Gunnar Nilsson: un vero eroe
Sono, purtroppo, poche le persone che possono dire di aver visto correre Gunnar Nilsson: un pilota di valore segnato da un triste destino…
Lo svedese, nato nel 1948, cominciò ad interessarsi di automobilismo verso la fine degli anni sessanta.
Nel 1974, dopo attente riflessioni, decise di trasferirsi in Inghilterra e fu così che debuttò in Formula Vee.
Successivamente acquistò una March e prese parte al campionato di Formula Tre, vincendo il titolo di categoria.
Deciso a debuttare in Formula Due ricevette, inaspettatamente, una chiamata da Colin Chapman.
La decisione del patron della Lotus destò scalpore.
Perché aveva deciso di ingaggiare Nilsson?
In effetti, fino a quel momento la carriera dello svedese non era stata caratterizzata da particolari acuti, ma Chapman decise che il ragazzo, dotato di una macchina competitiva, avrebbe potuto diventare uno dei grandi della categoria….
La stagione 1976 lo vede al volante di una Lotus 77.
Gli inizi non sono del tutto facili.
Nella stagione d’esordio ottenne due podi e qualche piazzamento a punti.
Chapman, soddisfatto, decide di confermarlo per la stagione successiva.
Nel 1977 la Lotus prepara la 78 a effetto suolo.
La monoposto all’inizio non concede risultati particolarmente brillanti, ma una volta messa a diventa molto competitiva.
In Belgio il destino premia Nilsson con un’importante affermazione che rilancia le sue quotazioni per la stagione 1978.
Verso la fine della stagione, durante le operazioni di ancoraggio delle cinture inguinali, lo svedese accusa un sordo dolore che, a lungo andare, lo spinge a fare degli accertamenti medici.
L’esito degli esami fu drammatico: il pilota risultava affetto da un raro tumore ai testicoli…
A questo punto, neanche a dirlo, il contratto firmato con la Arrows per la stagione 1978 scivola in secondo piano…
In un attimo la vita di Gunnar cambia totalmente.
Passa dall’essere circondato da belle donne ed a vivere in un mondo dorato di privilegi ottenuti grazie ai lauti guadagni, a ritrovarsi sofferente ricoverato nelle corsie degli ospedali sottoposto ad una massacrante radioterapia…
Minato nel fisico, ma non nello spirito, pensa di utilizzare le sue conoscenze e la sua fama per aiutare i bambini che stavano soffrendo come lui e con lui.
Fu così che, negli ultimi mesi della sua vita, Nilsson decise di sospendere le cure palliative e di scrivere una lettera a molti dei suoi amici e conoscenti dove ammetteva, serenamente, di aver perso la battaglia contro il cancro, ma chiedeva loro di dare vita ad una raccolta fondi per evitare che bambini ed altre persone potessero subire il suo stesso calvario.
Fu Elizabeth, la madre del pilota, insieme alla principessa Anna d’Inghilterra ad inaugurare la Gunnar Nilsson Foundation.
In questo modo ha contribuito a rendere immortale il figlio …più come uomo che come pilota.