GP Brasile 2004, Montoya si prende il contentino, disastro Ferrari
Per il sudamericano fu l'unico successo di una stagione avara di soddisfazioni, mentre Barrichello fallì il sogno di vincere in casa
Un dominio schiacciante. Questa fu la stagione 2004 per la Ferrari, l’ultima nella quale la scuderia di Maranello abbia ottenuto l’iride dominando la scena, senza dover attendere l’ultima gara per mettere le mani sul titolo Piloti. Già nell’estate di quell’anno i giochi erano fatti: con la doppietta di Budapest a Ferragosto il Cavallino aveva arpionato il campionato Costruttori, mentre a fine agosto, a Spa Francorchamps, arrivò anche il suggello sul titolo Piloti, firmato ovviamente da Michael Schumacher.
Ai rivali, quell’anno, rimasero solo le briciole. Su 18 corse, la Rossa ne vinse ben 15, per una percentuale di vittorie che ricorda quella della Mercedes degli anni d’oro (in particolare, del 2014, 2015 e 2016) e la Red Bull del 2022. Le uniche vittorie non Ferrari, prima dell’ultimo appuntamento brasiliano del 24 ottobre, portarono la firma di Jarno Trulli a Montecarlo e Kimi Raikkonen in Belgio. La Williams, prima del 18° e ultimo round, era ancora a secco di vittorie, in una stagione segnata anche dal grave schianto di Ralf Schumacher a Indianapolis. Una vera delusione, dato che la squadra di Sir Frank nel 2003 aveva fatto la voce grossa, con l’astro nascente Juan Pablo Montoya in lizza per il Mondiale fino al penultimo appuntamento di Indianapolis.
METEO SCOMBINA-PIANI
Con la concorrenza annichilita, pochi erano i motivi di interesse prima di Interlagos. L’unico obiettivo rimasto per la Ferrari, se vogliamo, era regalare a Rubens Barrichello la gioia di vincere il GP di casa, undici anni dopo l’ultimo trionfo di un brasiliano a San Paolo. I presupposti c’erano tutti: con Schumacher relegato in fondo allo schieramento per noie tecniche in prova, Rubens poteva scattare dalla pole position. Ma a rovinare la festa al numero due della Ferrari fu proprio il meteo. Con lo scroscio di pioggia scatenatosi poco prima del via e poi attenuatosi, per i piloti fu problematico scegliere con quali gomme partire. Alcuni, come Alonso, puntarono sulle coperture da asciutto, altri, come lo stesso Barrichello, sulle intermedie.
SOGNO INFRANTO
Quella che poteva diventare una cavalcata solitaria di Rubinho si trasformò così in una roulette, dove i piani della Ferrari e del brasiliano vennero scombinati. Inizialmente ne approfittò Alonso che, forte degli pneumatici da asciutto montati al via, si issò al comando. Barrichello, invece, non riusciva a tenere il ritmo nemmeno della McLaren di Raikkonen e della Williams di Montoya.
Proprio questi ultimi si rivelarono i grandi protagonisti del GP. I due lottarono infatti in uscita dalla corsia box, dopo i rispettivi cambi gomme che li videro passare a pneumatici da asciutto. In seguito, però, il ritmo imposto da Montoya fu insostenibile anche per Raikkonen, che alzò bandiera bianca. Vinse così il colombiano della Williams, al suo primo e unico successo del 2004, una sorta di contentino di una stagione per lui avara di soddisfazioni. Secondo fu il finlandese, futuro compagno di Montoya alla McLaren, che nel 2005 vivrà una stagione di tutt’altro spessore, in lotta con la Renault di Alonso per il titolo Piloti.
BILANCIO IN… ROSSO
Barrichello invece dovette accontentarsi del terzo posto, che rimarrà il suo miglior risultato in quel di Interlagos, una tappa rimasta per lui stregata. Il Brasile dovrà infatti attendere altri due anni per riavere un proprio pilota sul gradino più alto di Interlagos, e non sarà Barrichello, bensì quel Felipe Massa che nel 2006 si prenderà la scena nel giorno del primo ritiro di Schumacher dalla Formula 1. A proposito di Schumi, l’ultima tappa di quell’anno trionfale fu stranamente un disastro: scattato dal fondo nel GP del Brasile 2004, il Kaiser fallì la rimonta e si fermò al settimo posto. Quasi un preludio a una stagione successiva che fu la più travagliata dei suoi anni a Maranello.
L’ordine di arrivo del GP del Brasile 2004
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 3 | Juan Pablo Montoya |
Williams | 01:28:01.451 | 71 |
2 |
10 |
2 | 6 | Kimi Räikkönen |
McLaren | 01:28:02.473 | 71 |
3 |
8 |
3 | 2 | Rubens Barrichello |
Ferrari | 01:28:25.550 | 71 |
1 |
6 |
4 | 8 | Fernando Alonso |
Renault | 01:28:49.959 | 71 |
8 |
5 |
5 | 4 | Ralf Schumacher |
Williams | 01:28:51.191 | 71 |
7 |
4 |
6 | 10 | Takuma Sato |
BAR | 01:28:51.699 | 71 |
6 |
3 |
7 | 1 | Michael Schumacher |
Ferrari | 01:28:52.077 | 71 |
18 |
2 |
8 | 12 | Felipe Massa |
Sauber | 01:29:03.761 | 71 |
4 |
1 |
9 | 11 | Giancarlo Fisichella |
Sauber | 01:29:05.293 | 71 |
10 |
0 |
10 | 7 | Jacques Villeneuve |
Renault | +1 lap | 70 |
13 |
0 |
11 | 5 | David Coulthard |
McLaren | +1 lap | 70 |
12 |
0 |
12 | 16 | Jarno Trulli |
Toyota | +1 lap | 70 |
9 |
0 |
13 | 17 | Ricardo Zonta |
Toyota | +1 lap | 70 |
14 |
0 |
14 | 15 | Christian Klien |
Jaguar | +2 laps | 69 |
15 |
0 |
15 | 19 | Timo Glock |
Jordan | +2 laps | 69 |
17 |
0 |
16 | 21 | Zsolt Baumgartner |
Minardi | +4 laps | 67 |
19 |
0 |
17 | 20 | Gianmaria Bruni |
Minardi | +4 laps | 67 |
20 |
0 |
RIT | 14 | Mark Webber |
Jaguar | Collision | 23 |
11 |
0 |
RIT | 18 | Nick Heidfeld |
Jordan | Clutch | 15 |
16 |
0 |
RIT | 9 | Jenson Button |
BAR | Engine | 3 |
5 |
0 |