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Denny Hulme: detto anche “l’orso” della Formula 1

Denny Hulme rimane uno dei piloti storici della Formula 1 e l’unico neozelandese campione del mondo, con il suo unico titolo vinto con la Brabham nel 1967. Nato il 18 giugno 1936, originario di Nelson in Nuova Zelanda e soprannominato “l’orso”, Hulme, in 10 anni di corse vinse 8 gare, salendo sul podio per 33 volte ed arrivando terzo in classifica finale nel 1968 e 1972 con la McLaren.

L’inizio nella classe regina

Il debutto in Formula 1 del pilota neozelandese avvenne nel maggio 1965, nel gran premio di Monaco alla guida di una Brabham. Saltata la gara successiva in Belgio, conquistò il quarto posto in Francia e un quinto piazzamento in Olanda. Nel 1966 la Brabham confermò Hulme dove ottenne quattro podi e con in suoi 18 punti conquistati arrivò quarto in classifica generale.

Campione del Mondo

L’anno successivo iniziò con un problema ai freni, ma questo non fermò il neozelandese che arrivò quarto in Sud Africa. La prima vittoria arrivò a Monte Carlo, ma la gara fu segnata dalla morte di Lorenzo Bandini. Due ritiri: in Belgio e a Monza, ma per il resto, Hulme riuscì a conquistare 6 podi e una vittoria in Germania dove disobbedì agli ordini di scuderia, intenti a favorire Jack Brabham in piena lotta mondiale.
La fine del campionato vide anche la Lotus di Jim Clark intenta a dare fastidio alle due Brabham.
Con 51 punti all’attivo Denny Hulme divenne campione del mondo, terminando anche l’avventura alla Brabham.

Il passaggio Woking

Nel 1968 Hulme passò alla McLaren, dove vinse a Monza e in Canada, purtroppo i due ritiri successivi non favorirono il pilota neozelandese che non potè bissare i risultati dell’anno passato, concludendo il campionato al terzo posto. L’anno successivo arrivò solo una sola vittoria in Messico nell’ultimo gran premio della stagione. Ma fu un’annata segnata da molti guasti meccanici ma Hulme si dimostrò sempre molto veloce.

La McLaren perde il suo fondatore

Nel 1970 iniziò nel migliore dei modi con un secondo al gran premio del Sud Africa, poi il 2 giugno dello stesso anno, Bruce McLaren, fondatore e compagno di squadra di Hulme, perse la vita sconvolgendo tutto il team che trovò nel pilota neozelandese l’unica ancora di salvezza. Denny non si fece attendere: con le sue doti doti velocistiche e tattiche, in 8 gare riuscì a conquistare 3 podi e altrettanti piazzamenti a punti, terminando la stagione al quarto posto. Il 1971 fu una stagione da dimenticare con cinque ritiri su 11 gare.

Il ritorno al successo

L’anno successivo sembrava la stagione del riscatto, subito arrivò un secondo posto in Argentina e una bellissima vittoria in Sud Africa. Ma il ritiro in Spagna e il quindicesimo posto a Monaco fecero tornare i brutti ricordi dell’anno prima. Poi in Austria arrivò un secondo posto e altrettanti podi nelle tre gare successive. Questo rilanciò Hulme che terminò il campionato a terzo posto.

Una vittoria da non dimenticare

Nel 1973 arrivò una bellissimo trionfo in Svezia con una strepitosa rimonta, superando l’idolo di casa, Ronnie Peterson al penultimo giro. Con altri due podi conquistati in Brasile e Gran Bretagna e i suoi 26 punti, Hulme finì la stagione al sesto posto.

Denny Hulme GP Italia 1968
Denny Hulme GP Italia 1968

Uno scomodo compagno

L’anno successivo arrivò alla McLaren un giovane pilota brasiliano, già campione del mondo con la Lotus nel 1972, Emerson Fittipaldi. La prima gara in Argentina fu vinta proprio dal pilota della Nuova Zelanda, poi una serie di ritiri e un secondo posto in Austria fece riflettere Hulme su un possibile abbandono dalle competizioni.

L’addio alle corse

Ma fu la morte di Peter Revson, suo compagno di squadra nelle ultime stagioni, unito alla fragilità e pericolosità delle vetture di quegli anni, che spinse il pilota neozelandese al ritiro definitivo.
Morì d’infarto il 4 ottobre 1992 nel corso della 1000 km di Bathurst.

I numeri di Denny Hulme

1

Mondiali

8

Vittorie

33

Podi

1

Pole position

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Silvano Lonardo

Mi occupo di Digital Strategist. Appassionato di Formula 1, ciclismo, pallamano e Lego. Insegnante di nuoto e due volte papà.

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