GP Germania: la Formula 1 a casa del Kaiser
Tra luci e ombre: da Lauda a Schumacher. Riviviamo gli episodi che hanno emozionato tanti tifosi di ogni età
Il tracciato, lungo 4,574m, è situato tra i boschi nel land Baden-Württemberg ed è stato utilizzato per la prima volta nel 1977. Prima di allora il circuito ufficiale, con i suoi 25.378Km immersi nel verde spettrale della Renania, era il leggendario Nürburgring Nordschleife.
La storia di questa gara è caratterizzata da momenti di luce che rimangono impressi nella memoria degli appassionati per le grandi imprese, ma anche di ombre che hanno scritto alcune delle pagine più nere della storia della Formula 1. Facciamo, un salto nel passato ripercorrendo le storie che hanno animato il gran premio di Germania.
Si hanno notizie di gare automobilistiche sin da inizio secolo, tuttavia la categorie antenate della Formula 1 iniziarono a correre negli anni 30′. La prima edizione nel 1929 fu vinta dal tedesco Rudolf Caracciola in Mercedes-Benz e per i primi anni il dominio fu tutto dei piloti di casa su vetture costruite in Germania: Mercedes-Benz e AutoUnion.
A rompere la monotonia ci pensò il mitico Tazio Nuvolari che nel 1935 tagliò il traguardo in prima posizione davanti alla schiera attonita di ufficiali nazisti, tra cui lo stesso Hitler.
Nel 1951 si corse la prima gara valida per il campionato di Formula 1 e a trionfare fu Alberto Ascari in Ferrari, Ascari fece il bis l’anno seguente e infine Farina completò il triennio di successi italiani in Germania.
Intanto alla fine degli anni 60′ venne messo in funzione il tracciato di Hockenheim ed iniziò un periodo buio per il GP di Germania. Era il 7 aprile e si corse la F2 con Jim Clark al volante della sua Lotus. Al quinto giro la monoposto perse aderenza ma venne ripresa dallo scozzese. Nel frattempo il pilota impostò la seconda curva, una di quelle facili…ed è in quelle più facili che i grandi sbagliano: La Lotus, oramai impazzita, partì diritta, sfondò una recinzione e finì la sua folle corsa contro un albero. La vita e straordinaria carriera dello Scozzese Volante, uno dei piloti più grandi si sempre, finì tra i boschi dell’Hockenheimring.
Due anni dopo nel 1970 un altro grande, Jochen Rindt con la Lotus, proprio qui vinse la sua ultima vittoria.
Negli anni 70′ i bolidi di Formula 1 erano delle trappole mortali e correre con queste monoposto al Nordschleife era una pura e semplice sfida contro la morte.
Nel 1976 Niki Lauda e la sua Ferrari erano i più veloci nelle prime libere, al sabato l’austriaco avvertì dei problemi di sovrasterzo ed fu costretto a cedere la pole a James Hunt. Durante quel weekend Lauda chiese più volte affinché il GP venga cancellato per via delle condizioni impossibili, le sue lamentele restarono inascoltate.
Domenica di gara: la pioggia iniziò a scendere tra gli alberi dell’Inferno Verde, Lauda partì male e si ritrovò ottavo. Al secondo giro, forse a causa di un’entrata aggressiva sul cordolo, le sospensioni della Ferrari cedettero all’altezza della curva Bergwerk: il punto più lontano del circuito. La vettura dopo essere rimbalzata tra muro e guard rail, andò a fuoco e venne presa in pieno da Edwards che non riescì ad evitarla. Lauda perse il casco nell’impatto e si ritrovò intrappolato in un vero e proprio forno. Edwards, Ertl, Lunger e Merzario lo soccorsero, tirandolo fuori dall’abitacolo dopo vari tentativi. Il resto è storia che potete assistere riguardando il bellissimo film diretto da Ron Howard, “Rush”
Da quel punto in poi il Nordschleife venne abbandonato in favore di Hockenheim, è qui un anno dopo l’inferno Lauda si riprese la sua rivincita.
Nell’edizione del 1982 Nelson Piquet dominava il GP, quando dalle retrovie apparve la ATS di Eliseo Salazar. I due iniziano un duello con fiocchi, ruota a ruota, che sfortunatamente finì con un incidente con entrambi i piloti fuori dai giochi. Il carioca però non la prese molto sportivamente e, una volta fuori dalla vettura, si avventò contro il collega cileno.
Un altro italiano re in Germania fu Michele Alboreto che vinse il GP del 1985 in Ferrari.
