GP Bahrain: i bolidi nel deserto
Il circus sbarca Medio Oriente per il GP del Bahrain, dove i piloti sul podio non festeggiano col tradizionale Champagne, ma con una bevanda chiamata Waard.
Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un tracciato “Generazione Tilke”, infatti fu progettato dal tedesco subito dopo quello di Sepang.
La sua costruzione si deve al Principe Al Khalifa, presidente della Federazione Motoristica del Bahrain; i lavori iniziarono nel 2002 e la sua inaugurazione si tenne nell’Aprile 2004. Fu il primo Gran Premio a venire disputato in Medio Oriente; in seguito nel 2007 divenne il primo circuito ad essere nominato “Centro di eccellenza per la sicurezza” dalla FIA.
Di certo, il momento più importante nella storia di questo circuito, fu la decisione di cancellarlo dal calendario del campionato 2011, a seguito di tensioni politiche, a causa di critiche contro la famiglia reale; di cui il Gran Premio è uno dei simboli dello strapotere.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche: il tracciato è lungo 5.411 Km, presenta 15 curve (9 a destra e 6 a sinistra). Un altro importante fattore è quello ambientale, infatti, il circuito sorge praticamente nel deserto e questo causa frequenti tempeste di sabbia che si abbattono sulla pista, come quella di pochi giorni fa; per arginare il problema si utilizza uno spray adesivo nelle zone limitrofe alla pista. Inoltre, le altissime temperature, fanno si che le tribune maggiormente occupate siano quelle centrali, mentre negli altri settori l’atmosfera risulta relativamente tranquilla. Altra curiosità riguarda le pista vera e propria in quanto l’impianto è stato studiato per essere utilizzato con altre configurazioni, il tracciato, appunto, presenta tre configurazioni alternative più brevi chiamate Inner Circuit, Outer Circuit e Paddock Circuit, oltre alla presenza di un ovale e una striscia per dragster.
Facciamo un salto nel passato e riviviamo i momenti che hanno segnato la storia di questo tracciato che domenica festeggia i suoi 15 anni.
BATTESIMO NEL DESERTO PER SCHUMACHER
Grazie al pugno di ferro di Ecclestone, nel 2004 la F1 sbarca in Medio Oriente per il primo GP in Medio Oriente. A battezzare il circuito di Shakir ci pensa Michael Schumacher, che sale sul gradino più alto seguito dal compagno Rubens Barrichello e Jarno Trulli su Renault.
L’anno successivo invece, la fortuna non assiste il campione tedesco che, costretto al ritiro, lascia la strada libera alla Renault di Fernando Alonso: lo spagnolo si piazza primo davanti all’italiano Trulli e Kimi Raikkonen con la McLaren. Il Samurai, però, non si accontenta e nel 2006 fa il bis: in questa edizione fa il suo esordio Nico Rosberg con la Williams: il campione del mondo 2016 è autore di uno strepitoso debutto, finendo in zona punti ed effettuando il giro più veloce.
Felipe Massa si aggiudica l’edizione del 2007, dopo aver tenuto testa a Lewis Hamilton; il brasiliano si ripete anche l’anno successivo, davanti al compagno di squadra Raikkonen e Robert Kubica.
Nel 2009 a trionfare è Jenson Button, iniziando la serie di vittorie che lo porterà alla conquista del titolo iridato.
Il 2010, Fernando Alonso fa il suo debutto in Rossa e vince seguito da Massa che regala una stupenda doppietta alla Ferrari.
NESSUN GP NEL DESERTO
Nel 2011 la FIA decide di cancellare l’appuntamento del Bahrain dal calendario di Formula 1, a causa delle tensioni etniche che scuotono il paese.
L’anno dopo il Gran Premio è ancora una volta al centro di alcune discussioni, questa volta c’è la violazione dei diritti umani di cui le autorità governative sono accusate.
