Fernando Alonso: il Matador tra destino, talento e velocità
Pilota appassionato e personaggio carismatico. A 41 anni lo spagnolo non ha smesso di andare alla ricerca di nuove sfide

Il 29 luglio 1981, nasce ad Oviedo, Fernando Alonso, uno dei piloti con più talento nel circus delle corse di tutto il mondo.
Il pilota spagnolo ha disputato in Formula 1 324 Gran Premi, correndo per cinque scuderie diverse: Minardi, Renault, McLaren, Ferrari e Alpine. Nel suo palmarès figurano due titoli mondiali, ottenuti nel 2005 e 2006, 32 vittorie, 22 pole position e 23 giri più veloci in gara.
Ha ottenuto 97 piazzamenti sul podio, totalizzando in totale, 1925 punti iridati. Lasciata la categoria regina del Motorsport è passato alla categoria WEC vincendo nel mondo endurance, per due volte la 24 Ore di Le Mans, mentre nel 2020, ha preso parte anche alla Dakar con il team Toyota Gazoo Racing, chiudendo il rally in tredicesima posizione, con un secondo posto come miglior piazzamento di tappa.
I PRIMI SUCCESSI
Ma facciamo un tuffo nel passato dello spagnolo. Figlio di Ana Maria, impiegata in un grande magazzino, e José Luis, specialista in esplosivi, fu proprio quest’ultimo a tentare inizialmente di trasmettere la sua passione per i kart alla figlia Lorena che, all’età di 8 anni, vi si cimentò. Le cose non andarono come José Luis si sarebbe augurato: la bambina non manifestò mai un vero e proprio interesse verso questa disciplina e così decise di investire su Fernando.
Il figlio già in giovanissima età salì sul kart, ma era così piccolo che il padre dovette adattare la pedaliera per permettergli di arrivare bene ai pedali. E le premesse di un futuro prospero c’erano tutte.
A 7 anni Fernando ottenne il primo successo nei kart nelle Asturie, a Pola de Laviana. Lo stesso anno conquistò il titolo vincendo le 8 gare disputate. Quello successivo bissò il successo dell’anno precedente nella stessa categoria e laureandosi Campione della Galizia.
Nelle stagioni successive il giovane Alonso, si aggiudicò diversi titoli correndo nel karting e diventando campione del mondo nel 1998, anno in cui incrociò sul proprio cammino Adrian Campos, ex pilota di F1 in Minardi, che permise allo spagnolo di salire per la prima volta su una macchina da competizione, riuscendo a eguagliare il tempo di Marc Gené, in gara.
Nel 1999 Adrian Campos diventò suo manager; Alonso prese il posto di Gené. I risultati ottenuti quell’anno furono degni di nota: 9 poles, 6 successi, 8 giri veloci e la vittoria a fine stagione del Campionato ai danni del rivale, Manuel Giao.
A fine anno, più precisamente il giorno 13 dicembre, Alonso poté salire per la prima volta su una vettura di F1: era un test organizzato dalla Minardi che voleva valutare le capacità di una mezza dozzina di giovani piloti. Lo spagnolo dette la paga a tutti, mettendo tra sé e gli altri circa 1 secondo e mezzo di distacco, per giunta sotto la pioggia. Con l’inizio del nuovo millennio per Alonso si spalancarono le porte della F3000, dove ottiene un solo podio e una vittoria in Belgio. Una stagione di sofferenze che lo vide chiudere il campionato al quarto posto nella generale.
SI APRONO LE PORTE DELLA F1
Dopo il test in cui sbaragliò letteralmente la concorrenza, Minardi decise di offrire un sedile al pilota spagnolo. Pur avendo una macchina lenta, poco performante e per niente affidabile, Alonso si dimostrò velocissimo e uomo di riferimento della squadra. All’esordio inflisse un distacco di 2,6 secondi al compagno Marques mentre a Suzuka, nonostante chiuse la gara in 11esima posizione, riuscì a tenersi alle spalle un buon numero di colleghi che non solo potevano vantare più esperienza rispetto allo spagnolo, ma disponevano anche di vetture migliori rispetto alla Minardi di Alonso.
Chiuse la stagione con 0 punti ma riuscì a far emergere tutto il suo talento, tanto da farsi notare dai top team della Formula 1. Uno di questi fu proprio Flavio Briatore, Team Manager della Renault, che convinse l’asturiano a firmare un contratto come collaudatore del team francese per la stagione 2002.
L’anno successivo, il cuneese decise di promuovere Alonso a pilota titolare, al fianco di Jarno Trulli.
Sostanzialmente lo spagnolo disputò una buona stagione, vincendo anche in Ungheria nel mese di agosto e diventando quindi il più giovane pilota ad aver vinto una gara in F1. Quella sua prima annata con team di Enstone si concluse anche con 3 podi e 55 punti all’attivo, grazie ai quali riuscì a conquistare il 6° posto nella classifica iridata.

