Germania 1999, Salo lascia la vittoria ad Irvine
Nello sport un singolo episodio, a volte, è in grado di cambiare un’intera carriera. Le famose sliding doors, quei treni che passano una volta sola in un percorso professionale, e su cui devi essere lesto a salire, se vuoi lasciare il tuo nome negli annali. Questo è il trait d’union che lega i due piloti che nella torrida estate del 1999 sono chiamati a gudare la F399.
ll primo di quei due piloti è Eddie Irvine, a Maranello già dal 1996. Ha sempre ricoperto il ruolo del gregario, all’ombra di Michael Schumacher, e tra alti e bassi ha sempre svolto l suo compito in modo dignitoso. La sua storia però cambia drasticamente a Silverstone, quando Schumacher incappa in un gravissimo incidente che lo costringe a dare forfait per la seconda parte del campionato. La Ferrari, che sogna di riportare a casa quel piloti che manca dal 1979, è così costretta a puntare tutto proprio su Irvine, che ha tra le mani l’occasione della vita. Quella di diventare campione del mondo.
Il secondo di quei due piloti è invece Mika Salo, un onesto mestierante che nelle stagioni precedenti aveva fatto vedere cose discrete con Tyrrell ed Arrows. La Ferrari sceglie il finlandese per rimpiazzare Schumacher, chiedendogli essenzialmente due cose: di dare una mano ad Irvine nella lotta contro Hakkinen, e di portare a casa più punti possiibli per il Mondiale Costruttori, conteso sempre con la McLaren di Newey e Dennis. Per Salo, come per Irvine, è l’occasione della vita. E non esita a raccoglierla.
LA DOMENICA DI HOCKENHEIM
Il momento più alto di questi due outsider con l’occasione di emergere si consuma sul circuito di Hockenheim, il 1°Agosto 1999. E dire che durante la sessione di qualifiche era stato Hakkinen a fare la voce grossa, con una Pole Position perentoria. Alle sue spalle la Jordan di Frentzen, l’altra McLaren di Coulthard e poi le due Ferrari, con Salo clamorosamente davanti ad Irvine.
In gara succede di tutto, la più classica delle corse ad eliminazione. Coulthard finisce fuori dai giochi dopo un tentativo di sorpasso troppo aggressivo, che lo porta a danneggiare l’ala anteriore. Frentzen viene scavalcato dalla Rossa di Irvine col più classico degli overcut e il leader Hakkinen si deve arrendere ad un autentico harakiri del team di Woking, che durante il pit-stop lascia il tubo del carburante attaccato al bocchettone.
Un susseguirsi di eventi che lascia la strada libera a Salo ed Irvine. E a quel punto, a differenza di quanto avverrà altre volte, dal muretto di Maranello non dovranno dire neppure una parola. Nessun “let pass Eddie for the championship“, nessun “Eddie is faster than you“. No, Salo sa bene di essere il più nobile dei tappabuchi, il gregario di un altro gregario. E davanti all’occasione più unica che rara di vincere l suo primo ed unico GP di Formula 1 non fa problemi a farsi da parte. A mettere il bene della squadra davanti al suo.
Irvine scarta il regalo e va a vincere, conquistando anche la testa del mondiale con 52 punti, otto in più di Hakkinen, con la Ferrari in testa anche alla classifica costruttori con 90 punti contro i 74 della McLaren. A sei gare dal termine, e con il morale alle stelle dopo questo incredibile ribaltone, anche il più scettico sul valore di Irvine comincia a crederci.
EPILOGO
Il sogno di Irvine si infrange soltanto all’ultima gara, a Suzuka, quando non riesce a fronteggiare un Hakkinen in grande forma. Il 1999 sarà il suo momento più alto della sua carriera, dal quale andrà a congedarsi con un paio di annate alla Jaguar condite da qualche piazzamento prestigioso, come il podio a Monaco nel 2001 o quello a Monza nel 2002.
Anche per Salo quella domenica tedesca sarà l’apice del suo percorso in Formula 1. Dopo il periodo da part-timer in Ferrari come sostituto di Schumacher torna a ritagliarsi uno spazio a metà classifica, gudando per Sauber e Toyota. Resta però un grande what if. Come sarebbe cambiata la carriera di Salo se quel 1°Agosto 1999 gli fosse stata data la possibilità di vincere quella gara? Lo status di grand prix winner gli avrebbe aperto strade più interessanti per il resto della sua carriera? Una domanda alla quale di fatto non avremo mai una reale risposta.
GP Germania 1999, L’ORDINE Di ARRIVO
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 4 | Eddie Irvine |
Ferrari | 01:21:58.594 | 45 |
5 |
10 |
2 | 3 | Mika Salo |
Ferrari | 01:21:59.601 | 45 |
4 |
6 |
3 | 8 | Heinz-Harald Frentzen |
Jordan | 01:22:03.789 | 45 |
2 |
4 |
4 | 6 | Ralf Schumacher |
Williams | 01:22:11.403 | 45 |
11 |
3 |
5 | 2 | David Coulthard |
McLaren | 01:22:15.417 | 45 |
3 |
2 |
6 | 18 | Olivier Panis |
Prost | 01:22:28.473 | 45 |
7 |
1 |
7 | 10 | Alexander Wurz |
Benetton | 01:22:31.927 | 45 |
13 |
0 |
8 | 11 | Jean Alesi |
Sauber | 01:23:09.885 | 45 |
21 |
0 |
9 | 21 | Marc Gené |
Minardi | 01:23:46.912 | 45 |
15 |
0 |
10 | 20 | Luca Badoer |
Minardi | +1 lap | 44 |
19 |
0 |
11 | 17 | Johnny Herbert |
Stewart | Gearbox | 40 |
17 |
0 |
RIT | 14 | Pedro de la Rosa |
Arrows | Spin | 37 |
20 |
0 |
RIT | 1 | Mika Häkkinen |
McLaren | Tyre | 25 |
1 |
0 |
RIT | 5 | Alessandro Zanardi |
Williams | Differential | 21 |
14 |
0 |
RIT | 23 | Ricardo Zonta |
BAR | Engine | 20 |
18 |
0 |
RIT | 15 | Toranosuke Takagi |
Arrows | Engine | 15 |
22 |
0 |
RIT | 7 | Damon Hill |
Jordan | Brakes | 13 |
8 |
0 |
RIT | 19 | Jarno Trulli |
Prost | Engine | 10 |
9 |
0 |
RIT | 9 | Giancarlo Fisichella |
Benetton | Suspension | 7 |
10 |
0 |
RIT | 16 | Rubens Barrichello |
Stewart | Hydraulics | 6 |
6 |
0 |
RIT | 22 | Jacques Villeneuve |
BAR | Collision | 0 |
12 |
0 |
RIT | 12 | Pedro Paulo Diniz |
Sauber | Collision | 0 |
16 |
0 |