James Hunt, bello, dannato, seduttore tutto genio e sregolatezza, è stato per anni l’icona classica del pilota.
Nasce a Londra il 29 agosto 1947 da una famiglia inglese, molto benestante.
Fin da bambino viene iscritto nelle migliori scuole che gli permettono di praticare diversi sport fino a quando nel suo animo scocca la scintilla per l’automobilismo.
Prende parte a numerose gare con diverse macchine, dalla Mini Cooper, alla Formula 3, ma con scarsi risultati.
Tutto cambia quando conosce Lord Hesketh, eccentrico pari d’Inghilterra che ha il desiderio di diventare il nuovo Ferrari d’oltre manica…e fa debuttare Hunt in Formula 2.
James mette in evidenza un talento eccezionale accompagnato, però da uno stile di vita degno di una Rock Star!
Quando nel 1973, Lord Hesketh decide di tentare la carta della Formula 1 insieme al geniale tecnico Postlethwaite ha un sogno: vedere Hunt campione del mondo a bordo di una sua monoposto…
Con grande sorpresa degli addetti ai lavori, ma non del nobile inglese, James comincia a raccogliere risultati importanti come il podio in Olanda e negli USA.
Il Lord, convinto dai risultati incoraggianti, decide di continuare l’avventura della F1.
Nella stagione 1974 Hunt conquista altri podi, fino ad arrivare nel 1975 ad ottenere la prima vittoria in Olanda…per la verità davanti ad un remissivo Lauda a bordo di una Ferrari.
I crescenti costi della Formula 1 scoraggiarono il giovane Lord a continuare nell’impresa e Hunt…si trovò ad essere disoccupato…
Quando per James si profila un mesto ritiro, l’abbandono della McLaren da parte di Fittipaldi cambia le sorti del nostro bel tenebroso.
La McLaren, in emergenza e senza una valida alternativa, sebbene controvoglia, ingaggia Hunt.
Le aspettative sono decisamente modeste a causa della reputazione del pilota inglese, di certo non entusiasmante…
In realtà…
James Hunt in Brasile ottiene subito la pole, ma in gara la Ferrari di Lauda è nettamente più forte.
In Spagna, nonostante una rossa in forma smagliante, ottiene la prima vittoria della stagione!
In realtà, il nostro Hunt fa parlare di sé più che per le prestazioni in pista, per il suo stile di vita: donnaiolo e con una certa propensione a divertirsi oltre misura anche nei giorni di gara…, non si smentisce mai…
Il titolo è sempre più indirizzato verso Maranello quando l’incidente di Lauda in Germania rimette tutto in gioco.
Mentre l’austriaco lotta per la sopravvivenza Hunt gli rosicchia punti importanti, tanto da obbligare Lauda a tornare a gareggiare a Monza, dopo appena quarantacinque giorni dall’incidente, con le ferite ancora aperte.
Nonostante lo stoicismo dimostrato da Niki, James vince le corse successive e si presenta all’ultima gara in Giappone staccato di tre punti.
Grazie agli accordi e disaccordi passati alla storia, Hunt alla fine della gara si trova terzo e campione del mondo per un solo punto!
Il titolo del 1976 rappresenta il punto più alto della carriera di Hunt.
Dal 1977 inizia un lento e inesorabile declino, riesce a vincere tre gare, ma non ad impensierire Lauda che torna a essere campione.
Nel 1978 provoca l’incidente a Monza che costa la vita di Peterson.
Ormai Hunt è più personaggio che pilota e, nonostante cerchi una seconda giovinezza agonistica alla Wolf, le cose vanno sempre peggio, tanto da non terminare neppure la stagione.
La carriera di Hunt rispecchia perfettamente l’asintoto pronunciato da Ferrari sulla parabola del campione: fin quando il pilota è affamato di vittoria, spende tutto sé stesso per raggiungerla andando oltre il mezzo meccanico, dopo, con il titolo in bacheca, distratto dagli agi si avvia ad un inesorabile declino…
Fuori dal circus rischia il tracollo finanziario. A salvarlo Lauda, suo vero amico, che gli concede un prestito e lo aiuta ad uscire da una vita piena di vizi.
Finalmente recuperato e dedito a una vita sana sembra che tutto volga al meglio, ma le tante sregolatezze della sua vita gli presentano il conto: il 15 giugno del 1993 un infarto lo stronca quando stava per sposarsi…
James Hunt, il gran viveur della F1 se ne è andato lasciando un vuoto in tutto l’ambiente…