Imola è…
4909 metri, 19 curve, tutte cullate dal bosco e dal Santerno. Un presepe presente 365 giorni l’anno. Qualche casetta qui e là che affaccia sulla pista con i proprietari pronti ad ospitare figli e nipoti.
Chi vive da sempre vicino al circuito ha visto passare un casco giallo, il più iconico al mondo. Il casco rosso stellato, il più bello ed importante per la storia del cavallino. Una vista unica ed intramontabile. Specialmente quando la F1 approdava come tappa fissa a Imola, all’autodromo Enzo e Dino Ferrari. Imola è la gloriosa vittoria di Tambay nell’83, il duello Villeneuve Pironi. Imola è il moto mondiale con Valentino Rossi che dipinge la sua Aprilia RS 250 con i colori della bandiera italiana. Lacrime di gioia per la conquista del mondiale o i duelli corpo a corpo dei centauri della SBK.
“In una notte d’estate del 1947 questo gruppo di pionieri, camminando nel viale delle Acque Minerali,una stradina che congiungeva le Acque Minerali al ponte sul Santerno, disegnò un piccolo circuito: via dei Colli, raccordo dalla Tosa alla Piratella, viale delle Acque Minerali.»
E fu così che Campagnoli insieme a Tonino Noè, Ugo Montevecchi e Graziano Golinelli diedero vita al progetto Autodromo di Imola. La pista più tecnica e affascinante presente nel mondo.
“Il mio primo contatto con Imola risale alla primavera del 1948. […] Valutai fin dal primo momento che quell’ambiente collinoso poteva un giorno diventare un piccolo Nurburgring.”
Il Drake descrisse così l’autodromo di Imola. Per la Ferrari è stata, per tanti anni, teatro di duelli leggendari! In qualche modo ha sempre regalato emozioni che solo un tracciato come quello presente a San Marino può regalare. Dopo 14 lunghi anni di astinenza la F1 è tornata a Imola, l’ultima volta fu nel 2006. Se l’asfalto, le mura, la Tamburello, la Tosa, le Acque Minerali potessero parlare, beh, di certo diventerebbero audio libri raccontando aneddoti che solo loro conoscono. Andiamo a ritroso nel tempo e riscopriamo alcuni duelli che hanno cambiato la faccia di una corsa.
Campionato italiano GT 2013
GT italiano da sola, senza un pilota professionista nell’equipaggio. Una delle vittorie più belle? Quella a Imola con il team Roal Motorspor a bordo della Z4 GT3 bianca. BMW chiama, Cerruti risponde con una vittoria da task force! Vinse grazie ad una manovra da manuale portando all’errore il suo avversario. Averla negli specchietti è come avere un pitbull affamato e la dimostrazione fu in quella gara.
L’anno successivo è ancora il circuito romagnolo a regalare un altro sigillo; Vince il GP Auto GP World Series 2014. Sarà la prima ed unica donna in europa a vincere una gara su monoposto di grande potenza. Michela Cerruti ancora oggi è impegnata con Romeo Ferraris.
La Superbike di Bayliss, Edwards, Lascorz, Simoncelli, Checa
Serve tanto pelo sullo stomaco per piegare una velocissima R1 come quella di Spies, una 1098 di Bayliss, una ZX10R di Rea. Imola non perdona, e lo sa bene Lascorz; Durante una giornata di test in sella alla sua Ninja andò a sbattere fratturandosi la spina dorsale. Ad oggi l’ex pilota Kawasaki è su una sedia a rotelle. Ma il campionato SBK a Imola un tempo era l’ultima tappa del campionato. La fine di una stagione, il pensionamento di molti piloti, strette di mano, contratti per piloti, squadre, sponsor. Imola è il sorpasso di Simoncelli su Biaggi.
Una staccata da ” Tutti in piedi sulle tribune per Simoncelli” che infilò in un pertugio la sua Aprilia. Moto piegata alla sua volontà, la furiosa staccata di Biaggi a 100 mt dall’ingresso non è servita a rintuzzare quell’attacco, inaspettato, bellissimo, audace. Dopo aver sprecato Gara 1 per una scivolata, si ferma per quattro chiacchiere con i commissari di pista, qualche foto e strappa una promessa: ” Se finisco e vado sul podio vengo qui e faccio un burn out!” Detto fatto! Gara 2 viene vinta da Michel Fabrizio seguito da Haga, terzo Simoncelli. A gara finita i commissari lo aspettano, lo cercano e… Passano Frabizio, Haga, Rea, BIaggi… Dal fondo si intravede un AGV, prende forma quel 58, pronti i telefoni per riprendere il momento… Arriva Marco! E la promessa è mantenuta! Le tribune esplodono di gioia! La voce di Luigi Vignando sparisce, il pubblico di Imola è esploso! Che bello!
