GP Giappone: la corsa delle rivalità
Il Gran Premio nel paese nipponico, è stato protagonista di momenti memorabili, che hanno segnato la storia di questo sport
Neanche il tempo per rielaborare la gara di Singapore, il circus della F1 è già in movimento; la destinazione questa volta è quella del Sol Levante: domenica si corre a Suzuka.
Il Gran Premio del Giappone scala la classifica della Hall of Fame dei circuiti leggendari, si perché da 35 edizioni la sua pista non fa altro che creare e alimentare rivalità epiche.
Il circuito di Suzuka è lungo 5.807m e presenta 17 curve (7 a sinistra e 10 a destra); il GP si disputa qui dal 1987, fatta eccezione per quattro edizioni, quella del 1976 e del ’77 , corse sulla pista ai piedi del monte Fuji, il più alto dell’arcipelago giapponese.
L’asfalto nipponico, è stato teatro di momenti momenti memorabili, tanto quanto le questioni sollevate, che hanno segnato la storia di questo sport.
La prima edizione vede l’epilogo della sfida tra due grandi che circa 40 anni dopo sarà oggetto cinematografico: Lauda e Hunt. Al Fuji ha piovuto tutto il weekend e continua fino a domenica, si ritarda per capire se è bene far partire la corsa o meno, alla fine si parte. Lauda è in vantaggio su Hunt, se termina la gara si laurea campione del mondo; siamo solo al secondo giro quando la sua Ferrari rientra ai box; i meccanici si allarmano perché pensano che la macchina abbia qualche problema, ma niente sembra non funzionare. Niki Lauda ha semplicemente paura di continuare, Forghieri è incredulo e cerca di convincerlo a dichiarare che qualcosa non andava nella vettura, la risposta dell’austriaco passerà alla storia: “No, dì semplicemente che ho avuto paura!”, vincerà Andretti ma il mondiale andrà a James Hunt e sarà il primo titolo per la McLaren. Molti lo definiranno un gesto sciocco e altri parleranno di complotto, dimenticando che sotto le tute e i caschi ci sono uomini.
Ecco la scena tratta dal film “Rush“:
James Hunt si aggiudica il primo posto l’anno successivo, tuttavia la gara è funestata dalla tragedia.
Nel tentativo di sorpassare Peterson al sesto giro, la Ferrari di Gilles Villeneuve urta la ruota posteriore della Tyrrel: la monoposto del canadese spicca il volo e finisce oltre il guardrail e falcia il pubblico causando 2 morti e 10 feriti; non si correrà più in Giappone per 10 anni.
Nel 1987 si ritorna a Suzuka nel nuovo circuito di proprietà della Honda, Nigel Mansell e la sua Williams sono i favoriti per il titolo. Durante le prove libere, però, il Leone è autore di un incidente: i forti dolori alla schiena impediscono a Mansell di prendere parte alla corsa. Gerard Berger taglia per primo il traguardo su Ferrari, mentre Nelson Piquet festeggia la vittoria del campionato sul compagno di squadra Mansell.
La fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, sono all’insegna della “Rivalità” per eccellenza: Senna contro Prost. Tutto inizia con il GP del 1988, la McLaren arriva in Giappone dopo aver vinto quasi tutte le gare della stagione. Al via Prost scatta primo mentre Senna parte male e si ritrova 14°, ma arriva la pioggia e il brasiliano fa quello che gli riesce meglio: con una serie di giri veloci Senna agguanta Berger al secondo posto. Nel frattempo Prost ha problemi al cambio e viene anche rallentato nel doppiaggio a De Cesaris, alla è costretto a cedere: Senna vince la gara e il suo primo titolo iridato.
L’anno successivo la McLaren è ancora la scuderia da battere, ma i rapporti tra i due piloti sono sempre più tesi: Prost dichiara di non aver intenzione di far passare Senna in alcun modo!
Il brasiliano parte dalla pole davanti al francese, al via Prost si prende la prima posizione. Si arriva al 47° giro alla curva Casio: Prost mantiene la parola e chiude sul compagno di squadra, i due sono entrambi fuori.
Alain Prost scenda dalla vettura convinto di aver il titolo in tasca, Senna, invece, si fa aiutare dai commissari rientra in pista e si prende la testa della corsa. Lo sforzo del brasiliano, però, è vano: Senna viene squalificato per essere stato aiutato dai commissari e aver tagliato la chicano al rientro in pista. Nella gara della discordia per eccellenza, la vittoria va a Nannini a tavolino; Prost dovrà aspettare il GP successivo in Australia per laurearsi campione del mondo.
Nel 1990 la questione è ancora aperta: si inizia dal sabato di qualifica quando Senna chiede che la pole venga spostata sul lato meno sporco della pista. La richiesta del campione viene accettata in un primo momento, successivamente Jean-Marie Balestre annulla il tutto!
Prost parte meglio, ma Senna è più veloce e, nel tentativo di sorpasso ai danni della Ferrari, i due si toccano e finiscono fuori pista. Questa volta è il brasiliano che ride per ultimo: Senna ottiene il suo secondo titolo e a vincere la gara è Piquet.
Sempre il Giappone regalerà a The Magic il suo terzo e ultimo mondiale, nel 1991.