Quella del 2004, la sua seconda stagione alla Renault, si rivelò essere migliore rispetto alla precedente, seppur di poco.
Il pilota spagnolo grazie ai 4 podi e alla pole ottenuta in occasione del GP di Francia, divenne in automatico la nuova prima guida della Renault, scavalcando di fatto Trulli, che a fine stagione avrebbe lasciato il team francese.
BIS MONDIALE 2005-2006
Il 2005 verrà ricordato per essere stato un anno dei cambiamenti a livello regolamentare, ma l’asturiano, supportato da una vettura veloce su tutti i circuiti e molto equilibrata, vinse il suo primo titolo mondiale a soli 24 anni, 1 mese e 28 giorni, sbaragliando tutta la concorrenza. Una stagione praticamente perfetta incoronata da 7 successi e 6 pole position.

L’anno successivo Fernando Alonso bissò il titolo dell’anno precedente arrivando davanti a un agguerrito Schumacher.
Lo spagnolo centrò 7 vittorie, ma soprattutto si toglierà l’enorme soddisfazione di aver battuto il sette volte campione del mondo.
MCLAREN, IL DUALISMO CON HAMILTON E IL RITORNO IN RENAULT
Nel 2007, passò alla McLaren. Fu una stagione dura per lo spagnolo sia per l’acceso dualismo che si era creato con l’allora scommessa di Ron Dennis, Lewis Hamilton che, sebbene si trovasse al suo primo anno di F1 non dimostrò di avere timori riverenziali nei confronti di Alonso, sia per la spy story che vide protagonista proprio il team di Woking ai danni della Ferrari. Nonostante la rivalità con il compagno di squadra e col ferrarista Raikkonen, lo spagnolo ottenne risultati di tutto rispetto, alcune volte anche mettendosi in posizioni poco consone nei confronti del proprio team.
Al termine della stagione, l’addio alla scuderia inglese era inevitabile e così, Alonso ritornò in Renault.
A distanza di appena un anno, sembrava che il team francese avesse perso la bussola. La RS27, sembrava ormai una lontanissima parente della R26 del 2006, tanté che Alonso e la Renault riuscirono a salire sul gradino più alto del podio in sole due occasioni: nel chiacchierato GP di Singapore e in Giappone.
Quella del 2009 fu un’altra annata di strazio per il due volte campione spagnolo: la R29 arrancò fin da subito e Fernando non potè fare i miracoli. L’unico podio dell’anno, lo spagnolo lo conquistò a Singapore, una delle piste dove è il pilota a fare la differenza. A fine anno sembrò intravedersi la luce in fondo al tunnel con il passaggio, tanto desiderato, alla Ferrari.

ALONSO ARRIVA ALLA CORTE DI MARANELLO
Nel 2010, in occasione della sua prima stagione con la Ferrari, lo spagnolo ottenne dieci podi, conquistando ben cinque vittorie e mancò di un soffio il titolo piloti, in occasione dell’ultima gara dell’anno, ad Abu Dhabi, per un errore di valutazione del muretto del team di Maranello.
Il 2011, nonostante le aspettative alte, la stagione iniziò nel peggiore dei modi. Fin dal primo appuntamento dell’anno, la Ferrari si dimostò una vettura in difficoltà, non al livello delle Red Bull, che di fatti dominarono l’intera annata, lasciando agli avversari solo le briciole.
Unico successo riconducibile al 2011 fu la vittoria ottenuta in occasione del GP di Gran Bretagna, sul circuito di Silvestone, e i 9 podi che valsero il quarto posto in classifica generale con 257 punti.