L’anno seguente, invece, la gara passò alla storia per via del carburante che non bastava. Vinse Piquet al pelo, Senna e Mansell arrivano a malapena all’ultimo giro, stessa sorte per: Rosberg e Prost.
Nei primi anni 90′ in Germania si parlò portoghese: Piquet e Senna si contesero il primo posto, alla fine la spuntò il pilota di San Paolo con 3 vittorie.
Nel 1994 Berger salì sul gradino più alto del podio in una gara caos: 2 incidenti spaccano il gruppo a metà con solo 10 vetture in pista e 8 che tagliano il traguardo.
L’anno dopo Hill era al comando ma l’inglese escì al secondo giro, ne approfittò Schumacher che vinse per la prima volta a casa sua…la folla era in delirio per il Kaiser.
L’edizione del 1997 andò in scena l’ultima vittoria in carriera per Berger.
L’inizio del nuovo millennio si aprì nel migliore dei modi per un altro brasiliano, Rubens Barrichello che compì un miracolo: da 18° a 1°!
Nel 2008 Hamilton vinse facendo pole e vittoria, da segnalare la strepitosa partenza di Kubica: da 7° a 4°.
Il GP del 2010 si tinse di rosso Ferrari. Alla partenza Vettel cercò di proteggersi proprio dallo spagnolo, ma ne approfitta l’altra Rossa con Massa che si prese la prima posizione. Passato il tedesco, Alonso si lamentò col team affinché il compagno lo lasci passare.
“Alonso is faster than you” questo è il team radio storico che ricevette il brasiliano: lo spagnolo trionfò in Germania. L’asturiano poi non si accontenta e si ripetè anche nel 2012.
Le due edizioni: 2013 e 2014, furono vinte entrambe da due piloti di casa: Sebastian Vettel e Nico Rosberg, che partì in pole conservando il primo posto sino al traguardo.
Per problemi finanziari, il GP di Germania venne sospeso nel 2015 e nel 2017. Invece l’anno 2016 vide la vittoria di Lewis Hamilton, anche se il compagno di squadra Nico Rosberg dominò le libere e la qualifica. Purtroppo il tedesco partì male e si fece infilare sia dal compagno di team, sia dalle due Red Bull di Max Verstappen e Daniel Ricciardo.
La gara finì come partì con la vittoria di Hamilton davanti alle Red Bull con Ricciardo che però riuscì a agguantare il secondo posto davanti al giovane compagno Verstappen.
Nel 2018, Sebastian Vettel sembrava aver messo fine alla lunga cavalcata delle Mercedes, che durava ormai da 4 anni. La Ferrari era la miglior monoposto della stagione, poi al giro numero 51 Vettel uscì di pista alla curva Sachs, per un banale errore. Fu l’inizio della fine. Lo sconforto avvolse il pilota tedesco 4 volte campione del mondo che non riuscì più a fermare la Mercedes dell’inglese, lanciata verso il titolo iridato.
Il 2019 fu ufficialmente l’ultima edizione del GP di Germania: Verstappen trionfò al termine di una delle gare più rocambolesche e incerte degli ultimi anni, mentre sul podio salirono Vettel in grande rimonta e Kvyat.
Durante la corsa tutti si aspettavano la pioggia sul circuito di Hockenheim, e così fu: Max Verstappen, partito malissimo dalla seconda posizione divenne il protagonista di una bella rimonta, propiziata anche dalle scelte del muretto. L’olandese riuscì anche a commettere meno errori dei rivali, mentre si susseguivano emozioni, sorpassi e colpi di scena.
L’anno seguente a causa della pandemia la Formula 1 tornò in Germania ma con una denominazione diversa: Gran Premio dell’Eifel. Il circus per ovviare ad un calendario rivoluzionato dal COVID si spostò al Nürburgring, circuito storico per molti appassionati. La corsa fu vinta da Hamilton che eguagliò i novantuno successi detenuti dall’ex pilota tedesco sette volte campione del mondo di Formula 1 Michael Schumacher.
Sul podio salirono anche Max Verstappen con la Red Bull Racing e l’australiano Daniel Ricciardo su Renault.
Altro record andò a Kimi Raikkonen che con le sue 323 presenze divenne il pilota più presente nella storia del campionato mondiale di Formula 1.
L’abo d’oro del GP di Germania
Circuito del Nürburgring
Anno | Gara | Data | Winning Driver | Team | Giri | |
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1 | 1959 | Gran Premio di Germania | 02 agosto | Tony Brooks | Ferrari | 60 |