Nel GP 1993 è ancora Ayrton Senna a imporsi, anche se il brasiliano deve vedersela con Eddie Irvine. Nel tentativo di superare da Hill, il nordirlandese si sdoppia e sorpassa Senna. Il tre volte campione è su tutte le furie, a fine gara irrompe nel box di Irvine e chiede spiegazioni, “Se eri così veloce potevi passare, chi te lo impediva?” risponde Irvine ed ecco che parte il cazzotto di Senna!
Arriviamo alla fine degli anni 90, il circuito è sempre quello ma le rivalità sono cambiate: 1998 Hakkinen e Schumi, quest’ultimo tradito dal motore e costretto al ritiro; il finlandese si laurea campione del mondo con la McLaren. Mika è protagonista anche nel ’99, il suo avversario questa volta è lo sfortunato Irvine che distrugge la vettura durante le qualifiche.
Per le successive cinque edizioni l’imperatore giapponese è costretto ad inchinarsi difronte all’egemonia rossa: Schumacher (2000, 2001, 2002, 2004) e Barrichello (2003) porteranno la Ferrari sul gradino più alto del podio a Suzuka.
Nel 2005 il protagonista è Kimi Raikkonen: partito 17° con la sua McLaren, il finlandese compie una magnifica rimonta e taglia per primo il traguardo.
L’anno seguente sfuma la possibilità di un ottavo titolo per Schumacher, il tedesco è tradito dal motore della sua Ferrari e a vincere è Fernando Alonso in Renault.
Il Fuji torna ad ospitare il GP nel 2007, a trionfare per la prima volta in carriera nel Sol Levante è Hamilton (McLaren) davanti a Kovalainen (Renault) e Raikkonen (Ferrari). Fernando Alonso è protagonista di un brutto incidente al giro 41: quando sotto la pioggia, lo spagnolo perde il controllo della sua McLaren e sbatte contro le barriere.
Vettel si impone per due anni consecutivi in Giappone: prima nel 2009 dopo aver battagliato con Hamilton, poi nel 2010 davanti a Webber e Alonso.
L’edizione del 2012 è quella degli addii: Schumacher saluta definitivamente la Formula 1 mentre Alonso pur rimanendo in testa al mondiale, finisce fuori alla prima curva concedendo a Vettel di recuperare punti importanti sullo spagnolo.
Il bis del giovane pilota tedesco della Red Bull arriva l’anno successivo, mentre Alonso, giungendo quarto, tenedo aperto il mondiale anche se a Vettel basterà arrivare quinto per ottenere il suo quarto alloro iridato di fila.
L’edizione 2014 del GP del Giappone viene ricordata per il tragico incidente che coinvolse la Marussia Jules Bianchi. La tragedia inizia alla curva Dunlop, quando nel corso al 43° giro esce di pista Adrian Sutil a causa della pioggia. Poco dopo arriva Jules Bianchi che, uscendo del tracciato, impatta contro il telescopico della gru che stava spostando la vettura la Sauber del tedesco. Le immagini si congelano sui soccorsi dei commissari intenti a soccorrere il francese; ma le condizioni sembrano subito così entra in pista l’ambulanza. Vista la situazione la direzione di gara espone la bandiera rossa, cristallizzando la classifica e assegnando la vittoria a Hamilton.
L’anno successivo, Hamilton si aggiudica il secondo successo consecutivo a Suzuka, eguagliando Ayrton Senna come numero di vittorie dopo una bella battaglia tutta in casa Mercedes.
Nel 2016, diciassettesima prova della stagione, cambia il vincitore ma non la squadra; Rosberg vince e sale a quota 23 vittorie in carriere precedendo l’olandese Verstappen e il suo compagno di squadra Hamilton.
Con questo podio Hamilton ottiene il centesimo podio in carriera, mentre la Mercedes festeggia il suo terzo titolo costruttori.
Per il 2017 la questione è diversa, con la Ferrari in agguato a cercare di mettere il bastone fra le ruote alla Mercedes, ma è ancora Lewis Hamilton a vincere portandosi a 59 lunghezze il vantaggio sul diretto rivale Vettel. Sul podio salgono Verstappen, mentre Ricciardo ottiene il terzo posto in volata su Bottas. Purtroppo per la Ferrari numero 5 arriva un ritiro proprio nei primi giri della corsa.
Il “Grand Chelem” di Hamilton regala all’inglese il primo posto anche nel 2018 mentre il compagno di box Bottas conquista il suo trentesimo podio in carriera.
Il Sol Levante è ancora la gara decisiva per il team di Stoccarda che si aggiudica il suo sesto titolo, ma è la Ferrari a far paura con una prima tutta Ferrari nelle qualifiche del sabato. Purtroppo la brutta partenza di Vettel, partito dalla piazzola numero, mischia le carte ed è Bottas ad aggiudicarsi l’ultima edizione del GP del Giappone.
GP del Giappone: l’albo d’oro
Suzuka
Anno | Gara | Data | Winning Driver | Team | Giri | |
---|---|---|---|---|---|---|
4 | 2008 | Gran Premio del Giappone | 12 ottobre | Fernando Alonso | Renault | 67 |
3 | 2007 | Gran Premio del Giappone | 30 settembre | Lewis Hamilton | McLaren | 67 |
2 | 1977 | Gran Premio del Giappone | 23 ottobre | James Hunt | McLaren | 73 |
1 | 1976 | Gran Premio del Giappone | 24 ottobre | Mario Andretti | Lotus | 73 |