La terza stagione in Ferrari fu segnata da un inizio poco entusiasmante, già dai primi test di febbraio sui circuiti di Jerez de la Frontera e al Montmeló. Lo spagnolo giunse 5º alla prima prova del Mondiale in Australia, ma si riscattòa nel giro di poche settimane, in Malesia, portandosi a casa una vittoria a conclusione di una gara in cui dovette confrontarsi con le instabili condizioni meteorologiche.
Con il passare dei GP, Alonso riuscì a trovare una certa continuità di prestazioni e di risultati; in sei corse consecutive ottenne cinque podi, tra i quali il primo posto nel GP d’Europa, conquistato dopo una bella rimonta, il secondo posto in Gran Bretagna e la vittoria dopo due settimane all’Hockenheimring. I piazzamenti a podio nella parte finale di campionato non bastarono però all’asturiano a fermare la rimonta di Sebastian Vettel, che con una Red Bull tornata competitiva sopravanzò l’iberico in classifica generale. Lo spagnolo chiuse la stagione al secondo posto con 278 punti, ad appena 3 punti da Vettel, campione per la terza volta consecutiva.

La stagione 2013 iniziò con fortune alterne per Fernando Alonso. Portandosi a casa due vittorie e sette podi, il pilota spagnolo, diventò il pilota di Formula 1 ad aver ottenuto più punti nella storia, raggiungendo quota 1571 e per il secondo anno consecutivo terminò la stagione al 2º posto, conquistando un totale di 242 punti.
Nel 2014 arrivò un solo podio per l’asturiano con la poco competitiva F14T. E’ una stagione difficile per la Ferrari e dopo cinque anni con il Cavallino Rampante, il 20 novembre venne ufficializzata l’interruzione consensuale del contratto che legava Fernando Alonso con la Ferrari. La McLaren ufficializzerà il ritorno a Woking dello spagnolo solo l’11 dicembre 2014. Farà squadra con Jenson Button.
ADDIO FERRARI
Il 22 febbraio 2015 , mentre stava prendendo parte ai tradizionali test invernali sul Circuito del Montmelò, Fernando Alonso fu vittima di un incidente alla curva 4, a seguito del quale rimase ricoverato tre notti in ospedale. Precauzionalmente, lo spagnolo finì per saltare la gara inaugurale in Australia.

