Gerhard Berger: “wall of fame” di Maranello
Il 27 agosto 1959, nasce a Wörgl, in Austria, Gerhard Berger. L’esordio nel 1984 con la ATS motorizzata BMW turbo portarono pochi risultati a parte il gran premio d’Italia dove arrivò sesto.
Ma non gli viene assegnato il punto in classifica, in quanto il team aveva dichiarato all’inizio della stagione di schierare solamente il compagno di Berger, Winkelhock.
Nel 1985 passò alla Arrows, ma i risultati non arrivarono fino ai gran premi del Sud Africa e Australia, dove in totale ottenne 3 punti.
Nel 1986 passò alla Benetton, dove rimase per tutto l’anno conquistando 17 punti e classificandosi settimo e vincendo il gran premio del Messico.
Nel 1987, tra le tante offerte arrivategli, decise di firmare un triennale con la Ferrari, in un momento in cui la casa di Maranello si trovava in uno stato di confusione organizzativa probabilmente senza precedenti.
In quell’anno Berger, riuscì a cogliere 2 importanti vittorie con la F1-87 in Giappone e Australia.
Nel 1988, pur non potendo competere con le McLaren di Senna e Prost, riuscì comunque vincere e lo fece proprio a Monza pochi giorni dopo la morte di Enzo Ferrari. In quei due anni il suo compagno di squadra Alboreto.
Poi nel 1989 il rogo di Imola. Berger dopo quell’esperienza dove vide in faccia la morte decide di diventare meno irruente e spericolato e divenne molto più calcolatore e sicuramente più cauto nel prendersi determinati rischi.
Nel 1990, decise di passare alla McLaren, macchina più forte anche se non più quella imbattibile di due anni prima. La figura di Ayrton Senna era sempre molto ingombrante tantoché dovette guidare una monoposto costruita del brasiliano. Ayrton era alto circa 173 cm invece Gerhard, con i suoi 187 cm riusciva a malapena ad entrare nella nell’abitacolo. Questa situazione diede all’austriaco molti problemi. In qualifica riusciva a stare dietro a Senna, ma in gara la situazione era stressante con non pochi crampi. Nel 1993 decise di cambiare aria e firmò nuovamente con la Ferrari, ma in realtà egli cercava fortemente la Williams.
Nei anni successivi contribuì notevolmente alla crescita della Ferrari, dove vinse in Germani nel 1994. Nel 1996 la Ferrari annunciò l’arrivo di Michael Schumacher. Berger decise di passare all Benetton insieme ad Alesi. Nel 1997 ad Hockenahim, Gerhard colse l’ultimo successo facendo pole, vittoria e giro più veloce.
Rimane comunque un campione dalle incredibili doti umane per la sua professionalità.
Grande amico con Ayrton Senna, fu l’unico pilota ad avere il coraggio di voler vedere, in quel disgraziato 1 Maggio 1994, il volto dell’amico ormai morente in quella stanza di rianimazione dell’ospedale di Bologna.
Parte di questa storia è stata presa da un commento di un forum da parte di un suo grande ammiratore.