GP Germania 1994: l’impero colpisce ancora

La Ferrari che arriva a Hockenheim è una squadra speranzosa: i lunghi rettilinei sembrano essere l’ideale per favorire le monoposto di Maranello e Todt, intimamente, si era dato appuntamento proprio in Germania per tornare alla vittoria.
La prima giornata di prove del GP di Germania 1994 non autorizza nessuna speranza però, sia Berger che Alesi devono fermarsi anzitempo per la rottura del propulsore.
Ai box Todt, lucido stratega, da ordine di montare di due motore più evoluti e i risultati sorridono a Maranello : Berger, dopo pochi giri, è già secondo mentre Alesi è quarto.
Entrambi rinunciano a lanciarsi per ulteriori giri perchè Alesi rimane senza benzina e Berger preferisce non stressare troppo la meccanica del motore.
Al sabato le rosse tornano regine. Entrambi i piloti conquistano li migliori tempi dello schieramento ed è una grande notizia per la formula uno.
Per trovare una prima fila tutta rossa, bisogna risalire addirittura al GP del Portogallo del 1990.
Al via della corsa un incidente coinvolge 12 vetture ma stranamente la direzione gara decide di non fermare la corsa.

Berger in testa si ritrova alle costole il padre di casa Schumacher, che per tenere il ritmo della Ferrari, ha fatto scaricare le sue ali rendendo la Benetton veloce ma altamente instabile nelle chicane.
L’austriaco della Ferrari guida in modo impeccabile, Schumacher lo attacca ovunque ma, supportato da un motore superiore, l’austriaco non si fa sorprendere e mantiene con autorevolezza il comando.
Ai box c’è gioia ma anche apprensione, Alesi, partito secondo, ha rotto il motore dopo nemmeno un giro, e la paura che possa succedere anche a Berger fa si che i tecnici comincino a monitorare tutte le funzioni del propulsore della numero 28.

Nel momento clou della gara, con la Benetton che sembra voler forzare il passaggio sulla rossa, Schumacher rompe il motore. Da quel momento alla Ferrari si spalanca la via della vittoria e prudenzialmente decide di calare il ritmo per preservare la meccanica della sua Ferrari.
L’unico batticuore di una corsa ormai monotona, arriva dai box Benetton quando durante il pit di Verstappen la macchina viene avvolta da un rogo subito domato.
All’arrivo del GP di Germania 1994, Berger rompe il digiuno più lungo della Ferrari ed è incontenibile la sua gioia, l’austriaco è conscio di aver riportato il cavallino a parlare di se proprio quando si pensa che il prestigio della Ferrari sembrava avviato ad appannarsi per sempre.