L’iberico tornò al volante della McLaren nel GP della Malesia, ma la stagione si rivelò poco entusiasmante e avara di soddisfazioni. Il ritorno di Honda, come motorista fu un vero dramma: con 5 ritiri nelle prime sette gare. Il primo piazzamento utile arrivò solo nel GP di Gran Bretagna, dove Alonso approfittò delle variabili condizioni meteorologiche e dell’elevato numero di ritiri per tagliare il traguardo in decima posizione, ottenendo così il primo punto iridato dell’anno. A Budapest, il pilota asturiano ottenne il miglior risultato stagionale, conquistando il quinto posto dopo essere scattato quindicesimo. Alonso non riuscì a conquistare altri risultati utili, chiudendo la stagione al diciassettesimo posto in classifica, con appena 11 punti.
MCLAREN: LE MINESTRE RISCALDATE NON FUNZIONANO
Il 2016 non inizia come tutti auspicavano, nel GP d’Australia, Alonso fu protagonista di un violento incidente dal quale uscì senza lesioni gravi. Tuttavia i medici non lo reputarono nelle condizioni di poter affrontarela gara successiva. La McLaren non era di certo la monoposto vincente di fine anni ’90, e in quella stagione Alonso riuscì a conquistare solo 9 piazzamenti a punti finendo il campionato al decimo posto.
L’anno seguente le Frecce d’Argento decisero di tornare alla vecchia colorazione papaya e a Vandoorne venne data la possibilità di essere il compagno di squadra dello spagnolo.
Le cose non cambiarono, anzi peggiorarono. Alonso, decise di cominciare a guardarsi in giro e ad aprile annunciò che avrebbe preso parte alla leggendaria 500 Miglia di Indianapolis con il team Andretti. Ottenuto il quinto posto in qualifica, disputò una bella gara, conducendo anche diversi giri in testa, ma fu costretto al ritiro per problemi al motore. Una maledizione.
Nel 2018 la McLaren lasciò i motori giapponesi per passare ai propulsori Renault. I risultati arrivarono subito, ma i sei ritiri e le altrettanti gare anonime, convinsero il pilota spagnolo ad andare all’avventura in altri campionati automobilistici. Sempre nello stesso anno, Alonso conquistò la 24 Ore di Le Mans, insieme ai compagni di squadra Nakajima e Buemi, con la Toyota, regalando al costruttore giapponese la prima storica vittoria nella competizione.
SODDISFAZIONE ENDURANCE
Chiusa, momentaneamente la parentesi Formula 1, lo spagnolo, vero appassionato di Motorsport, si dedicò alle gare di durata. Nel 2018 prese parte alla 24 Ore di Daytona, guidando una Ligier JS P217 del team United Autosports. Purtroppo il suo equipaggio non riuscì ad andare oltre alla trentottesima posizione, a causa di una foratura che provocò danni a parte della carrozzeria, e alcuni problemi all’impianto frenante e all’acceleratore.
Nel 2019, ci riprovò e alla guida della Cadillac DPi-V.R numero 10 condivisa con Kobayashi, van der Zande e Taylor, vinse la 24 Ore di Daytona, interrotta anticipatamente a causa della pioggia.
A partire dalla stagione 2018, parallelemente alla sua ultima stagione in Formula 1, Fernando Alonso competè nel Campionato del mondo endurance con la Toyota. L’equipaggio dello spagnolo, composto anche da Nakajima e Buemi, vinse subito la 6 ore di Spa e poi la 24 Ore di Le Mans, successo bissato anche nel 2019.
Destino avverso invece per la 6 ore di Silverstone, dove Toyota trionfò letteralmente concludendo la gara con entrambe le vetture, rispettivamente in prima e seconda posizione. Purtroppo, a fine corsa entrambe le Toyota TS050 Hybrid furono squalificate per non aver superato le verifiche tecniche.
La stagione proseguì nel migliore dei modi. Sul tracciato del Fuji e a Shanghai Alonso e i suoi compagni si classificarono al secondo posto della classifica mentre alla 1000 Miglia di Sebring e alla 6 ore di Spa trionfarono davanti alla vettura gemella. Risultati importanti che gli permisero, assieme ai suoi compagni, di portarsi a casa il titolo di Campione LMP1 di Categoria.
ESPERIENZA DAKAR
Non contento della sua esperienza in Formula 1 e del WEC, lo spagnolo, nel 2020 ha deciso di prendere parte alla Dakar, probabilmente il raid più famoso al mondo e che si disputa nelle condizioni più proibitive.
C’era attesa per la partecipazione di Fernando Alonso e, in un certo senso, si potrebbe dire che le aspettative sono state rispettate. L’iberico e il suo navigatore, Marc Coma, hanno chiuso la corsa in tredicesima posizione e con oltre un ritardo di quattro ore da vincitore.
Una serie di incidenti e problemi tecnici vari alla loro Toyota hanno segnato la prima partecipazione dello spagnolo alla Dakar che però ha potuto chiudere in ben quattro tappe nei primi cinque.
I numeri di Fernando Alonso
Mondiali
Vittorie
Podi
Pole position
Fernando Alonso sul web
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Attività agonistica di Fernando Alonso
1994/1998 Karting
1999 Euro Open by Nissan 1°
2000 F3000 2001 Formula 1 (Minardi) 0 punti
2002 Formula 1 (Renault) test driver
2003 Formula 1 (Renault) 6° 55 punti
2004 Formula 1 (Renault) 4° 59 punti
2005 Formula 1 (Renault) 1° 133 punti
2006 Formula 1 (Renault) 1° 134 punti
2007 Formula 1 (McLaren) 3° 109 punti
2008 Formula 1 (Renault) 5° 61 punti
2009 Formula 1 (Renault) 9° 26 punti
2010 Formula 1 (Ferrari) 2° 252 punti
2011 Formula 1 (Ferrari) 4° 257 punti
2012 Formula 1 (Ferrari) 2° 278 punti
2013 Formula 1 (Ferrari) 2° 242 punti
2014 Formula 1 (Ferrari) 6° 161 punti
2015 Formula 1 (McLaren) 17° 11 punti
2016 Formula 1 (McLaren) 10° 54 punti
2017 Formula 1 (McLaren) 15° 17 punti
2018 Formula 1 (McLaren) 11° 50 punti
2021 Formula 1 (Alpine) 10° 81 punti
2022 Formula 1 (Alpine)