GP Singapore: veleni, gioie e dolori
Nel prossimo week-end, i bolidi di F1 si daranno appuntamento sul tracciato del Marina Bay Street Circuit, riviviamo la breve storia di questo circuito
Singapore, non è sicuramente una di quelle gare che hanno fatto la storia, non ha molta tradizione e sul suo asfalto non si sono consumate grandi imprese, ma gli imprevisti non sono mancanti mai ad ogni edizione.
La pista realizzata sotto la supervisione dell’architetto Hermann Tilke si snoda su un percorso cittadino: il paddock è collocato sul Republic Boulevard dietro la suggestiva ruota panoramica, Singapore Flyer.
La storia di questo Gran Premio è sostanzialmente divisa in due parti: una va dai primi anni 60’ fino all’inizio degli anni 70’ e l’altra parte dal più recente 2008. La prima edizione si disputò nel 1961 sul Thomson Road Circuit, allora venne chiamato “Orient Grand Prix“ per pubblicizzare un’iniziativa turistica, l’anno successivo prese il nome di Malaysia, nel 1965, a seguito dell’indipendenza, divenne il Singapore Gran Prix. Le gare vennero effettuate fino al 1973 per ragioni di sicurezza, viste le perdite avvenute nel 72’ con la morte del campione locale Lionel Chan e l’anno successivo dello svizzero Joe Huber.
Nel 2007 arrivò l’annuncio del ritorno di questo appuntamento nel calendario della F1, grazie ad un accordo quinquennale tra Ecclestone, la Singapore GP Pte Ltd., il Singapore Board of Tourism e la SingTel. Per garantire un orario comodo ai telespettatori europei si scelse di correre in notturna, infatti Singapore diventerà la prima gara in notturna mai disputata in F1.
Veleni
La seconda prima volta di Singapore, nel 2008, è quella che passerà alla storia come il “crashgate”. La gara appare confusa sin dall’inizio: dopo una serie di duelli e sorpassi, al tredicesimo giro la Renault di Nelsinho Piquet va a muro sbattendo violentemente: Safety Car in pista. Si apre così la danza dei pit-stop, effettuati da tutti i piloti tranne da Alonso che prontamente aveva sostato ai box prima dell’incidente.
Il tutto appare strano alla FIA che apre un’inchiesta grazie alle dichiarazioni di Piquet Jr, secondo il quale dal muretto Renault era partito l’ordine di andare a muro così da far entrare la Safety, al fine di favorire la vittoria del compagno di squadra Alonso. La sentenza recita: la squalifica a vita dalle corse per Briatore e 5 anni per Pat Symonds, che nel frattempo lasciano la scuderia; nessuna penalizzazione per i piloti, ma anzi un sostanzioso risarcimento per la famiglia Piquet.
Dolori (parte 1)
Proprio durante le sosta al box Ferrari accade dell’incredibile: Massa riparte con boccone della benzina ancora agganciata alla vettura, i meccanici iniziano a rincorrerlo per la pit-lane, uno di loro rimarrà ferito, mentre il pilota brasiliano sarà costretto a ripartire ultimo vedendo così sfumare le speranze per il titolo iridato.
Gioie (parte 1)
Nell’edizione del 2010, Alonso torna a far parlare di sé, questa volta con un’impresa magistrale, lo spagnolo è autore del Grand Chelem ovvero: pole, giro veloce e dominio in gara dall’inizio alla fine.
Nel 2015 la casa di Maranello vince una gara spettacolare con Sebastian Vettel che infuoca gli animi dei ferraristi con un bellissimo team radio a fine gara.
L’edizione successiva del GP di Singapore è tutta un’altra storia, con Nico Rosberg che domina il gran premio e ritorna in testa al mondiale, grazie anche al terzo posto del suo compagno e rivale Lewis Hamilton. Sul secondo gradino del podio anche la Red Bull di Daniel Ricciardo.
Dolori (parte 2)
Passa un’anno con Sebastian Vettel che conquista la pole davanti alla Red Bull dell’olandese. Al via, il tedesco della Ferrari, mantiene il comando, mentre Kimi Raikkonen cerca di guadagnare una posizione su Max Verstappen che finisce a sandwich tra le due rosse, che poi si toccano fra loro.
Gara finita per Verstappen e Raikkonen, mentre la monoposto di Vettel inizia a perdere olio che finisce sugli pneumatici posteriori. Testacoda e muretto, finisce così la gara per il tedesco.
Questo incidente ha dato la possibilità a Lewis Hamilton di vincere e di allungare sul diretto rivale.
Gioie (parte 2)
Nel 2018, la Mercedes di Lewis Hamilton è imprendibile e allunga in classifica sulla Ferrari numero 5.
Con 40 punti di vantaggio e sei gare alla fine, il pilota Inglese comincia a pensare al titolo iridato.
L’ultima edizione, prima della pandemia è tutta una festa Ferrari con Vettel che si riscatta dopo l’episodio del 2017 e porta a Maranello la terza vittoria consecutiva. Per il tedesco arriva la sua 53° vittoria ma anche l’ultima di una bellissima carriera. Sul podio sale anche Charles Leclerc che regala alla Ferrari l’ottantaquattresima doppietta dopo quella ottenuta al Gran Premio d’Ungheria 2017.