GP di Monaco 1988: Alain Prost vince nel Principato e batte Magic-Senna

Terzo appuntamento della stagione 1988: stavolta il Circus iridato si è spostato sulle stradine del Principato, in quella Montecarlo che ospita lo storico GP di Monaco.
Una pista difficile, tecnica e veloce, dove solo i migliori possono ambire a diventare veri Campioni: e come per i primi due round di Jacarepaguà e di Imola, davanti a tutti si è imposto solamente un pilota, il magico Ayrton Senna.
Al volante dell’imbattibile McLaren-Honda MP4/4, il brasiliano dominò la scena fin dal secondo turno di libere, ma fu in qualifica che diede veramente il meglio di sé.
Il giro che fece registrare nel secondo turno di qualificazione, infatti, entrerà nella storia come uno degli hotlap migliori della storia della Formula 1, praticamente perfetto: il suo tempo, un sensazionale 1’23”998, fu frutto di uno stato di trance agonistica grazie al quale lui stesso ammise di essere entrato in una specie di “tunnel”, dove l’unico obiettivo era quello di girare al limite delle sue potenzialità fisiche e di quelle della sua monoposto.
Non potè nulla il suo compagno di squadra, un Alain Prost che accusò un ritardo di quasi un secondo e mezzo per il quale fu costretto a partire dalla seconda casella in griglia, mentre la seconda fila fu monopolizzata dalle due Ferrari di Gerhard Berger e di Michele Alboreto… distanti dai due secondi e mezzo agli oltre tre secondi rispetto al brasiliano.
Nigel Mansell portò la prima vettura aspirata, la sua Williams-Judd, in quinta posizione, affiancata dalla Benetton di Alessandro Nannini. A seguire si qualificarono Derek Warwick con la Arrows-Megatron e la seconda FW12 di Riccardo Patrese, mentre andò molto peggio alle due Lotus-Honda di Nelson Piquet, solo 11esimo, e di Satoru Nakajima, nemmeno capace di passare il turno di pre-qualifica.

Il copione del sabato si ripetè di pari passo nella gara della domenica: Ayrton Senna scattò perfettamente allo spegnersi dei semafori rossi, mentre Prost fu scavalcato subito da Berger perchè trovò qualche difficoltà di troppo nell’inserire la seconda marcia.
E come in quasi tutte le edizioni del GP di Monaco, la prima curva presentò il conto mietendo le prime vittime di giornata: Alex Caffi con la Dallara colpì le barriere, mentre Phillippe Streiff buttò alle ortiche uno splendido 12esimo posto in griglia per la rottura del cavo dell’acceleratore della sua AGS.
Il primo giro, però, riservò altre sorprese: il Campione del Mondo in carica, Nelson Piquet, entrò in contatto con la Arrow di Eddie Cheever e fu costretto al ritiro, un pessimo risultato che, aggiunto alla mancata qualificazione di Nakajima, segnò un weekend nero per il team Lotus-Honda.
La prima parte di gara vide Senna prendere agilmente il largo sulla coppia Berger-Prost, con l’austriaco che riuscì a rintuzzare ogni attacco del francese e permettendo al brasiliano davanti di incrementare il suo vantaggio di quasi 1 secondo al giro.
Nel corso del 33esimo passaggio, ecco un altro colpo di scena: alla variante delle piscine Michele Alboreto tentò il tutto per tutto nei confronti di Nigel Mansell, il quale chiuse la porta ed entrò in contatto con la Ferrari del pilota milanese. Ma mentre la F1 87/88C di quest’ultimo uscì indenne dall’incidente e potè proseguire la sua corsa, la Williams del britannico rimase irrimediabilmente danneggiata, costringendolo di conseguenza al ritiro.

