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Formula 1I cavalieri che fecero l'impresa

Gilles Villeneuve, il ventisette rosso

Oggi volevamo ricordare il mito di Gilles Villeneuve, l’Aviatore come era stato soprannominato per i numerosi incidenti, che ha fatto la storia della Formula 1 e della Rossa, con le sue imprese, la sua perenne ricerca della velocità, della sfida al limite, nonostante vetture non competitive, obsolete o che presentavano problemi di affidabilità.

Ma chi era Gilles Villeneuve? Sicuramente molta della mia generazione non può ricordarsi Gilles Villeneuve non avendo vissuto quell’epoca, ma ciò nonostante abbiamo avuto modo di vedere, informarci attraverso fotografie, filmati dell’epoca, in cui abbiamo potuto ammirare le sue gesta, la sua capacità di guida.

Gilles Joseph Henri Villeneuve, nasce il 18 gennaio 1950 all’ospedale di Saint-Jean-sur-Richelieu nei pressi di Chambly, un paesino vicino a Montréal, dove i genitori Seville e Georgette, si sposarono nel 1947 e vivevano dopo le nozze. Tre anni dopo, nacque il fratello Jacques, completando la famiglia Villeneuve. Fin da piccolo, Gilles, mostrò di avere una certa passione per tutto ciò che è di natura meccanica, amava giocare con le ruspe e i camion, andare in bicicletta. Man mano che cresceva, in lui cresceva anche lo spirito di competizione, insieme a costanza e perserveranza, che dimostrava anche nel periodo scolastico.

La prima volta che guidò un veicolo, fu nel 1959, quando il padre Seville acquistò un furgone Volkswagen, permettendo al figlio di guidarlo. Un ricordo d’infanzia che ricorderà spesso, tanto da raccontarlo una volta: “Stavamo viaggiando su una di quelle lunghe, diritte strade di campagna vicino a Berthierville. Era un luminoso e caldo giorno d’estate; intorno non c’era nessuno, così mio padre mi permise di guidare il furgone. Che emozione”. Ben presto, capì che la passione per le quattro ruote avrebbe preso il sopravvento, e che lo avrebbe portato a dover intraprendere la carriera di pilota.

Quando ebbe 16 anni, incontrò ad un appuntamento alla cieca, colei che il 17 ottobre 1970 diventerà sua moglie, ovvero Joanna Barthe, e dalla quale avrà due figli, ovvero Jacques, futuro campione del mondo di Formula 1 1997 (nato il 9 aprile 1971) e Mélanie (nata il 26 luglio 1973).

La sua carriera sportiva, iniziò con le gare di motoslitte disputate insieme al fratello Jacques, riuscendo ad ottenere risultati di rilievo e la conquista del titolo mondiale nel 1974. Correndo in motoslitta, un veicolo dalla stabilità precaria, con visibilità spesso scarsa a causa degli spruzzi di neve, gli permise di acquisire abilità e capacità che poi gli servirà negli anni futuri. Sempre insieme al fratello, partecipò a gare di accelerazioni a livello locale, a bordo di un’auto privata, una Ford Mustang del 1967, iscrivendosi poi alla Jim Russell Racing School per poter ottenere la licenza di pilota.

Le spese per proseguire la carriera nel mondo delle corse erano però abbastanza costose, tant’è che Gilles Villeneuve dovette vendere la sua casa, trasferendosi con la moglie Joanna e i figli in un piccolo appartamento. Col ricavato riuscì a partecipare al campionato regionale di Formula Ford nel 1973, ottenendo successo, vincendo 7 gare con una vecchia auto. L’anno successivo passà alla Formula Atlantic.

Arrivò in Formula 1 grazie a James Hunt, che lo aveva visto al Gp Trois Rivières, proponendo al direttore sportivo della McLaren, Teddy Mayer, di ingaggiarlo per il Gp Gran Bretagna 1977, dove guiderà una vecchia McLaren M23, realizzando il miglior giro nel warm up del mattino, qualificandosi 9° e terminando 11°, mostrando di avere delle doti di guida incredibili, tanto da essere premiato come “Driver of the day”.

