Formula 1I cavalieri che fecero l'impresa

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Quando, nel 1976, James Hunt viene invitato a partecipare a una gara di Formula Atlantic, si trova di fronte un pilota talentuoso destinato a lasciare un segno indelebile: Gilles Villeneuve. Dopo la gara, Hunt parla del canadese con il boss della McLaren, Teddy Mayer, descrivendolo come un pilota che, curva dopo curva, sembrava “sulla neve”, completamente incurante del pericolo.

Villeneuve e Rosberg Formula Atlantic 1977
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Mayer, inizialmente restio, si lascia convincere e fa debuttare Villeneuve a Silverstone con una McLaren M23. La squadra nota subito che lo stile del canadese non è ortodosso, ma la sua capacità di spingere oltre il limite senza perdere il controllo è impressionante.

Durante una sessione di gara, il leggendario ingegnere Mauro Forghieri osserva Gilles Villeneuve. Non tanto per il suo stile, quanto per i suoi controsterzi spettacolari e la capacità di mantenere il controllo della monoposto senza danneggiarla. Pochi giorni dopo, arriva una chiamata importante: Ferrari gli propone di sostituire Niki Lauda. Villeneuve accetta immediatamente, entrando in una sorta di “scuola guida” intensiva per domare la difficile Ferrari T2.

Il debutto avviene in Giappone, ma è segnato da un tragico incidente: un volo fuori pista provoca la morte di due spettatori situati in una zona vietata. Nonostante l’accaduto, a Maranello Enzo Ferrari sorprende tutti confermando il canadese per il 1978, vedendo in lui un misto tra Tazio Nuvolari e Pedro Rodríguez.

Gilles Villenueve GP Argentina 1978
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Durante la stagione successiva, Villeneuve dimostra di imparare in fretta, ma spesso la sua esuberanza lo penalizza. Quando riesce a controllarla, ottiene la sua prima vittoria al Gran Premio del Canada. L’anno seguente, con Jody Scheckter al posto di Reutemann, forma una coppia quasi imbattibile. Tuttavia, il sudafricano si dimostra più calcolatore, puntando costantemente ai risultati utili.

Fuori dalla pista, Villeneuve rimane sempre se stesso. In Brasile, ad esempio, guida spericolatamente una Alfa Romeo 147, attirando l’attenzione per le sue esibizioni. Nonostante il caldo torrido e una fastidiosa sinusite che minaccia i suoi test con la nuova Ferrari T4, Gilles non si arrende: si riempie di medicinali e vola in Italia per girare fino a tarda sera.

Con la T4, Villeneuve vince subito due gare, mostrando un potenziale che sembra superiore persino a quello del più esperto Scheckter. Il culmine della sua stagione è il leggendario duello con René Arnoux a Digione, considerato uno dei momenti più emozionanti della Formula 1 e trasmesso in tutto il mondo.

I colleghi lo vedono come più coraggioso che talentuoso, ma Gilles continua a essere il funambolo delle piste. Prima di Monza, il suo ex compagno Reutemann gli consiglia di puntare tutto per vincere il titolo, ma Gilles decide di rispettare il compagno di squadra, aiutando Scheckter a laurearsi campione.

Gilles Villeneuve GP imola 1979
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Nel 1980, il campionato è un disastro. Nonostante i suoi sforzi, Villeneuve attende pazientemente la fine della stagione. Nel 1981, però, entra nella leggenda: a Monaco e in Spagna riesce a domare la 126Ck, la prima Ferrari Turbo, una macchina potente ma difficile da gestire. Con il nuovo compagno Didier Pironi, Gilles affronta lunghi test per migliorare la guidabilità della vettura. Nonostante i pochi successi, il pubblico accorre in massa agli autodromi per ammirare le sue imprese.

Gilles Villenueve GP Argentina 1981
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Nel frattempo, il canadese si costruisce una vita più agiata: acquista una casa a Monaco, una barca e un fuoristrada. Tuttavia, qualcosa in lui cambia. Alla vigilia della stagione 1982, si lamenta di dolori agli occhi e mostra segni di un conflitto interiore, dovuto anche a problemi personali e al desiderio di fondare un proprio team.

In pista, Gilles Villeneuve rimane lo stesso guerriero di sempre. Con la nuova Ferrari, punta alla vittoria a Imola, ma viene tradito: quando la competizione sembrava ormai chiusa, Pironi lo supera all’ultimo, strappandogli il Gran Premio. Furioso, Gilles si sente isolato, trovando come unico alleato Enzo Ferrari.

In Belgio, determinato a dimostrare il suo valore, un errore di valutazione gli costa caro: Gilles perde la vita in un tragico incidente. Nonostante gli anni trascorsi, il suo spirito vive ancora nei cuori degli appassionati, che ricordano le sue imprese e il suo stile inimitabile.

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Federico Sandoli

Esperto di logistica e trasporti, sempre pronto a recepire le novità ed a proporre soluzioni operative innovative. Lettore accanito, con una passione particolare per la scienza, la medicina ed…i supereroi. Iscritto al Club Ferrari di Maranello dalla nascita, curo da sempre la mia passione per la Ferrari e la F1 in genere. Colleziono modellini che posiziono rigorosamente in funzione del periodo dell’anno e degli eventi legati a piloti e case costruttori e custodisco gelosamente alcune lettere autografe oggetto di uno scambio di corrispondenza con l’Ing. Ferrari.

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