GP Belgio 83: l’università della F1
Con la sesta prova della stagione 1983, il Gran Premio del Belgio torna a Spa-Francochamps.
Il circuito aveva visto il circo della F1 dal 1950 al 1970, per poi essere sostituito da Nivelles prima e da Zolder in seguito.
Spa era stato abbandonato perché troppo pericoloso a causa della lunghezza e delle sensibili differenze climatiche che si potevano incontrare lungo il percorso, tanto che, spesso, in alcuni punti pioveva ed in altri no.
Quell’anno, la Federazione decise di spostare nuovamente a Spa il GP del Belgio, perché Zolder era troppo doloroso per tutti. Quel circuito aveva visto le mitiche imprese di Gilles Villeneuve, ma anche l’epilogo della sua giovane vita.
Tutti erano consapevoli che dimenticare il pilota e le sue prodezze sarebbe stato impossibile, ma altrettanto impossibile era tornare a Zolder.
Vennero così apportate delle modifiche al circuito di Spa, la cui lunghezza passò da 14 a 6,9 Km e, grazie alla struttura rimodernata, vennero autorizzati i rifornimenti, vietati nel precedente GP di Monaco.
A questo punto Spa venne consacrata come l’”Università” della F1 perché, nonostante le modifiche, rimaneva comunque uno dei circuiti storici, mantenendo difficoltà tali da riuscire a mettere in evidenza le qualità di guida dei piloti.
A riprova di ciò, nei test svolti alcuni mesi prima della gara, fu De Cesaris, il “Villeneuve italiano” ad ottenere i migliori tempi, girando intorno ai 2 minuti.
La natura del tracciato favorì le macchine turbo. Prost, particolarmente a proprio agio sul tracciato belga, fu subito veloce davanti alla Ferrari di Tambay,
La pioggia del sabato congelò le posizioni ai tempi di venerdì, ma mise in risalto, ancora una volta, la pericolosità del tracciato. Infatti, a causa della presenza di pozze d’acqua sulla pista i piloti decisero di aspettare il warm up della domenica per decidere se gareggiare o meno.
Il giorno della gara le nuvole minacciose non scaricarono la tanto temuta pioggia e la gara poté aver luogo regolarmente.
Al verde i piloti in prima fila scattarono verso la prima curva senza curarsi dello sventolio delle bandiere gialle ad indicare che la Renault di Cheever e la Williams di Rosberg erano ferme sulla griglia.
La sorpresa fu quella di vedere l’Alfa di De Cesaris prendere il comando e staccare sia la Renault di Prost che la Ferrari di Tambay.
La direzione gara fermò la corsa e fece ritornare tutte le vetture a schierarsi sulla griglia di partenza.
Al secondo via De Cesaris prese nuovamente il comando e Arnoux, partito quinto, era già a ridosso della Ferrari di Tambay, al terzo posto.
Con in testa l‘Alfa di De Cesaris, lo spettacolo viene da Piquet che, con un gran sorpasso, annichilisce Arnoux all’”eau rouge”, la pericolosa curva che si affronta a 293 Km all’ora.
Quando inizia la girandola dei cambi gomme a rimetterci è proprio De Cesaris che, penalizzato da alcune difficoltà dei suoi meccanici, rientra in gara in sesta posizione.
Anche Tambay si ferma, quarto dopo il pit stop, a seguire rifornirono Prost e Piquet.
De Cesaris, particolarmente ispirato, è tornato terzo dando l’impressione di poter recuperare altre posizioni, quando una nuvola di fumo segnò la resa del motore della macchina italiana, imitato poco dopo anche dalla Ferrari di Arnoux.
Dopo il ritiro dell’Alfa Romeo tutto rimane immutato fino al 34 giro quando, per un problema tecnico, anche Piquet si deve fermare a bordo pista.
È Alain Prost a conquistare la vittoria del rinnovato tracciato di Spa, davanti a Tambay ed alla Renault di Cheever.
Ferrari e Renault cominciarono a sognare l‘iride, mentre Piquet si trovò a spronare la Brabham per ottenere più velocità ed affidabilità in gara.
Il rammarico di tutti i tifosi ed appassionati di F1 è quello di non aver mai visto correre Gilles sul circuito di Spa.
Come avrebbe gestito l’Università della F1 il piccolo grande pilota ed a quali prodezze ci avrebbe fatto assistere?
L’ordine di arrivo del GP del Belgio 83
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 15 | Alain Prost |
Renault | 01:27:11.502 | 40 |
1 |
9 |
2 | 27 | Patrick Tambay |
Ferrari | 01:27:34.684 | 40 |
2 |
6 |
3 | 16 | Eddie Cheever |
Renault | 01:27:51.371 | 40 |
8 |
4 |
4 | 5 | Nelson Piquet |
Brabham | 01:27:53.797 | 40 |
4 |
3 |
5 | 1 | Keke Rosberg |
Williams | 01:28:01.982 | 40 |
9 |
2 |
6 | 2 | Jacques Laffite |
Williams | 01:28:44.609 | 40 |
11 |
1 |
7 | 35 | Derek Warwick |
Toleman | 01:29:10.041 | 40 |
22 |
0 |
8 | 36 | Bruno Giacomelli |
Toleman | 01:29:49.775 | 40 |
16 |
0 |
9 | 11 | Elio de Angelis |
Lotus | +1 lap | 39 |
13 |
0 |
10 | 34 | Johnny Cecotto |
Theodore | +1 lap | 39 |
25 |
0 |
11 | 29 | Marc Surer |
Arrows | +1 lap | 39 |
10 |
0 |
12 | 4 | Danny Sullivan |
Tyrrell | +1 lap | 39 |
23 |
0 |
13 | 26 | Raul Boesel |
Ligier | +1 lap | 39 |
26 |
0 |
14 | 3 | Michele Alboreto |
Tyrrell | +2 laps | 38 |
17 |
0 |
RIT | 8 | Niki Lauda |
McLaren | Gearbox | 33 |
15 |
0 |
RIT | 12 | Nigel Mansell |
Lotus | Gearbox | 30 |
19 |
0 |
RIT | 22 | Andrea de Cesaris |
Alfa Romeo | Injection | 25 |
3 |
0 |
RIT | 33 | Roberto Guerrero |
Theodore | Engine | 23 |
14 |
0 |
RIT | 28 | René Arnoux |
Ferrari | Engine | 22 |
5 |
0 |
RIT | 31 | Corrado Fabi |
Osella | Wheel | 19 |
24 |
0 |
RIT | 9 | Manfred Winkelhock |
ATS | No Time | 18 |
7 |
0 |
RIT | 7 | John Watson |
McLaren | Collision | 8 |
20 |
0 |
RIT | 25 | Jean-Pierre Jarier |
Ligier | Collision | 8 |
21 |
0 |
RIT | 30 | Thierry Boutsen |
Arrows | Suspension | 4 |
18 |
0 |
RIT | 23 | Mauro Baldi |
Alfa Romeo | Throttle | 3 |
12 |
0 |
RIT | 6 | Riccardo Patrese |
Brabham | Engine | 0 |
6 |
0 |
DNQ | 32 | Piercarlo Ghinzani |
Osella | No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 17 | Eliseo Salazar |
RAM | No Time | 0 |
0 |