I circuiti del passato, monumenti abbandonati dalla Formula 1
Iniziamo con le prime due decadi un viaggio virtuale sui luoghi storici della massima formula

I circuiti degli anni ’50 e ’60: bellissimi, esotici, assurdi…ed abbandonati
Il calendario del primo mondiale di Formula 1, quello del 1950, conteneva sette gran premi. Sette circuiti, quindi, tre dei quali sono incredibilmente ancora utilizzati (Silverstone, Montecarlo, Monza), uno… quasi (Spa-Francorchamps), due del tutto abbandonati (Bremgarten, Reims). E per l’ultimo, Indianapolis, vale un discorso specifico.
Poichè in tempo di vacanze ci piace ricordare più quello che non c’è più che quello che ancora viviamo ogni anno partiamo proprio dai circuiti abbandonati per compiere un nostalgico excursus a proposito di alcune delle piste su cui la Formula 1 ha lasciato tracce della propria storia, ma che non fanno più parte, per vari motivi, del calendario. Iniziamo dai primi due decenni.
BREMGARTERN LUOGO STORICO DI UNA FORMULA 1 PIONIERISTICA
Bremgarten era un circuito stupendo. Difficile, velocissimo, caratterizzato da saliscendi e una varietà di curve introvabile su altri tracciati. Si trovava alla periferia di Berna e già prima del suo ingresso nel calendario ufficiale aveva mietuto diverse vittime, in auto e moto. Nonostante la conclamata pericolosità è curioso notare come il suo abbandono non fu causato dagli incidenti mortali, bensì dalla decisione dello stato svizzero di vietare sul territorio nazionale le gare motoristiche.
Decisione presa nel 1955 dopo l’incidente di Le Mans, quando durante la 24 ore un contatto tra due vetture causò un vero disastro, con 84 morti e 120 feriti. Prima che simili episodi accadessero anche sul suolo elvetico il governo chiuse gli autodromi. Addio corse e addio anche all’affascinante tracciato nel bosco di Bremgarten. Per chi volesse farsi un’idea le strade esistono ancora, anche se non in buono stato.
I RETTILINEI DI REIMS SIMBOLO DI STORIA ED ABBANDONO
Rispetto a Bremgarten Reims era un circuito molto meno tecnico. La prima delle sedi del gran premio di Francia altro non era, infatti, che una serie di rettilinei in piena campagna collegati da poche curve ad angolo retto. Fu abbandonato dalla Formula 1 nel ’66, dopo 11 edizioni e un’ultima gara conclusa da Jack Brabham alla folle, per quei tempi, media oraria di 220 km orari.
La curiosità più interessante riguarda però box e tribuna principale, entrambi ancora in piedi, nelle medesime condizioni del ’66, con le stesse strutture e dipinte con i colori degli sponsor di allora. Accade così a chi percorra questa anonima statale del dipartimento della Marna, magari in cerca di qualche cantina interessante, di imbattersi in questa specie di museo a cielo aperto del motorsport che fu. E se non si è informati ci si chiede davvero “Ma che cosa sono questi edifici abbandonati, presso cui il tempo pare essersi fermato a cinquantacinque anni fa?”
IL GRAN PREMIO DI PESCARA SUL PIU’ LUNGO CIRCUITO DELLA FORMULA 1
Su un circuito usato, prima e dopo, solo per gare con vetture prototipi si corse il 18 Agosto 1957 un gran premio di Formula 1 a suo modo storico. Il primo e unico Gran Premio di Pescara. Si tratta di un evento storico perché la gara si svolse sul più lungo tracciato mai usato per una gara valevole per il campionato del mondo. Il circuito in terra abruzzese misurava infatti la strabiliante lunghezza di 25,579 km. Era caratterizzato da due lunghissimi rettilinei rispettivamente perpendicolare e parallelo alla costa, seguiti da una serie interminabile di curve che si arrampicavano sulle colline dell’entroterra.

Una pista difficilissima da ricordare, le cui curve avevano nomi di paesi come Spoltore e Villa Raspa e che era letteralmente assediata da un numero enorme di spettatori. Il primo e ultimo vincitore del Gran Premio di Pescara è il grande Stirling Moss. L’unico poleman Juan Manuel Fangio. Con un albo d’oro del genere la decisione di non ripetere l’esperimento pare ancora più giustificata.
L’AVUS: UN CIRCUITO UNICO NEL SUO GENERE COME UNICA E’ STATA LA VISITA DELLA FORMULA 1
Di tutti i luoghi strani visitati dai Gran Premi negli anni ’50 e ’60 l’AVUS è sicuramente il più… allucinante. Tanto per chiarire l’AVUS è stata la prima autostrada europea e si trova vicino a Berlino. Quando si decise di correrci non venne in mente altro che percorrerla nei due sensi. Ad un capo si invertiva il senso girando intorno ad un lentissimo tornantino. Dall’altra parte si usava invece una delle curve più pericolose mai viste, una parabolica inclinata a 45° che veniva percorsa in pieno con rischi ben comprensibili. Bel modo di realizzare circuiti. Le immagini del tempo sono impressionanti.

All’AVUS si è corso per fortuna una solo Gran Premio, nel ’59. Poi il buon senso ha prevalso e su quella specie di anello diabolico la Formula 1 non è più nemmeno passata vicino. Anche perché uno dei piloti più popolari dell’epoca, Jean Behra, sulla parabolica perse la vita durante una gara di contorno di quell’unico gran premio del ’59.
LA FORMULA 1 IN AMERICA: L’ANOMALIA DI INDIANAPOLIS E LE METEORE SEBRING E RIVERSIDE
Per capire quanto il rapporto della Formula 1 con gli Stati Uniti sia stato difficoltoso, sin dall’inizio, basta scorrere le classifiche dei primi dieci campionati. Con nove od otto punti compare sempre un pilota americano sconosciuto ai più: Parsons, Wallard, Ruttmann, Vucovich…chi erano costoro??? Tutti americani, tutti presenti negli annali con otto o nove soli punti alla fine dell’anno. Il mistero è presto spiegato. Per un’esigenza “ecumenica” ma del tutto priva di coerenza la 500 miglia di Indianapolis è stata considerata valida per il campionato del mondo fino al 1960. Pur corsa da tutt’altri piloti con tutt’altre vetture.

Poi finalmente si è capito che Formula 1 e Indy 500 erano due espressioni troppo distanti e il gran premio degli Stati Uniti è stato corso su circuiti stradali, non ovali. Già dal ’59 la Formula 1 ha quindi “provato” circuiti diversi, come Sebring in Florida, o Riverside in California. Un solo tentativo per ciascuno, fallimentare. Sebring è ancora aperto alle gare americane, Riverside addirittura non esiste più. Sarebbe arrivato nel ’61 a sostituirli il ben più fortunato circuito dello stato di New York di Watkins Glen, che è rimasto in calendario come sede del Gran Premio più importante d’oltreoceano per quindici stagioni consecutive. Ma col famoso “Glen” inizieremo la prossima puntata dedicata ai circuiti abbandonati.