Michael vs Alonso
Era il lontano 2006. Quattordici anni fa andava in scena l’ultima gara di Schumacher a Imola. Ma quel week-end era molto di più che una semplice gara. In palio c’era una vittoria da portare a casa per un titolo mondiale, l’ultimo del Kaiser prima del suo ritiro. Quelle curve hanno visto tante volte il tedesco alle prese con duelli impegnativi; Villeneuve, Hakkinen, Montoya ed infine con un coriaceo Alonso. Il duello durerà fino all’ultima curva, ogni attacco di Alonso viene respinto da Schumacher. I doppiati non aiutano, Michaell resiste e trionfa a Imola. Noi che eravamo li, con il sedere sul prato bagnato della Rivazza abbiamo spinto la Ferrari fino all’arrivo. Però che duello! Vedere quella freccia giallo-blu e rossa arrivare al limite con il TC che grattava, il motore che urlava goliardico pronto a sprigionare tutto ciò che conteneva sotto il cofano, le rapide scalate che sembravano biglie impazzite ad ogni passaggio. Fantastico!
Il duello Bayliss – Edwards
Che dire di quella domenica? Un mondiale in palio, un solo punto separa due manici alla vittoria del titolo iridato. La tensione era palpabile, riusciva a infiltrarsi nella tv di casa e far venire i crampi allo stomaco a chiunque. Il posto perfetto per il duello perfetto. E’ una di quelle gara che riguardo sempre con grande interesse, un bicchiere di Whisky e la pipa in mano.
Al via Xaus con la seconda Ducati ufficiale aveva il compito di aiutare Bayliss a vincere il mondiale. Scatta bene, è veloce e si mette al comando. Ma quel giorno era solo per due persone. I due fanno il vuoto sin da subito, gli inseguitori ci provano, inseguono, ma è tutto invano. L’ultimo giro è quello più delicato, le gomme sono finite, le moto esauste. Ma loro no. Questi due incredibili centauri hanno ancora voglia di suonarsele e sarà così fino all’ultimo passaggio alla Tosa quando, la Ducati di Bayliss, si scompone sull’anteriore e la Honda prende margine. Un margine sufficiente per andare a vincere la gara e il mondiale. Le colline che circondano la pista osservano estasiate dalla grandezza dei due piloti che con grande maestria guidano e trionfano.
Flipping back into the pages of #WorldSBK history, we take a look at perhaps one of the best seasons ever, the 2002 World Superbike Championship. Jensen, Gordo, and Steve take you through this fantastic season, including the heart-stopping finale at Imola. https://t.co/xnNAn1dr4x pic.twitter.com/ZrdUZCjaj4
— Paddock Pass Podcast (@PaddockPassPod) April 23, 2020
Il box di John
Un posto nascosto dagli occhi dei curiosi, dove solo l’addetto ai lavori può accedervi. Un luogo che più di tutti custodisce segreti, che ha visto vetture, moto, persone piangere, altre lavorare. Quel box dove ho avuto l’onore di ascoltare uno dei tanti addetti ai lavori presenti negli anni ottanta-novanta, quando la F1 era vera, era per pochi. Quel box che ha custodito con gelosia quella macchina un pò rotta, un pò sporca, coperta da un velo che solo lo sguardo indiscreto di madame giustizia riusciva a penetrare, andare oltre ogni cosa. Il custode di quell’aria quella terribile sera era rimasto a vigilare, mangiando un panino raccontò un sacco di storie, una più bella dell’altra, tutte divertenti, ti faceva sognare ad occhi aperti, vivevi quel ricordo come se fossi tu al suo posto. Ne ha viste tante, ne sapeva tante. Quei suoi occhi stanchi erano bagagli culturali di una vita che ad un adolescente come me, in quell’epoca, ha regalato sogni da mille e una notte. Oggi quel posto non esiste più ma i ricordi sono ancora vivi. Se andate in autodromo e passate in corsia box, rallentate il passo, lasciate che il tramonto vi incanti mentre osservate la Tamburello dall’uscita della Pit-Lane, godetevi il panorama. Imola è…
Just, beautiful. Senna watching over Hamilton at Imola
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— Autosport (@autosport) November 2, 2020