Al 51esimo giro un altro crash coinvolse, stavolta, la seconda FW12 affidata a Patrese: il padovano doveva doppiare la Lola-Ford di Phillippe Alliot, il quale sembrava che, invece, stesse ignorando le bandiere blu esposte nei suoi confronti dai commissari di pista. Alla Mirabeau il francese tentò di proteggersi con una traiettoria il più possibile interna: il risultato? La sua Lola entrò in contatto con la Williams di Patrese e andò a schiantarsi contro le barriere di protezione in rettilineo, per poi fermarsi nelle vie di fuga poco più avanti.
Nel frattempo finalmente Prost era riuscito a passare Berger alla prima curva: arrivati a circa 2/3 di gara con entrambe le McLaren in testa, i tecnici di Woking ordinarono a Senna di rallentare il suo passo in modo da mantenere l’equilibrio della situazione e portare a casa un’importante doppietta in ottica Campionato. Ayrton era saldamente al comando con quasi un minuto di vantaggio sul team-mate francese, ma a quanto pare la sua intenzione non coincideva con le disposizioni di Ron Dennis.
“Magic”, infatti, voleva umiliare il suo rivale, e così decise di aumentare ancora di più il suo ritmo al fine di incrementare il margine e dargli un’ulteriore mazzata morale. Nel corso del 59esimo giro fece segnare il fastest lap della gara monegasca, un 1’26”321 (che in qualifica gli sarebbe valso la terza posizione in griglia), ma poi… ecco l’ennesimo colpo di scena!
Tutto d’un colpo, durante la 65esima tornata, la MP4/4 numero 12 si schiantò contro le barriere di protezione della Portier, un incidente che danneggiò irrimediabilmente la sua sospensione anteriore.
Dopo un intero weekend contraddistinto prima da un giro di qualifica al limite della perfezione (e del misticismo) e poi da una gara dominata fin dalla partenza, ecco che Ayrton Senna dal sentirsi onnipotente tornò bruscamente con i piedi per terra. Ciò che lo portò all’errore fu un calo di concentrazione (anche se a pochissimi rivelò che qualcosa non stesse funzionando al meglio sulla sua McLaren), uno sbaglio che non accettò e che lo portò a incolparsi oltremisura. Subito dopo il crash, infatti, Magic fuggì verso il suo appartamento privato di Montecarlo a riflettere su quello che era successo, facendosi rivedere poi dal team solamente in tarda serata.

La vittoria del GP di Monaco della stagione 1988, quindi, andò al suo compagno di squadra, un Alain Prost che mica per niente è soprannominato “Il Professore”. Con costanza e pazienza, il francese stava confidando in un errore del suo compagno brasiliano, che puntualmente arrivò nel momento giusto. La lezione che Senna dovette imparare? “Chi troppo vuole nulla stringe”…
Dietro il già due volte Campione del Mondo si piazzarono entrambe le Ferrari di Berger e Alboreto, mentre arrivarono a punti anche la Arrows di Warwick, la Tyrrell-Ford di Jonathan Palmer e l’unica Williams superstite di Patrese. Completarono la top ten Yannick Dalmas (Larrousse-Ford), Thierry Boutsen (Benetton-Ford), Nicola Larini (Osella-Alfa Romeo) e Ivan Capelli (March-Judd).
L’ordine di arrivo del gp monaco di 1988
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 11 | ![]() |
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01:57:17.077 | 78 |
2 |
9 |
2 | 28 | ![]() |
![]() |
01:57:37.530 | 78 |
3 |
6 |
3 | 27 | ![]() |
![]() |
01:57:58.306 | 78 |
4 |
4 |
4 | 17 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 77 |
7 |
3 |
5 | 3 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 77 |
10 |
2 |
6 | 6 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 77 |
8 |
1 |
7 | 29 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 77 |
21 |
0 |
8 | 20 | ![]() |
![]() |
+2 laps | 76 |
16 |
0 |
9 | 21 | ![]() |
![]() |
+3 laps | 75 |
25 |
0 |
10 | 16 | ![]() |
![]() |
+6 laps | 72 |
22 |
0 |
RIT | 12 | ![]() |
![]() |
Spun Off | 66 |
1 |
0 |
RIT | 30 | ![]() |
![]() |
Collision | 50 |
13 |
0 |
RIT | 15 | ![]() |
![]() |
Fuel System | 45 |
14 |
0 |
RIT | 9 | ![]() |
![]() |
Gearbox | 43 |
23 |
0 |
RIT | 19 | ![]() |
![]() |
Gearbox | 38 |
6 |
0 |
RIT | 24 | ![]() |
![]() |
Halfshaft | 36 |
15 |
0 |
RIT | 5 | ![]() |
![]() |
Collision | 32 |
5 |
0 |
RIT | 22 | ![]() |
![]() |
Engine | 28 |
19 |
0 |
RIT | 25 | ![]() |
![]() |
Engine | 17 |
20 |
0 |
RIT | 32 | ![]() |
![]() |
Brakes | 14 |
18 |
0 |
RIT | 18 | ![]() |
![]() |
Engine | 8 |
9 |
0 |
RIT | 26 | ![]() |
![]() |
Engine | 6 |
26 |
0 |
RIT | 31 | ![]() |
![]() |
Suspension | 5 |
24 |
0 |
RIT | 1 | ![]() |
![]() |
Collision | 1 |
11 |
0 |
RIT | 36 | ![]() |
![]() |
Spun Off | 0 |
17 |
0 |
RIT | 14 | ![]() |
![]() |
Throttle | 0 |
12 |
0 |
DNQ | 2 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 10 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 23 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 4 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
EXC | 33 | ![]() |
![]() |
Excluded | 0 |
0 |