GP Messico 1987, la buona sorte su Mansell
18 ottobre 1987: il 450esimo GP della storia della F1 si svolse in Messico sul circuito di Hermanos Rodríguez e fu la quattordicesima e terz’ultima gara del campionato. Quattro furono i contendenti nel frangente: il leader Nelson Piquet, il compagno di squadra Mansell, il pilota Lotus Senna e della McLaren Prost.
Le strutture del circuito di Città del Messico erano state migliorate rispetto allo scorso anno (gara del debutto del tracciato), ma la pista era ancora sconnessa, la città ancora opprimente e piena di smog, con la povertà e i danni alle proprietà causati dal devastante terremoto del 1985 ancora in contrasto con la ricchezza e il fascino della Formula 1.
Jean-Marie Balestre respinse le preoccupazioni relative alla superficie della pista e aumentò i toni annunciando nel 1988 il divieto di utilizzare sistemi di sospensioni attive che contribuivano ad attenuare le asperità del tracciato.
Le qualifiche
Nelle qualifiche la pista fortemente deteriorata divenne un problema serio: sia Nigel Mansell che Ayrton Senna persero il controllo alla Pits Bend e finirono fuori strada. Mansell riuscì a rallentare poco prima dell’impatto, ma Senna non potè evitare l’impatto col muro di gomme a oltre 200 km all’ora, senza complicazioni per il pilota.
Nigel conquistò nuovamente la pole davanti a Gerhard Berger, con Piquet terzo e Boutsen, Prost quinto e Fabi sesto. Tutti i primi sei erano racchiusi in soli 6 decimi, il che faceva ben sperare per la gara.
La gara
In gara la griglia di partenza si schiera, i semafori si accendono e si scatena il caos. Mentre il gruppo si avviava alla prima curva, Prost cercò di superare Piquet e i due si toccarono, mandando in testacoda Piquet e rompendogli il braccetto dello sterzo. Prost non potè far altro che ritirarsi (prima notizia clamorosa della gara), mentre i commissari corsero a dare una spinta per far ripartire Piquet in panne, una volta che il resto dei piloti era ripartito.
Nelson partì all’inseguimento del gruppo. In testa, anche Mansell era partito male e Berger guidava Boutsen, con Mansell terzo davanti ad Alboreto, Fabi, Senna e i piloti Brabham. Ci furono alcuni incidenti nelle retrovie, tra cui il più evidente vide protagonista Stefan Johansson, che dopo essere andato in testacoda, fu urtato e costretto al ritiro da Christian Danner, con la McLaren che vide così entrambe le monoposto ritirate dopo pochi giri.
Davanti Boutsen prese la vetta (prima volta in assoluto) passando Berger, con Mansell terzo e piuttosto staccato. La gara del belga terminò però dopo 13 giri, quando rallentò, cedette la leadership a Berger e poi si ritirò per un problema elettronico. Sembra la corsa dell’anno scorso, dove l’austriaco vinse, ma il ferrarista si dovette ritirare sei giri dopo per una rottura al motore. Anche il compagno Alboreto si era ritirato non molto prima per un guasto analogo.
Mansell quindi si ritrovò inaspettatamente al comando davanti a Senna e Patrese, abile a sfruttare gli errori commessi nelle retrovie da Piquet e Prost. Il brasiliano era quarto, dietro proprio all’italiano della Brabham. Successivamente fu esposta bandiera rossa, poiché Derek Warwick della Arrows ebbe un gravissimo incidente all’ultima curva, che lo portò a sbattere violentemente contro le barriere. Il pilota uscì comunque illeso dall’incidente.
La ripartenza
Una nuova griglia fu formata nell’ordine in cui si trovavano le vetture prima dell’incidente. Al via il brasiliano era determinato e ha preso il via partendo quarto, passando Patrese dopo 2 giri, per cercare di intaccare il sostanziale vantaggio del suo compagno di squadra in classifica generale.
Era il 33° giro: al 38° superò pure Senna per la seconda posizione. Il pilota della Lotus aveva però dei problemi al cambio. Mancando una scalata proprio nel bel mezzo di una curva, Senna andò in testacoda e finì per trovarsi nella direzione sbagliata. I commissari cercarono di spingere la monoposto, ma saltando fuori, Senna sferrò un pugno a uno dei malcapitati prima di andarsene furioso verso il ritiro e fuori dalla corsa al campionato, che ora era tra Piquet e Mansell.