Un giorno di fine agosto 1977, mentre era assorto nei suoi pensieri dopo che la McLaren decise di sostituirlo con Tambay, il telefono squillò. Fu Joanna a rispondere, per poi passare la telefonata al marito Gilles, dicendogli: “È per te”. Gilles prese la cornetta e accostandola all’orecchio sentì una voce che diceva: “Un momento per favore, è la Ferrari.” Dopo di che si presentò una persona che diceva di essere un collaboratore e parlava per conto di Enzo Ferrari, che gli chiedeva di contattarlo per chiedergli se fosse interessato a correre per loro. Gilles fu sorpreso, pensò che fosse uno scherzo di qualcuno, per poi crederci quando gli proposero di prenotare un volo aereo per Milano dove poi avrebbe incontratto il “Drake” in persona.

Gilles Villeneuve il ventisette rosso
© Actualfoto

E così il lunedì 29 agosto 1977, Villeneuve prese l’aereo ed arrivò in Italia, prima a Milano e poi Modena. L’incontro tra il Commendatore e il pilota canadese durò circa un’ora. Gilles non sembrò intimorito dalla presenza di quel signore con gli occhiali scuri, seduto dietro ad una scrivania circondata da trofei e fotografie di vetture e piloti della già leggendaria Ferrari. Al termine del colloquio, durante la quale il canadese spiegò che era legato alla McLaren da un’opzione che lo vincolava per il 1978 e per poter rendersi disponibile doveva aspettare di ottenere l’atto liberatorio dalla scuderia inglese. Enzo Ferrari, un uomo ormai esperto e scaltro in questo campo, assicurò Gilles che non ci sarebbero stati problemi, alla fine i due si congedarono assicurandosi di tenersi in contato. Ferrari, era alla ricerca di un pilota che avrebbe sostituito Niki Lauda, dopo che i rapporti tra il pilota austriaco e la dirigenza si fossero incrinati.

Dopo qualche tempo, e durante il Gp d’Italia Gilles fu invitato a presentarsi. Arrivò anche la liberatoria che permetterà a Villeneuve di correre per un’altra scuderia, soltanto se questa fosse la Ferrari. Gilles andò via da Monza con il permesso di contrattare con la squadra italiana, tornando a Maranello per un nuovo incontro. Fu portato a Fiorano dove c’è la pista privata di collaudo della Ferrari, gli fu preparata una vettura e fu mandato ad effettuare alcuni giri lungo il tracciato di circa 3 chilometri, alla presenza di giornalisti. Gilles a bordo di una Ferrari di Formula 1 non registrò tempi particolari, mise troppa foga e commise errori, una cosa normale per un ragazzo che prima di allora correva nelle categorie minori. Il giorno dopo riuscì ad abbassare i suoi tempi sotto lo sguardo soddisfatto di Enzo Ferrari, anche se il lavoro da fare c’era parecchio prima di essere ufficialmente pronto a correre. Tornato in Canada, aspettò la telefonata e dopo qualche giorno Enzo Ferrari lo chiamò dicendogli: “Sei pronto a firmare il contratto con noi?”. Gilles rispose: “Certo!”

Gilles Villeneuve il ventisette rosso
© Ercole Colombo

 Dopo aver ottenuto la liberatoria dalla McLaren, Villeneuve prese il volo per Milano e poi in auto verso Maranello, insieme al manager Gaston Parent. Arrivati a Maranello, entrarono da un ingresso secondario per poi arrivare in un vecchio ufficio polveroso e ricco di trofei. C’era una scrivania e due sedie. Incontrare un uomo come Enzo Ferrari era come essere ricevuti dal Santo Padre. Il Commendatore arrivò insieme ad un funzionario ed un interprete. Ferrari si espresse in italiano anche se conosceva perfettamente il francese. Durante la discussione per elaborare il contratto, Ferrari elencò alcune condizioni, come il denaro che avrebbe guadagnato. Gilles chiese di poter essere libero di godersi la sua vita privata e che era fondamentale che la famiglia potesse seguirlo nei gran premi e che le spese fossero sostenute. Finalmente il contratto fu preparato e firmato con le clausole richieste. Gilles e il manager alloggiarono per quella notta in un hotel di Modena e la mattina seguente furono a Fiorano, dove erano presenti anche i giornalisti. Gilles salì in macchina, partì ma finì in testa-coda in un prato con erba alta, l’alettone anteriore falciò l’erba. Ciò nonostante Gilles non si scompose, tornò in pista e riprese a girare fortissimo, con la macchina piena d’erba, sotto lo sguardo divertito di Enzo Ferrari.

