All’inizio della stagione ’86 la Formula Uno sta vivendo un periodo molto florido, tutte le monoposto al via dei gran premio, sono dotate di un motore turbo costruiti da grandi case automobilistiche come Ferrari, Renault, Bmw.
Il motore sovralimentato rappresenta per la formula uno, una svolta epocale, infatti un motore dotato di una cilindrata piccola, grazie al turbo, riusciva a sprigionare una potenza impensabile per qualsiasi motore atmosferico.
L’incremento di potenza fu tale che le scuderie si ritrovarono a dover affrontare un escalation di costi per adattare al meglio le monoposto alle nuove prestazioni. La Federazione internazionale aveva deciso di mettere uno stop a questo aumento vertiginoso dei costi mettendo da subito al bando i motori turbo e privilegiare i classici 8 cilindri aspirati.
Fatta trapelare dagli organi di stampa, la notizia fa irritare non poco la Ferrari, che stava lavorando a un 4 cilindri turbo e non era affatto pronta all’utilizzo dei motori aspirati.
Stanco della mala gestione dello sport da parte della FIA, Enzo Ferrari tuonò affinchè tutto rimanesse inalterato.
Le parole del Drake vengono considerate una “minaccia di un povero vecchio” niente di più e gli organi sportivi continuano col loro intento di mettere al bando i motori sovralimentati.
Accortosi che le proprie parole si sono perse nel vuoto annunciò “urbi et orbi” che la Ferrari avrebbe lasciato la formula uno per andare a gareggiare in America nel campionato CART.
Balestre e Ecclestone decisero di giocare a braccio di ferro con Ferrari e lo sfidarono apertamente…a farlo.
Indispettito, il Drake decide che è ora di fare sul serio: riunì un tavolo di lavoro a Maranello e, gettate le basi del progetto, manda Piccinini in America per un incontrare i dirigenti della CART e raccogliere ulteriori dettagli fondamentali al progetto. Negli USA il Ds Ferrari capisce che, non potendo più contare sulla NART, per ben figurare in America è necessario collaborare con una scuderia di prima fascia che gestisca l’attività delle monoposto in pista.
Dopo alcuni contatti, la scelta cade sul team Truesport diretto da Rahal. L’americano, eccitato dall’idea di vedere una monoposto Ferrari al via del campionato, prova ad avvicinare un giovane tecnico di talento, Adrian Newey, per convincerlo a progettare una monoposto innovativa in grado di vincere subito. Il giovane tecnico rifiuta, forse poco convinto delle ragioni che spingono Maranello oltre oceano, dando il via A Brunner di progettare la prima monoposto Cart del cavallino rampante.
Per avere un idea di come dovesse essere la macchina e soprattutto una base prestazionale su cui lavorare, Rahal viene invitato a Fiorano a girare con una sua March imitato da Alboreto che riuscirà a trasferire al tecnico austriaco tutte le sensazioni acquisite durante il test.
Nell’estate 86 Ferrari presenta alla stampa la Ferrari 637, la prima monoposto Cart dotata di un motore turbo capace di una potenza di 690 cavalli nonostante l’adattamento all’etanolo.
Portata a Fiorano, la monoposto viene messa in moto per dimostrare la validità del progetto, ma non scenderà mai in pista.
Appena la stampa divulga la notizia della nuova monoposto, la FIA comincia a capire che Ferrari non era persona da non prendere sul serio e soprattutto, si rende conto che l’assenza della Ferrari dalla formula uno, avrebbe comportato la fine della categoria.
Il Drake, da abile giocatore di poker, dimostrà che il suo bluff è vincente obbligando le autorità sportive ad accettare di utilizzare il motore turbo, pur con delle limitazioni, ancora per due anni e a ratificare il nuovo patto della concordia da li a pochi mesi.
Soddisfatto del risultato ottenuto, Ferrari annuncia che avrebbe concentrato tutte le risorse della fabbrica sulla F1 accantonando il progetto CART.
La Ferrari 637 rimane tutt’ora una monoposto affascinante ma anche l’unica monoposto di Maranello a vincere senza percorrere un metro di pista mentre Ferrari, col suo bluff, alimenta una volta di più il suo mito nonostante l’età lo stia affievolendo sempre più.