Il GP, tuttavia, va avanti con Sebastian Vettel che si aggiudica il primo posto, ma la scena è tutta per Rosberg: il tedesco è autore di due manovre al limite che costringono, prima Hamilton e poi Alonso al fuori pista.
Il 2013 si caratterizza per la doppietta Lotus con Raikkonen e Grosjean dietro a Vettel, mentre Alonso deve fare i conti per tutta la durata della gara con problemi al DRS, terminando ottavo.
LA CRISI DELLE ROSSE
Il Gran Premio del 2014 racchiude in sé la situazione della Ferrari: la rosse terminano in nona e decima posizione, mentre è netto il dominio delle Mercedes con Hamilton che prevale su Rosberg. Nel 2015 uno strepitoso Raikkonen ruba la scena alla frecce d’argento, il finlandese ce la mette tutta e alla fine porta la Ferrari per la seconda volta in stagione sul podio, in mezzo ad Hamilton e Rosberg.
Il cinque volte campione del mondo s’impone anche nell’edizione successiva, ma Raikkonen riesce a fare breccia e rompe il muro delle Frecce d’Argento, con un secondo posto.
Il 2016 è il turno di Rosberg, seguito da Raikkonen e Hamilton.
VETTEL RILANCIA LA FERRARI
Il 2017 è stato l’anno si Sebastian Vettel che dopo un partenza a razzo supera il suo diretto rivale Lewis Hamilton portandosi a ridosso di Valtteri Bottas, partito dalla pole. Ma il finlandese non tiene il passo e viene superato dalla rossa numero 5 che vince la gara. L’anno successivo il pilota tedesco della Ferrari, fa il bis, facendo sognare i tifosi della Rossa, che domina nettamente nelle qualifiche e in gara.
Si arriva al 2019 con Charles Leclerc e Sebastian Vettel che dominano le qualifiche. Ma in gara, le due rosse si devono arrendere allo strapotere delle monoposto di Stoccarda, che regalano l’ennesima doppietta alla Mercedes e la vittoria a Lewis Hamilton.
LE FIAMME DELLA HAAS
L’anno seguente, la situazione legata al COVID 19, sballa completamente il calendario di Formula 1. Il circus è pronto per due date consecutive nel piccolo stato del Bahrein. Tutto sembra procedere nella norma, fino a quando un contatto tra Romain Grosjean e Daniil Kvjat non scatena l’inferno.
La monoposto del pilota francese sbatte contro le barriere e si spezza in due prendendo fuoco. Per fortuna la cellula di sopravvivenza rimane integra, permettendo a Grosjean di uscire quasi indenne da quel rogo spaventoso. La gara viene immediatamente interrotta, mischiando le carte ma regalando comunque la novantacinquesima vittoria a Lewis Hamilton. A podio anche le due Red Bull Racing di Verstappen e Albon.
Nel 2021 il GP del Bahrain diventa la gara inaugurale della stagione e vede Lewis Hamilton sgretolare ogni record: 4 vittorie sul circuito di Sakhir e 5.126 giri condotti in testa, durante una gara valida per il campionato mondiale. ll record prima apparteneva a Schumacher. Ma in questo caso ad aggiudicarsi la pole fu Max Verstappen, iniziando quella che sarà la sfida tra l’olandese e il britannico. Alla fine sarà Hamilton ad aggiudicarsi la prima sfida della stagione dopo un testa testa durato 55 giri.
Lo scorso anno tutto inizia da zero viste le nuovissime monoposto: la Ferrari parte subito forte regalando ai tifosi del Cavallino un vittoria bellissima da parte di Charles Leclerc che già il sabato si era aggiudicato la pole.
Ciliegina sulla torta fu la seconda posizione di Carlos Sainz che regalò così la prima doppietta Rossa.
Ormai mancano pochi giorni ancora e scopriremo chi scriverà nuovamente il proprio nome sulla sabbia del deserto di Sakhir.