Piquet continuava a ridurre il vantaggio su Mansell, ma divenne presto chiaro che non bastava e, con Mansell che poteva semplicemente controllare con molta sicurezza e rispondere ai tempi sul giro di Piquet.
Il britannico tagliò il traguardo da vincitore del GP del Messico, con Piquet secondo e Riccardo Patrese, con un eccellente terzo su Brabham. Un altrettanto felice Eddie Cheever conquistò il quarto posto per l’Arrows, con Teo Fabi quinto e Alliot che ha raccolto il punto finale per Larrousse per la seconda gara consecutiva.
Mansell aveva ridotto il distacco a 12 punti, ma aveva ancora del lavoro da fare per sottrarre il titolo al suo grande rivale, Piquet. Nelson, nel frattempo, non ha beneficiato di tutti e sei i punti. Il regolamento permetteva ai piloti di contare solo i loro primi 11 piazzamenti a punti, una regola introdotta per ridurre al minimo la penalità per inaffidabilità meccanica. Per Nelson si trattava del dodicesimo piazzamento a punti, quindi dovette scartare il peggiore – ironia della sorte, i tre punti conquistati nella gara precedente.
L’ordine di arrivo del GP del Messico 1987
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 5 | Nigel Mansell |
Williams | 01:26:24.207 | 63 |
1 |
9 |
2 | 6 | Nelson Piquet |
Williams | 01:26:50.383 | 63 |
3 |
6 |
3 | 7 | Riccardo Patrese |
Brabham | 01:27:51.086 | 63 |
8 |
4 |
4 | 18 | Eddie Cheever |
Arrows | 01:28:05.559 | 63 |
13 |
3 |
5 | 19 | Teo Fabi |
Benetton | +2 laps | 61 |
6 |
2 |
6 | 30 | Philippe Alliot |
Larrousse | +3 laps | 60 |
24 |
1 |
7 | 3 | Jonathan Palmer |
Tyrrell | +3 laps | 60 |
22 |
0 |
8 | 4 | Philippe Streiff |
Tyrrell | +3 laps | 60 |
25 |
0 |
9 | 29 | Yannick Dalmas |
Larrousse | +4 laps | 59 |
23 |
0 |
RIT | 12 | Ayrton Senna |
Lotus | No Time | 54 |
7 |
0 |
RIT | 16 | Ivan Capelli |
March | Water Leak | 51 |
20 |
0 |
RIT | 21 | Alex Caffi |
Osella | Engine | 50 |
26 |
0 |
RIT | 26 | Piercarlo Ghinzani |
Ligier | Water Leak | 43 |
21 |
0 |
RIT | 23 | Adrián Campos |
Minardi | Transmission | 32 |
19 |
0 |
RIT | 25 | René Arnoux |
Ligier | Overheating | 29 |
18 |
0 |
RIT | 17 | Derek Warwick |
Arrows | Accident | 26 |
11 |
0 |
RIT | 8 | Andrea de Cesaris |
Brabham | Accident | 22 |
10 |
0 |
RIT | 28 | Gerhard Berger |
Ferrari | Turbo | 20 |
2 |
0 |
RIT | 20 | Thierry Boutsen |
Benetton | Electrical | 15 |
4 |
0 |
RIT | 24 | Alessandro Nannini |
Minardi | Turbo | 13 |
14 |
0 |
RIT | 27 | Michele Alboreto |
Ferrari | Engine | 12 |
9 |
0 |
RIT | 9 | Martin Brundle |
Zakspeed | Turbo | 3 |
13 |
0 |
RIT | 2 | Stefan Johansson |
McLaren | Accident | 1 |
15 |
0 |
RIT | 11 | Satoru Nakajima |
Lotus | Accident | 1 |
16 |
0 |
RIT | 10 | Christian Danner |
Zakspeed | Accident | 1 |
17 |
0 |
RIT | 1 | Alain Prost |
McLaren | Collision | 0 |
5 |
0 |