Un talento mai sbocciato
Nato a Lodi, Eugenio Castellotti è stato un fuoriclasse nelle gare di durata, essendo un facoltoso signorotto di campagna, per assecondare la sua passione, aveva deciso di pagare di tasca propria le macchine da corsa.
Dotato di una buona tecnica, alla guida, il lodigiano era capace di esaltare la folla tanto che la Lancia lo scelse per sostituire il defunto Ascari.
Quando nel 1956 la casa torinese cedette tutto alla Ferrari, Castellotti si ritrovò a gareggiare per il Drake che ne apprezzò le doti di funambolico garibaldino vedendolo guidare sotto la pioggia durante la Mille Miglia del 56.
Oltre alle corse su strada, Castellotti era attirato dalla formula uno e Ferrari decise di farlo debuttare in Francia dove con una guida decisamente grintosa scorta il proprio compagno Collins al traguardo classificandosi al secondo posto.
La sua guida spettacolare lo rese molto popolare anche nel mondo dello spettacolo dove si fidanza con la subrette Delia Scala.
Ferrari ricorda la passione con la quale i due giovani si salutavano prima di iniziare un test ma non può dimenticare una sottile irritazione che serpeggiava tra i due. Eugenio Castellotti voleva sposare l’attrice ma pretendeva che rinunciasse all’avanspettacolo.
Consultato da entrambi sull’argomento, Ferrari invitò entrambi a capirsi senza annichilire la propria natura.
Il 14 marzo 1957, dopo essere stato richiamato dal Drake, Castellotti tornò da Firenze, dove aveva raggiunto l’amata,. Il pilota sembrava distratto forse amareggiato e si calò nell’abitacolo della Ferrari per cominciare a girare.
Al secondo giro la sua macchina volò sulla tribuna nei pressi della chicane morendo sul colpo.
Ferrari aveva indicato il lodigiano come il miglior pilota italiano degl’ultimi anni e destinato a grandi successi solo che il 14 marzo incontrò il suo destino e tutto finì.