24 ore di Le Mans500 Miglia di IndianapolisEroi dei due mondiFormula 1

Eroi dei due mondi | Graham Hill

Il termine “leggenda” è ormai di uso comune, sdoganato com’è dalla retorica del Motorsport. Tuttavia, se alcune volte rasenta un’iperbole, coloro che si sono fregiati della Tripla Corona nel mondo del Motorsport sono sicuramente meritevoli di questo appellativo. Nonostante non sia un riconoscimento ufficiale ma puramente statistico, la Tripla Corona è come se tracciasse una linea di demarcazione tra le icone dell’automobilismo, istituendo una sorta di élite nell’élite.

Questo consiste nel vincere il GP di Monaco in Formula 1 (o il Mondiale Piloti), la 500 miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans, la gara più importante del mondo endurance. Vincere uno qualsiasi di questi eventi è già significativo per qualsiasi pilota, ma trionfare in tutti e tre è un traguardo eccezionale.

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NESSUNO COME GRAHAM HILL

Ad oggi un solo pilota nella storia è stato in grado di farlo: Sir Norman Graham Hill. Nato a Londra il 15 febbraio 1929, Hill inizialmente coltivò la sua passione per la velocità dedicandosi alle due ruote. Scelta sconfessata nel 1954 quando, conseguita la patente di guida, debuttò quasi per gioco su una Cooper 500 a Brands Hatch, dove si poteva girare alla modica cifra di 5 scellini.

Da quel momento in poi Graham si dedicò totalmente alle corse automobilistiche, che diventarono il suo amore più grande.

graham Hill gp Italia 1962
© Cahier Archive

CARRIERA AGONISTICA DI GRAHAM HILL

Hill approdò in Formula 1 nel 1958 con la scuderia Lotus, ricoprendo il ruolo di meccanico. Quello stesso anno debuttò al GP di Monaco, ritirandosi per una rottura al semiasse della sua monoposto. Le basi per la Tripla Corona Hill le pose vincendo a Monaco nel 1963: una vittoria che replicherà nel ’64, ’65, ’68 e ’69.

La vittoria di Hill nel 1966 della 500 miglia di Indianapolis al suo debutto in Indycar rappresentò la seconda parte della sua impresa. Il britannico fece parte della cosiddetta “invasione inglese” di piloti e vetture che si cimentarono in questa categoria, attratti dai grandi bonus in palio.

Nel 1966 la gara cominciò con 11 dei 33 partecipanti estromessi al primo giro a causa di un incidente. Inoltre Jackie Stewart, uno dei suoi più fieri rivali, fu costretto a fermarsi per problemi meccanici alla vettura. Queste circostanze (unite alle indiscusse abilità) agevolarono Hill nell’inseguimento alla vittoria su Lola Ford, dominando gli ultimi 10 giri.

Anche se il suo successo rimane ufficiale, alcuni credono tuttora che sia Gordon Johncock (classificatosi quarto) il reale vincitore, avendo completato la corsa in un tempo più rapido.

OBIETTIVO LE MANS

L’ultimo tassello per conquistare la Triple Crown era la vittoria alla 24 Ore di Le Mans. Quando i suoi risultati in Formula 1 peggiorarono, Graham Hill sposò il progetto Matra per vetture sport.

Nel 1972 insieme a Henri Pescarolo trionfò anche in questa competizione, schiacciando la concorrenza. Dopo questa vittoria, tornò a concentrarsi sulla Formula 1 dove i posti nelle squadre ufficiali cominciavano a scarseggiare. Hill decise allora di fondare una propria scuderia nel 1973, la Embassy Hill, forte della sponsorizzazione dell’Imperial Tobacco.

Inizialmente la squadra utilizzò telai Shadow e Lola, prima di sviluppare un progetto tutto originale. Nel 1975, a 46 anni, Graham si ritirò ufficialmente dall’attività agonistica, mettendo in primo piano la gestione della squadra e la crescita del suo pupillo Tony Brise.

Il record di Hill di 176 GP disputati ha resistito oltre 10 anni, eguagliato solo da Jacques Laffite.

graham hill gp gran bretagna 1965 jim clark
© Cahier Archive

LA MORTE IMPROVVISA

La vita di Graham Hill si concluse in tragedia. Il 29 novembre 1975, rientrando in Inghilterra dopo i test a Le Castellet, l’aereo da lui pilotato si schiantò in un campo da golf a nord di Londra. Morirono lui e diversi componenti della sua scuderia, che si sciolse poco dopo.

Lasciò la moglie Bette, sposata nel 1955 e i figli Brigitte, Samantha e Damon. Proprio quest’ultimo seguì le orme del padre e nel 1996 si laureò campione del mondo in Formula 1, segnando un altro record: furono la prima coppia padre-figlio ad aver vinto almeno un mondiale nella massima serie.

Pilota amabile e carismatico, Graham ha lasciato il segno nella cultura di massa. E la sua Tripla Corona è ancora inespugnata: chissà se qualcuno, nel futuro prossimo, riuscirà a issarsi là in cima, condividendo con lui l’appellativo di “leggenda”.

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Alessia Gastaldi

Mi chiamo Alessia, ho 25 anni e frequento la facoltà di giurisprudenza all’università Statale di Milano. Innamorata dei motori da quando sono bambina, sogno di diventare una giornalista sportiva, per raccontare le storie dei protagonisti che hanno scritto e scriveranno la storia del motorsport.

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