Villeneuve debuttò al Gp del Canada a Mosport e in Giappone. Gilles Villeneuve divenne il 71° pilota ingaggiato dalla Ferrari, e anche il meno esperto rispetto agli altri che lo avevano preceduto. Una decisione vista da molti piuttosto strana, anche se faceva parte del modo di fare di Enzo Ferrari, colui che aveva creato la più prestigiosa scuderia nella storia dell’automobilismo sportivo. Gilles dichiarò a tal proposito: Ferrari si dedica alle macchine da corsa come nessun altro uomo al mondo”.

Gilles Villeneuve il ventisette rosso
© Ferrari

 Le prime gare con la Ferrari, si rivelarono un disastro, troppi incidenti e ritiri. Enzo Ferrari, decise comunque di confermarlo per il 1978, affiancando Carlos Reutemann come compagno di squadra. Ci si aspettava un Villeneuve più concreto, maturo, continuo dopo ciò che aveva mostrato nelle sue prime gare. Per gli innumerevoli incidenti, la stampa lo soprannominò l’Aviatore. I primi risultati arrivarono in alcune occasioni, come in Belgio, Austria e in Canada dove ottenne la sua prima vittoria in carriera dinnanzi al suo pubblico. Il risultato portò ad ottenere la cittadinanza onoraria di Montréal, acquisendo un elevato livello di popolarità nel Québec, la sua terra natia. Anche la Ferrari aveva trovato in lui un nuovo idolo.

La stagione 1979, sarà ricordata per il titolo mondiale ottenuto però da Jody Scheckter, il suo nuovo compagno di squadra, arrivato a sostituire Reutemann (bisognerà attendere diversi anni successivi per rivedere il titolo a Maranello, ovvero nel 2000 grazie a Michael Schumacher). Indimenticabile il GP di Francia a Digione, durante la quale per diversi giri Gilles Villeneuve fu in testa per poi nella fase finale perdere la posizione, superato da Jean-Pierre Jabouille, per poi imbattersi negli ultimi tre giri della gara, in una sfida indimenticabile con René Arnoux, con una vettura più potente. Indimenticabili i momenti in cui i due inescarono un duello ruota a ruota e con frenate al limite in cui i piloti si superarono più volte, abbassando persino il giro più veloce, al termine del quale fu il canadese a prevalere. Una sfida che la stampa elogiò, ed è tuttora considerato uno dei momenti più spettacolari e intensi di sempre nella storia di Formula 1.

Gilles Villeneuve il ventisette rosso
© Ferrari

Anche al GP d’Olanda, fu protagonista di un episodio indimenticabile: dopo aver superato Alan Jones, si portò in testa alla corsa, ma la mancanza di stabilità della vettura lo portò ad uscire di pista al 46° giro, compromettendo le possibilità di successo. Tentò di rientrare in corsa nonostante uno pneumatico afflosciato, e dopo aver compiuto un giro su tre ruote dovette ritirarsi. Un’azione che ha suscitato polemiche, da parte di una commissione per la sicurezza formata da piloti e Bernie Ecclestone ritenevano la sua guida pericolosa ed irruente, tant’è che fu minacciato di sanzioni. Ormai tagliato fuori dalla lotta per il mondiale, decise di aiutare il compagno di squadra a conquistare la vittoria in campionato. Al Gp d’Italia, non attaccò mai Scheckter per la prima posizione, finendo al secondo posto.

La stagione 1980, nonostante fosse considerato favorito, si rivelà l’ennesima delusione, con una Ferrari che allo stesso tempo lavorava sullo sviluppo della monoposto che avrebbe corso il campionato 1981, con l’avvento dei motori turbo. Villeneuve e Scheckter non ottenero mai risultati importanti, se non in rari appuntamenti del mondiale.

