Nonostante non abbia mai corso e nemmeno mai vinto, la Ferrari 312 B3 detta “spazzaneve“, occupa un posto importante nella storia delle monoposto della Scuderia di Maranello.
Forghieri nel realizzarla riesce a raggruppare il più possibile tutti i pesi all’interno degli assi andando in controtendenza rispetto alla B2 usata in corsa.
Le fiancate di questa curiosa monoposto sono basse larghe e squadrate con due enormi prese naca ricavate nel musetto.
A pensarla ora, la Ferrari 312 B3 Spazzaneve, è decisamente innovativa dal punto di vista aerodinamico: il musetto a punta è rimpiazzato da due ampi spoiler spioventi e l’ala posteriore è ancorata a un traliccio fissato sul cambio.
Dopo la presentazione, la monoposto viene sottoposta a un lunga serie di test con Merzario, particolarmente apprezzato per le sue doti collaudatore.
I riscontri cronometrici non sono buoni , il pilota non riesce a domare la macchina che si rivela instabile e troppo avveniristica. Nonostante la Ferrari fosse convinta della bontà del progetto, non la fece debuttare in gara, riservandole un altra sessione di test a Misano alla presenza di Enzo Ferrari.
Nonostante vennero effettuate diverse modifiche volte a migliorare la guidabilità, la macchina non perde il beccheggio che la rendeva nervosa e difficile da guidare.
Purtroppo Ferrari cominciò a stare male e al comando della gestione sportiva venne mandato un tecnico di fiducia Fiat, Stefano Colombo, che sposterà Forghieri al reparto sperimentazioni e archivierà la spazzaneve come un esperimento mal riuscito.
Tornato al comando del reparto corso, Ferrari richiamerà Forghieri che applicherà le esperienze acquisite con la spazzaneve nelle future monoposto di formula uno.
La macchina lascerà Maranello nel 75, acquistata da un collezionista giapponese per tornare in Italia negl anni successivi grazie alla passione di facoltosi collezionisti.
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