GP Giappone 1993: pasticci rossi
Il Gran Premio del Giappone, dal 1987 rappresenta un appuntamento importante per il circus. L’edizione del 1993 vede il ritiro della Scuderia Italia stanca di non aver abbastanza supporto dal telaista LoLa ma vive anche della speranza di vedere confermato dalla Ferrari il trend positivo dimostrando nelle ultime gare.
La scuderia emiliana ha portato nella terra del sol levante dei nuovi motori 12 cilindri, più potenti e affidabili.
Nella prima giornata di prove, Berger pare dare ragione alle speranze del team, facendo segnare il miglior tempo. Solo nel finale viene superato dai big della stagione ma il segnale è di quelli che lasciano il segno.
L’ambiente, più che per le prestazioni della Ferrari in pista, e’ scosso da una notizia sfuggita dal controllo dell’azienda emiliana: Ferrari e Honda avrebbero stretto un accordo esteso anche alla formula uno. Nonostante la conferma arrivata addirittura dal presidente dell’Honda, la Ferrari smentisce con decisione anzi c’è qualcuno all’interno della fabbrica che asserisce che la fuga di notizie e’ stata studiata ad arte per far naufragare un accordo assurdo e poco coerente con le origini della scuderia.
Ancora storditi dalla notizia dell’accordo, vero o finto che fosse, la scuderia sembra non vivere la gioia di vedere Berger quinto in griglia a mezzo secondo dalla Williams di Prost in pole position.
Dall’inizio della stagione, la Ferrari non era mai stata cosi vicina ai rivali e avrebbe potuto aspirare a qualcosa di meglio se Alesi, autore del miglior tempo, non fosse stato punito dal direttore di gara per aver percorso la pista a bandiera rossa esposta. Alterato il francese, rientra in pista col risultato di uscire dal tracciato danneggiando la sua Ferrari.
Il via della gara viene dato davanti allo spettacolo delle tribune piene di tifosi giapponesi che impazziscono di gioia per lo scatto di Senna che prende la testa bruciando un indeciso Prost, mentre Berger passa Schumacher e si insedia al quarto posto.
La Ferrari dell’austriaco è decisamente veloce, mentre quella del compagno Alesi deve arrendersi per un misterioso problema al propulsore dopo pochi km di corsa.
La “28” riesce a difendersi dal ritorno di Schumacher e Hill ma il ritmo tenuto ha l’effetto collaterale di consumare eccessivamente le gomme tanto che al dodicesimo giro Hill prova a sorprenderlo tentando un sorpasso che l’austriaco rintuzza chiudendo la traiettoria e costringendo Hill a frenare facendosi tamponare da Schumacher provocandone il ritiro.
Richiamato dal team, Berger rientra in ottava posizione e viene sorpreso da un acquazzone che fa felice solo Senna, da sempre a proprio agio sul bagnato, che riesce a riprendere Prost, in testa grazie al gioco dei pit, e passarlo alla curva del cucchiaio.
Smessa la pioggia, il box rosso richiama nuovamente l’austriaco ma per errore lo rimanda in pista con le rain invece che i più indicati pneumatici slick.
In piena rimonta Hill conquista la quarta posizione davanti al debuttante Irvine che per stare incollato alla Williams numero zero, riesce a sdoppiarsi da Senna con una manovra molto al limite.
Che non sia il giorno della Ferrari lo si capisce al quarantunesimo giro quando Berger si ferma lungo il tracciato col motore rotto.
La corsa si conclude con la vittoria di Senna, capace di sfidare le Williams ad armi pari come a Donington. L’unica nota stonata è il diverbio tra il campione brasiliano e Irvine, Senna lo accusa di aver compiuto una manovra troppo al limite per sdoppiarsi, l’irlandese risponde con degli sberleffi che fanno saltare i nervi al brasiliano che lo colpisce facendolo cadere. Solo grazie all’intervento di Hill la rissa finisce ma per tutti l azione del brasiliano sarebbe degna di una sanzione severa per il cattivo esempio offerto.
L’ordine di arrivo del GP del Giappone
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 8 | Ayrton Senna |
McLaren | 01:40:27.912 | 53 |
2 |
10 |
2 | 2 | Alain Prost |
Williams | 01:40:39.347 | 53 |
1 |
6 |
3 | 7 | Mika Häkkinen |
McLaren | 01:40:54.041 | 53 |
3 |
4 |
4 | 0 | Damon Hill |
Williams | 01:41:51.450 | 53 |
6 |
3 |
5 | 14 | Rubens Barrichello |
Jordan | 01:42:03.013 | 53 |
12 |
2 |
6 | 15 | Eddie Irvine |
Jordan | 01:42:14.333 | 53 |
8 |
1 |
7 | 26 | Mark Blundell |
Ligier | +1 lap | 52 |
17 |
0 |
8 | 30 | Jyrki Järvilehto |
Sauber | +1 lap | 52 |
11 |
0 |
9 | 25 | Martin Brundle |
Ligier | Collision | 51 |
15 |
0 |
10 | 24 | Pierluigi Martini |
Minardi | +2 laps | 51 |
22 |
0 |
11 | 12 | Johnny Herbert |
Lotus | +2 laps | 51 |
19 |
0 |
12 | 19 | Toshio Suzuki |
Larrousse | +2 laps | 51 |
23 |
0 |
13 | 11 | Pedro Lamy |
Lotus | Spun off | 49 |
20 |
0 |
14 | 9 | Derek Warwick |
Footwork | Collision | 48 |
7 |
0 |
RIT | 6 | Riccardo Patrese |
Benetton | Spun off | 45 |
10 |
0 |
RIT | 28 | Gerhard Berger |
Ferrari | Engine | 40 |
5 |
0 |
RIT | 10 | Aguri Suzuki |
Footwork | Spun off | 28 |
9 |
0 |
RIT | 23 | Jean-Marc Gounon |
Minardi | Withdrew | 26 |
13 |
0 |
RIT | 3 | Ukyo Katayama |
Tyrrell | Engine | 26 |
24 |
0 |
RIT | 29 | Karl Wendlinger |
Sauber | Engine | 25 |
16 |
0 |
RIT | 20 | Érik Comas |
Larrousse | Engine | 17 |
21 |
0 |
RIT | 5 | Michael Schumacher |
Benetton | Collision | 10 |
4 |
0 |
RIT | 27 | Jean Alesi |
Ferrari | Engine | 7 |
14 |
0 |
RIT | 4 | Andrea de Cesaris |
Tyrrell | Collision | 0 |
18 |
0 |