettura e, introdotto un sistema per proteggere le mani del pilota.
Tra le novità del venerdì, balzò subito agli occhi, la Tyrrell P34, affidata solamente da Patrick Depailler.
Questa monoposto a 6 ruote, fu oggetto di molte discussioni, tuttavia era conforme al vigente regolamento.
La Ferrari arrivò con la nuova 312T2, con le prese d’aria intorno all’abitacolo.
Ma prima di questo successe dell’incredibile: Niki Lauda, leader attuale del mondiale, rimase coinvolto in un banale incidente mentre sistemava un giardino nei pressi della sua abitazione, a Salisburgo, un piccolo trattore gli finì addosso, provocando al pilota austriaco la frattura ad una costola.
I tecnici di Maranello riuscirono a tempo record a modificare il sedile del pilota, per attutire le vibrazioni e permettendo a Lauda di poter correre la gara.
Il team Lotus sostituì Bob Evans, assumendo Mario Andretti, arrivato dal team Panelli che abbandonò in maniera definiva la F1. In pista fece la sua prima apparizione il nuovo team privato RAM, con due
Brabham affidate allo svizzero Loris Kessel e lo spagnolo Emilio de Villota.
La griglia di partenza
Nelle qualifiche del sabato, James Hunt riuscì a conquistare la sua terza pole stagionale su 4 gare disputate, davanti a Lauda, che nonostante gli antidolorifici e il dolore sempre più forte, riuscì ad imporsi piazzandosi al fianco dell’inglese.
Seconda fila per Patrick Depailler con la nuova P34 e Jochen Mass con la seconda McLaren.
Clay Regazzoni, carico dopo la vittoria a Long Beach, fece segnare il quinto tempo, davanti alla March di Brambilla. Quarta fila per la Lotus di Nilsson e Jacques Laffite su Ligier seguiti da Mario Andretti e Chris Amon, a chiudere la top 10.
I primi veleni
Prima della gara, iniziarono i sospetti sulle due monoposto di Woking, accusate di essere irregolari: in particolare furono trovati i tubi dell’olio con una sporgenza oltre il limite consentito, così come la posizione dei radiatori. Gli steward decisero rinviare la decisione dell’ultimo punto, a settembre, mentre per la questioni dei tubi dell’olio furono considerati non rilevanti, riguardo alle prestazioni delle vetture.
Ciò provocò la reazione della Ferrari, che minacciò di ritirare le due 312T2. Pierre Ugeaux, allora presidente CSI, con una decisione contraddittoria, dichiarò illegali le due McLaren M23, ma nello stesso tempo idonee a partecipare al GP, rinviando tutte le decisione a luglio.

Allo spegnimento dei semafori rossi, Lauda prese subito il comando della gara, chiudendo Hunt, alla prima curva, mentre Brambilla, scavalcò Depailler, portandosi dietro Mass e Laffite. Regazzoni, partito quinto fu risucchiato dal gruppo finendo al decimo posto.
Purtroppo la March di Brambilla, non poteva competere con la Tyrrell e la McLaren, perdendo 3 posizioni nel giro di una dozzina di giri a favore di Depailler, Mass e in seguito dalla Ligier di Jacques Laffite.
La gara per l’italiano terminò alla tornata numero 21 per un problema all’impianto frenante, alla March del brianzolo si aggiunse, dopo cinque giri, anche il ritiro di Depailler, tradito anch’egli dai freni.

Laffite, finì nelle retrovie per un problema al cambio, rimescolando la classifica e permettendo a Mass di avvicinarsi a Lauda, che nel frattempo, perse la leadership a favore dell’inglese. Al giro numero 34 anche Mass, finì per passare la Ferrari del Campione del mondo in carica.
Nei venti giri successivi si ritirarono: Mario Andretti al giro 34 per un problema al cambio, stessa sorte, dopo due tornate per Arturo Merzario con la March.
Poi due ritiri per problemi al motore, per John Watson con la Penske e Jody Scheckter con la Tyrrell.

Al giro numero 58, Regazzoni dovette fermarsi ai box per la rottura del manometro della pressione della benzina, perdendo diversi giri, mentre la Shadow di Jarier, che in quel momento si trovava al quinto posto, dovette dare forfait per un guasto elettrico.
Il susseguirsi dei ritiri finì per colpire anche la McLaren di Jochen Mass, offrendo a Niki Lauda il secondo posto, seguito da Gunnar Nilsson con la Lotus, poi Carlos Reutemann, Chris Amon con la Ensign e Carlos Pace con la seconda Brabham.
Il GP di Spagna 1976 non finisce così

Le controversie contro la McLaren nel GP di Spagna 1976, non finirono; al termine della gara i commissari riscontrarono una irregolarità sugli pneumatici posteriori, che superavano di 18mm il limite imposto dal regolamento.
Per questo motivo Hunt fu squalificato. Poi il 5 luglio dello stesso anno, il Tribunale d’Appello della Federazione riassegnò la vittoria all’inglese della McLaren, respingendo nel secondo appello, le proteste della Scuderia di Maranello.
L’ordine di arrivo del GP di Spagna 1976
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 11 | ![]() |
![]() |
01:42:20.430 | 75 |
1 |
9 |
2 | 1 | ![]() |
![]() |
01:42:51.400 | 75 |
2 |
6 |
3 | 6 | ![]() |
![]() |
01:43:08.450 | 75 |
7 |
4 |
4 | 7 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 74 |
12 |
3 |
5 | 22 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 74 |
10 |
2 |
6 | 8 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 74 |
11 |
1 |
7 | 20 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 74 |
21 |
0 |
8 | 16 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 74 |
22 |
0 |
9 | 19 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 74 |
20 |
0 |
10 | 21 | ![]() |
![]() |
+2 laps | 73 |
23 |
0 |
11 | 2 | ![]() |
![]() |
+3 laps | 72 |
5 |
0 |
12 | 26 | ![]() |
![]() |
+3 laps | 72 |
8 |
0 |
13 | 37 | ![]() |
![]() |
+3 laps | 72 |
24 |
0 |
RIT | 12 | ![]() |
![]() |
Engine | 65 |
4 |
0 |
RIT | 17 | ![]() |
![]() |
Electrical | 61 |
15 |
0 |
RIT | 3 | ![]() |
![]() |
Engine | 53 |
14 |
0 |
RIT | 28 | ![]() |
![]() |
engine | 51 |
13 |
0 |
RIT | 35 | ![]() |
![]() |
Gearbox | 36 |
18 |
0 |
RIT | 5 | ![]() |
![]() |
Gearbox | 34 |
9 |
0 |
RIT | 4 | ![]() |
![]() |
Accident | 25 |
3 |
0 |
RIT | 9 | ![]() |
![]() |
Suspension | 21 |
6 |
0 |
RIT | 10 | ![]() |
![]() |
Transmission | 11 |
16 |
0 |
RIT | 30 | ![]() |
![]() |
Transmission | 3 |
19 |
0 |
DNQ | 18 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 32 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 25 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 33 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 24 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 31 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |