Hawthorn: il campione triste
Nell’estate del ’58 Hawthorn vince il GP di Francia e diventa un credibile pretendente al titolo. Il britannico, bello biondo con un immancabile papillon che contribuiva a fare strage di diversi cuori femminili, mentre festeggia sul podio dà l’idea di ripensare a quando Ferrari lo aveva voluto con sé, nonostante fosse un giovane di belle speranze ma poche concretezze.
L’inglese con la Ferrari si mette subito in luce in diverse gare disputate con le macchine a ruote coperte, ma subisce il primo choc della sua vita dovuto alla morte dell’amato padre Leslie.
Lasciata la Ferrari, Hawthorn vince la 24 Ore di Le Mans con una Jaguar in un’edizione funestata da un incidente che è costato la vita a 83 spettatori. La voglia di vincere in Formula Uno lo riporta a Maranello, ma nel ’56 tutti notano che lo spirito goliardico dell’inglese comincia a spegnersi. Infatti, il pilota scopre di essere affetto da una malattia ai reni che sembra troncargli la carriera, ma caparbio, il pilota stringe i denti e si presenta alla Ferrari per la stagione ’57.
I risultati altalenanti portano il Drake a creare una sorta di competizione interna con Luigi Musso. Il testa a testa con l’italiano è stato il leitmotiv della prima parte della stagione ’58. Poi, dopo il mortale incidente di Musso in Francia, Hawthorn si trova a contendere il titolo all’idolo dei tifosi inglesi: Moss.
In Germania il miglior amico dell’inglese della Ferrari, Peter Collins, è vittima di un incidente mortale. Il dispiacere per la morte di Collins è tale che arriva a pensare al ritiro, poi, aiutato dal direttore sportivo, decide di tenere duro per cercare di vincere il titolo e dedicarlo all’amico scomparso.
Seppur senza gioia, Hawthorn riesce a vincere il titolo con un solo punto di vantaggio su Moss e, ormai stanco e mentalmente distaccato dalla Formula Uno, annuncia il ritiro.
Da ex pilota, l’inglese cerca di godersi la vita, ma a Guildford, in un incidente dalle dinamiche mai del tutto chiarite, esce di strada con la propria Jaguar perdendo la vita a nemmeno trent’anni.
Di Hawthorn ricorderemo l’educazione, il bell’aspetto, ma anche che è stato il primo inglese iridato in Formula Uno e lo è stato con una Ferrari.