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Formula 1Grandi eroi senza corona

De Angelis: il principe della Formula Uno

Era nato in una delle famiglie più ricche d’Italia, poteva condurre una vita degna di un principe ereditario, De Angelis ha rifiutato tutti questi agi per seguire la sua passione: l’automobilismo.
Quando il paddock non era un empireo dorato, Elio spiccava per la sua educazione, l’eleganza dei modi, incontrandolo non rifiutava mai un autografo o una foto.

Ero appena diciottenne quando quando vidi De Angelis a Imola, nel 1985 e me lo immaginavo perfetto al cinema ad interpretare personaggi di Glamour come James Bond o Brett Sinclair, tanto i suoi modi rappresentassero un educazione regale. Era introverso di natura, parlava poco ma sapeva essere eccezionale come persona e i suoi colleghi se ne accorsero nell 1982 quando, nel pieno dello sciopero guidato da Lauda e Pironi, De Angelis per stemperare l’ambiente suonava il pianoforte.

Con una passione per la velocità ereditata dal padre, un ex campione di motonautica, Elio, grazie al talento riuscì ad imporsi nei vari campionati delle formule minori.
La svolta potrebbe arrivare nel 78. A Maranello Ferrari aveva puntato su un giovane canadese che non stava mantenendo le promesse risultando protagonista di diversi incidenti tali da far vacillare l’intento del Vecchio.
La Ferrari lo convoca, il giovane romano si cala nell’abitacolo della T3 e subito gira sui tempi di Villeneuve.
L’affermazione al GP di Monaco di F3 gli fa da viatico per il regno dei motori, Il Drake sembra convinto e convoca Elio per la firma del contratto.
Il principino, consigliato dal padre si presente con il suo legale di fiducia, Ferrari appena vede il legale straccia il contratto e manda via il ragazzo.
Nonostante tutto Elio riesce a debuttare in Formula Uno con una modesta Shadow mettendosi comunque in luce e attirando l’attenzione del patron della Lotus, Colin Chapman che sta cercando il sostituto di Reuteman per il 1980.
Alla Lotus trova Mansell come compagno di squadra, Elio alzò l’asticella risultando costantemente migliore dell’inglese.
Nel 1982 fu proprio il pilota romano a regalare l’ultima vittoria a Chapman, infatti il patron della Lotus sarebbe scomparso qualche mese dopo.

Elio De Angelis e Nigel Mansell Lotus 93 presentazione 1983
© F1.com

Nel circus intanto per il colore della macchina, avevano preso a chiamarlo il “principe in nero” e grazie all’adozione del motore turbo De Angelis sognava di poter entrare nel novero dei grandi della classe regina.

Nel 1984 la nera Lotus fu la migliore dopo le imbattibili McLaren, riuscì a battere i piloti di Ferrari e Williams e si candidava alla vittoria finale per la stagione successiva.
Il 1985 doveva essere il suo anno, la Lotus progetta una macchina superlativa ma non per lui, ma per Senna, il suo nuovo compagno di squadra, ambizioso e per giunta somigliante a Clark idolo della Lotus degli anni 60.
Nonostante Elio sia ormai un pilota maturo ed esperto e sia in testa alla classifica, la Lotus lo abbandona. Senna è il futuro e rappresenta un mercato, quello brasiliano, di sicura presa per gli sponsor della vettura.

Elio de Angelis e Ayrton Senna-
© Getty Images

Sfiduciato decide di fare le valigie e trasferirsi alla Brabham dove il visionario direttore tecnico Murray aveva progettato una macchina particolare, molto bassa: la BT55.
Quella F1 era la cellula progenitrice dell’imbattibile McLaren dell ’88, ma nel 1986 la macchina non ne voleva sapere di andare.

Elio de Angelis Brabham BT55
© Getty Images

Dopo il GP di Monaco la squadra decise di andare in Francia a testare dei nuovi pneumatici.
Inizialmente al test avrebbe dovuto partecipare Patrese, De Angelis gli chiese se poteva andare lui perché aveva bisogno di affinare al meglio il feeling con la vettura.
Durante i test un guasto meccanico fu fatale, in pieno rettilineo si ruppe l’ala posteriore e la macchina si ribaltò prendendo fuoco. Essendo test i dispositivi di sicurezza sul circuito non erano attivi e l’italiano perì soffocato dal fumo sprigionato dalla sua auto in fiamme.

Elio de Angelis Brabham incidente
© Press

Da quel giorno durante i test sarà obbligatorio avere la presenza di personale di sicurezza per garantire ogni intervento.
Una volta ebbe a dire: “Quando guidi sei solo“, ma Elio non è mai stato solo e ancora oggi, nel nostro cuore è sul gradino più alto del podio.

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Federico Sandoli

Esperto di logistica e trasporti, sempre pronto a recepire le novità ed a proporre soluzioni operative innovative. Lettore accanito, con una passione particolare per la scienza, la medicina ed…i supereroi. Iscritto al Club Ferrari di Maranello dalla nascita, curo da sempre la mia passione per la Ferrari e la F1 in genere. Colleziono modellini che posiziono rigorosamente in funzione del periodo dell’anno e degli eventi legati a piloti e case costruttori e custodisco gelosamente alcune lettere autografe oggetto di uno scambio di corrispondenza con l’Ing. Ferrari.

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