Per la stagione 1981, Ferrari ingaggiò Didier Pironi. La Ferrari, portò al debutto la 126 CK, una vettura con motore turbo, che per la prima parte della stagione, ebbe problemi di affidabilità. Ciò nonostante, Gilles Villeneuve si mostrò fiducioso. Nel corso della stagione non mancarono critiche e malumori da parte dei tifosi che accusarono il canadese di non saper sfruttare le occasioni d’oro. Memorabile il Gp del Canada, durante la quale Gilles si rese protagonista di un’ennesima ottima prestazione. Partito 11° sotto il diluvio, riuscendo a recuperare varie posizioni fino al terzo posto. Ma a causa di un contatto alla partenza e un errore in fase di doppiaggio l’alettone anteriore si piegò andando a coprire totalmente la visuale. Malgrado i vari incitamenti a rientrare ai box, il pilota preferì di rimanere in pista e concludere la corsa. L’appendice aerodinamica si staccò, e riuscì a portare la vettura in terza piazza, con il pubblico locale in estasi. Villeneuve dichiarerà che durante quei giri con la visuale ostruita a causa dell’alettone, si aiutò guardando le tracce degli pneumatici lasciati dalle altre vetture, per capire, quali traiettorie tenere.

Gilles Villeneuve il ventisette rosso
© Ferrari

L’epilogoLa stagione 1982, Ferrari porta al debutto la nuova 126 C2. Il Mondiale non iniziò bene, con due ritiri nelle prime tre gare, ed una squalifica al Gp degli Stati Uniti per l’ala posteriore ritenuta irregolare. Per Gilles le difficoltà di quel periodo saranno caratterizzate anche da problemi famigliari, con la moglie Joanna che presentò la domanda di divorzio. Infine, anche il rapporto tra il canadese e il compagno di squadra Pironi, s’incrinò in occasione del Gp di San Marino. Durante gli accordi pre-gara, si stabilì che in caso di grande vantaggio a metà corsa, la classifica si sarebbe congelata. In gara, c’era Villeneuve in testa, quando dai box gli mostrarono il cartello con scritto “Slow”. Gilles capì che si doveva mantenere le posizioni, mentre Pironi pensò che i due fossero liberi di lottare per la conquista della prima posizione. E così la sfida tra i due fu innevitabile, finchè all’ultimo giro Pironi superò Gilles in curva Tosa, vincendo il Gran Premio. Villeneuve scese dalla macchina arrabbiato con il compagno di squadra, reo per non aver rispettato gli ordini di squadra. Allo stesso tempo anche con Ferrari, la situazione diventò tesa, tant’è che alla viglia del Gp del Belgio arrivarono voci sull’addio del canadese.

8 maggio 1982Arriviamo al GP del Belgio 1982, sul circuito di Zolder. Alle 13:52 mancano pochi minuti al termine dell’ultima sessione di qualifiche, Villeneuve ottenne l’ottava posizione in griglia. Al giro di rientro ai box, affrontò la chicane alle spalle della pit lane e poi la discesa che porta alla curva Terlamenbocht. All’improvviso si trovò davanti la March di Jochen Mass che procedeva piano cercando di raffreddare le gomme. Jochen lo vede arrivare spostandosi a destra, pensando che Gilles lo superasse a sinistra. Invece, il canadese eseguì la manovra opposta, affrontando la Terlamen all’interno, lungo la traiettoria più veloce, andando verso destra. La collisione fu inevitabile con esiti violentissimi. La Ferrari urtò con la ruota anteriore sinistra, la posteriore destra di Mass, con la Rossa che decolla, sfiorando il guard-rail sulla destra, per poi schiantarsi a terra. Gilles fu sbalzato dall’abitacolo, insieme al sedile. Arrivarono gli uomini del soccorso, che lo trasferirono prima al centro medico dell’autodromo e poi in elicottero alla clinica universitaria St. Raphael di Lovanio, dove nonostante i vari tentativi di prestargli soccorso, Gilles Villeneuve aveva ormai spiccato l’ultimo volo, spiegando le ali verso l’immortalità…

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Giorgia Meneghetti

Mi chiamo Giorgia, nata nel 1986, e residente a Fermo nelle Marche. Diplomata in Perito del Turismo, e con ottime conoscenze di lingue straniere: Inglese, Francese, Spagnolo. La Formula 1 è una delle mie più grandi passioni, che seguo dal 1998. I suoi protagonisti: piloti, monoposto, team mi hanno letteralmente stregata, tanto da spingermi a scrivere, raccontarla e viverla attivamente, sognando e sperando di poter un giorno incontrarli, e diventarne parte, e magari un lavoro.

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