Il vivo ricordo del giovane Riccardo Paletti
Riccardo Paletti fu un pilota italiano attivo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, che raggiunse il campionato del mondo di Formula 1 nel 1982.
Purtroppo perse la vita in un incidente, all’inizio del Gran Premio del Canada sul circuito dedicato a Gilles Villeneuve, due giorni prima del suo 24° compleanno.
Nato a Milano il 15 giugno del 1958, Riccardo Paletti non aveva alcun legame con le corse prima dei diciannove anni. Nella sua gioventù però, divenne campione italiano di karate nella categoria junior e anche membro della selezione giovanile italiana di sci alpino.
Ma quanti si ricordano di Riccardo Paletti?
La passione per i motori ebbe inizio con un sogno, quando vide una gara di Formula 1.
Quatto anni dopo, iniziò la sua carriera nelle corse automobilistiche e lo fece, entrando nella Formula Ford 2000 italiana, in cui arrivò terzo a fine stagione e facendosi notare come miglior rookie del campionato.
Nella stagione successiva passò alla Formula 3 italiana, dove alla guida di una Toyota-March, arrivò dodicesimo a fine stagione. Nello stesso anno, Paletti debuttò a Misano nel campionato europeo di Formula 2, guidando una March motorizzata BMW di Mike Earle.
Nel 1980, il giovane pilota milanese corse sia in Formula 3 che in Formula 2, sempre con la stessa vettura, dove però non ottenne punti nelle prime 4 gare del campionato.
L’anno seguente, Paletti firmò un accordo con la Onyx Racing per guidare una March BMW 812 e poter così partecipare ad una intera stagione di F2. Nelle prime tre gare arrivarono due podi: secondo a Silverstone, dietro Mike Thackwell e terzo a Thruxton dietro Roberto Guerrero ed Eje Elgh.
Invece nel secondo round a Hockenheim, arrivò un ritiro, ma segnò il giro più veloce.
La stagione terminò con 6 ritiri e il decimo posto nella classifica finale.
Grazie ai risultati ottenuti nelle prime gare di Formula 2, Paletti riuscì a fare un passo in avanti verso la Formula 1 entrando a far parte del team italiano Osella Squadra Corse con il supporto della Pioneer come suo sponsor principale. Al giovane pilota lombardo fu affidata la FA1C-Cosworth numero 32, affiancato dal pilota esperto Jean-Pierre Jarier.
La vettura non era proprio competitiva, ma Paletti riuscì a qualificarsi dopo quattro gare nel Gran Premio di San Marino. Purtroppo in Sudafrica, Brasile e a Long Beach fu ancora troppo lento.
Invece, il 13° posto guadagnato, nelle qualifiche di Imola arrivarono, anche grazie al boicottaggio di molte squadre, accusate di aver utilizzato uno stratagemma per abbassare il peso minimo delle proprie monoposto. In gara però arrivò un ritiro, dopo sette giri a causa della rottura di una sospensione. In Belgio e a Monaco, Paletti non riuscì a passare le pre-qualifiche del venerdì.
Nel Gran Premio di Detroit, Paletti conquistò il 23° posto in griglia, una posizione dietro al suo compagno di squadra e per la prima volta il giovane milanese riuscì a qualificarsi per una gara a ranghi completi. Purtroppo nel warm-up della domenica mattina, Riccardo Paletti, finì contro le barriere, dopo aver perso la ruota posteriore destra. Jarier, invece fu costretto a prendere il muletto dopo un problema all’estintore sulla propria vettura.
Quindi per il pilota italiano arrivò l’ennesima gara come spettatore.
L’occasione successiva per correre un Gran Premio di F1 arrivò la settimana dopo sul Circuito Gilles Villeneuve di Montreal. Paletti si qualificò con successo, conquistando il 23° posto in griglia.
Il giorno della gara, Didier Pironi, che partiva pole position, restò bloccato con il motore in stallo.
Il pilota francese della Ferrari, alzò il braccio, ma le luci dei semafori erano già diventati verdi.
Molte vetture riuscirono ad evitare la vettura ferma in griglia, anche se, nelle retrovie non mancarono i contatti, Paletti, invece non si accorse della Ferrari, tamponandola violentemente a circa 180 km/h.
Il muso della Osella si distrusse completamente fratturando le gambe del povero pilota, che nel frattempo perse coscienza. Pironi uscì subito dalla propria vettura per aiutare Paletti, ma pochi secondi dopo, si scatenò un brutto incendio dovuto alla fuoriuscita della benzina. Le fiamme furono rapidamente domate dai commissari e dagli addetti. Sulla tuta di Paletti, non c’erano segni d’ustione ma il pilota non dava segni di vita. Ricoverato all’ospedale, Riccardo Paletti morì poco dopo per le gravi lesioni interne.
In omaggio al giovane italiano, il circuito di Varano de’ Melegari in provincia di Parma, fu ribattezzato Autodromo Riccardo Paletti.