GP San Marino: dai record di Schumacher alla scomparsa di Senna e Ratzenberger
Imola e storia, un binomio romantico mai scalfito dai 14 anni di assenza della pista dal calendario mondiale. L’idea del circuito venne a quattro amici di Imola, appassionati di corse automobilistiche: Alfredo Campagnoli, Graziano Golinelli, Ugo Montevecchi e Gualtiero Vighi, che unirono la loro passione alle capacità manageriali di Checco Costa.
Il 22 marzo del 1950 fu posata la prima pietra del cantiere, partendo dalla sponda destra del fiume Santerno, per poi passare dal Parco delle Acque Minerali ed alcune colline limitrofe.
Il progetto iniziale prevedeva un tracciato di circa 4 km, che poi successivamente fu allungato a 5 km, grazie ad un raccordo che dalla curva Tosa portava alla Piratella.
Ma i lavori andarono a rilento e solo il 19 ottobre 1952, arrivò il il vero collaudo con una Ferrari 340 sport, guidata da Nino Farina, Gigi Villoresi ed Alberto Ascari, mandati appositamente da Enzo Ferrari. L’anno dopo arrivò il battesimo sportivo con una gara motociclistica denominata Gran Premio Coni.
Nel ’54 toccò alle auto sport con un duello tutto Ferrari e Maserati nel trofeo “Conchiglia d’oro Shell” che aprì la stagione delle grandi sfide sulle quattro ruote.
La Formula 1 in Emilia-Romagna
La “Classe Regina” sbarcò a Imola nel 1963 con una corsa non valida per il campionato del mondo di Formula 1, che vide vittoria da Jim Clark con la Lotus: purtroppo quel giorno non regalò ai tifosi, la possibilità di veder correre una Ferrari.
Nel frattempo proseguirono i lavori all’autodromo di Imola con la costruzione della tribuna coperta sul rettilineo d’arrivo, opera che fu completata nel ’65. Anche se l’inaugurazione arrivò nel 1950, fu solo dopo vent’anni che si decise di dedicare il circuito a Dino, il figlio di Enzo Ferrari scomparso a Modena il 30 giugno 1956.
La cerimonia solenne si svolse alla presenza del Consiglio Comunale e del Sindaco, che affidò al carismatico Enzo Ferrari le sorti dell’autodromo. Nel 1979 i lavori furono completati.
Il mondiale di Formula 1 arrivò il 14 settembre 1980 con la denominazione di Gran Premio d’Italia; gara che vide la vittoria di Nelson Piquet con la Brabham e la conquista del Campionato Costruttori per la Williams.
L’anno successivo la corsa fu anticipata al 3 maggio, dopo la risoluzione di una disputa con gli organizzatori del circuito “rivale” di Monza; alla fine si decise per mettere in calendario la pista del Santerno come GP di San Marino.
In quell’occasione fu ancora il brasiliano della Brabham ad aggiudicarsi la corsa, mentre la Ferrari di Villeneuve, dovette accontentarsi della 7° piazza dopo aver scaldato il pubblico con la pole position.
L’edizione del 1982 del GP di San Marino, vide l’ultimo podio per Gilles Villeneuve, inaspettatamente deluso dall’amico Didier Pironi che lo superò e andò a vincere la corsa nonostante l’indicazione dai box di mantenere le posizioni. L’anno successivo la Ferrari centrò nuovamente il successo con Patrick Tambay.
Quell’anno Riccardo Patrese fu insultato da alcuni tifosi dopo che, con la sua Brabham, andò a sbattere contro i muri delle Acque Minerali mentre si trovava al comando. Il pilota di Padova si rifece 7 anni dopo centrando il successo con la Williams.
Nel 1985 la vittoria andò alla Lotus di Elio De Angelis, al suo secondo ed ultimo successo in F1 prima di morire prematuramente il 15 maggio 1986 a causa di un incidente sul circuito francese di Paul Ricard, mentre testava la sua Brabham.
Il 14 agosto 1988 tutto il mondo pianse la scomparsa di Enzo Ferrari, grande amico dell’autodromo del Santerno. Proprio per questo motivo e per dare un segno tangibile all’affetto e alla riconoscenza che legò Imola al “Drake” fu deciso di rinominare il circuito a Enzo e Dino Ferrari.
L’anno seguente, Imola si rese protagonista di due eventi che videro in primis la storica lite tra Ayrton Senna e Alain Prost.
I due piloti della McLaren, dominatori assoluti del mondiale, aprirono le loro ostilità durate negli anni a venire quando Ayrton superò Alain all’altezza della Tosa, nonostante i taciti accordi all’interno della scuderia fossero di non superarsi nel corso del primo giro.
Nel frattempo, Berger andò dritto al Tamburello, schiantandosi a 280 Km/h; la sua Ferrari numero 28 prese fuoco, lasciando gli spettatori senza fiato. Grazie agli uomini del servizio di sicurezza, il pilota austriaco riuscì a salvarsi.
Nel 1991 Alain Prost, dopo aver cambiato casacca ed essersi trasferito alla corte di Maranello, finì in testacoda durante il giro di ricognizione, regalando la vittoria a Senna. Il ’92 segnò la fine della supremazia McLaren, passando lo scettro alla Williams di Nigel Mansell e la vittoria a Prost l’anno successivo.
GP San Marino 1994: l’anno delle tragedie
Purtroppo, il 1º maggio 1994, il circuito fu segnato dalla scomparsa di Ayrton Senna, in un triste weekend che vide anche il drammatico incidente di Rubens Barrichello e quello che si portò via anche la vita di Roland Ratzenberger.
Questi tre eventi misero in dubbio la sicurezza di Imola: la pista fu modificata nella quasi totalità con la sostituzione delle curve Tamburello e Villeneuve con altrettante varianti, la modifica delle curve Piratella, Rivazza e Variante Bassa e il posizionamento di una barriera sul muretto della pit-lane.
Nel 1995, la vittoria andò a Damon Hill, che replicò il successo anche l’anno successivo davanti alla Ferrari di Michael Schumacher, ancora battuto nel ’98 dalla McLaren di David Coulthard.
Nel 1999 Schumacher riportò il Cavallino al successo dopo 16 anni di digiuno, ripetendosi poi nel 2000, 2002, 2003, 2004 e 2006: questo regalò al pilota tedesco il primato di 7 vittorie sul tracciato imolese. Nel 2001, invece, arrivò anche il successo del fratello Ralf. Quattro anni più tardi fu la prima e unica volta sul gradino più alto del podio di Fernando Alonso, a bordo della Renault.
Purtroppo il 2006 segnò anche l’uscita del GP di San Marino dal calendario: inizialmente la FIA conservò la gara, ma gli organizzatori non riuscirono a terminare in tempo i lavori all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari. Nel 2007 arrivò la definitiva esclusione dal Mondiale.
Il ritorno di Imola
Nel 2020 la “classe regina” torna in romagna, dove Lewis Hamilton, sensibilmente emozionato si aggiudica la gara dove perse la vita il suo beniamino.
Imola sembrava una toccata e fuga, invece succede che la Formula 1 riesce a trovare l’accordo fino al 2025 con la direzione dell’autodromo e quindi bentornata Imola!